Furto da 120mila euro alla Bnl in Piazza Garibaldi: colombiano condannato a un anno e 11 mesi

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Si introducevano all’interno degli istituti bancari e, grazie ad una particolare abilità e ad un metodo studiato nei minimi dettagli, riuscivano a portarsi via i soldi, senza minacciare i dipendenti e senza utilizzare violenza fisica.
L’arresto – I carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma hanno sgominato una banda composta da sette persone, tutte di origine sudamericana, che si è resa responsabile di due maxi furti: il primo a Parma, ai danni della Bnl di piazza Garibaldi il 7 dicembre del 2017, il secondo ad Alba, in provincia di Asti il 18 ottobre dello stesso anno.

E’ stato proprio grazie all’analisi delle modalità del primo colpo, oltre che all’analisi di una grande mole di intercettazioni telefoniche e delle utenze, che gli inquirenti sono riusciti a risalire a loro: i due furti infatti avevano molti elementi in comune. Entrambi erano studiati a tavolino: i ladri si intrufolavano in banca senza utilizzare violenza e si tenevano in contatto con gli auricolari.

I militari hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere la mattina del 28 settembre, per furto aggravato in concorso e con l’utilizzo di mezzi fraudolenti: il Gip di Asti ha emesso l’ordinanza per sei persone, il Gip di Parma per una persona. Una delle persone raggiunte dall’ordinanza era stata estradata poco prima in Corea del Sud, per aver commesso reati simili in quel paese.

Distraggono il personale e si portano via 120 mila euro dalla Bnl – Le indagini hanno preso il via il 7 dicembre 2017, quando il vice direttore dell’agenzia Bnl di Piazza Garibaldi di Parma ha denunciato il furto, avvenuto intorno alle ore 13.00, di due sacchi – recapitati poco prima da personale delle vigilanza privata – contenenti 120 mila euro destinati ad alimentare il bancomat. Dell’episodio, insolito per le modalità di esecuzione, si sono occupati i carabinieri di Parma: conclusi i rilievi tecnici ed sentiti i testimoni le indagini si sono concentrate su tre persone, di origine sudamericana sulle quali convergevano i sospetti degli impiegati.

Dai fotogrammi estrapolati dall’impianto di video sorveglianza i militari hanno ricostruito che un minuto dopo l’ingresso in banca del portavalori, alle ore 12.51, sono entrate due persone, un uomo ed una donna a viso scoperto e si sono fermate nell’atrio della banca. Dopo circa 2 minuti è entrato un altro uomo che, dopo essersi fermato nell’atrio, ha scambiato gesti d’intesa con i primi due. Tutti avevano un auricolare ed erano in comunicazione tra loro tramite conference call.

Mentre due persone si dirigevano verso gli sportelli di cassa distraendo gli impiegati, il terzo complice, attraverso una porta laterale è entrato nella parte posteriore del box e si è impossessato delle borse contenenti il denaro, posizionate su un bancone distante circa due metri dalla postazione del cassiere. I tre si sono poi dileguati. La modalità ha fatto pensare subito ad una banda di professionisti: il maxi furto è stato pianificato nei minimi dettagli ed anticipato da alcuni sopralluoghi

Il furto ad Alba, le indagini e le utenze telefoniche – Poche settimane prima, il 18 ottobre, un furto con modalità simili era stato portato a termine presso l’UBI banca di  Alba in provincia di Asti: in quel caso erano srati rubati 1500 franchi svizzeri; 1325 sterline inglesi; 1997 dollari Usa; 4 cambiali per un valore di 425 euro. Dagli accertamenti relativi a quest’ultimo episodio, è stato verificato che la persona che materialmente apprendeva le borse contenente il denaro a Parma corrispondeva ad una delle persone presenti durante il colpo all’Ubi Banca: addirittura indossava in entrambe le occasioni lo stesso maglione. Anche ad Alba i malviventi erano in contatto tra di loro mediante auricolari.

L’esame di migliaia di dati di traffico telefonico hanno permesso di rintracciare un’utenza presente in entrambe le città, in circostanze di tempo compatibili con i due maxi furti: queste analisi hanno permesso di agganciare i sospetti ma non di identificarli compiutamente. I cellulari erano intestati a persone straniere non identificabili.

“Entri dritto e c’è la cassa grande”: banditi traditi dalle intercettazioni – Ma anche i migliori commettono degli errori: il 3 febbraio 2018, i carabinieri sono riusciti a localizzare il gruppo a Padova: dalle intercettazioni di quelle utenze infatti i militari hanno ascoltato frasi di questo tipo: “la banca è buona”, “ ci sono due casse”, “ entri diritto a destra e c’è la cassa grande”, “cerca la porta dove ci sono le cassette di sicurezza”. La banda stava preparando un nuovo colpo. I militari, dopo essere giunti a Padova, hanno individuato uno dei ladri in via Emanuele Filiberto a Padova, lo hanno seguito ed hanno poi identificato i suoi complici, mentre si trovavano all’interno di un’auto: in questa occasione c’è stata la verifica dell’uso, da parte delle persone fermate, delle utenze telefoniche intercettate. Del resto la Focus a bordo della quale viaggiavano era stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza proprio il 7 dicembre del 2017 dal sistema dei varchi di controllo della Ztl di Parma: lo stesso giorno del maxi furto alla Bnl.

Il cerchio era ormai stretto intorno agli indagati: l’analisi dei dati presenti negli archivi ha consentito di verificare inoltre che tre di essi erano stati controllati a bordo di un’autovettura segnalata a Parma in occasione di un furto presso un’azienda avvenuto l’1 settembre 2017 durante il quale erano stati sottratte 3 carte di credito ed 1 di debito aziendali; 315 euro in contanti; un pc portatile; una patente di guida, una carta di credito ed bancomat.

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