Ha festeggiato contro la Lazio 100 presenze sulla panchina ducale, entrando nell’olimpo dei “centenari” con alcuni mostri sacri della storia gialloblù, da Scala a Malesani.
Roberto D’Aversa ha preso il Parma ottavo in C, ok, chiamatela pure Lega Pro, e l’ha portato in A. Nel mezzo ha vinto due derby, ma come i più grandi allenatori passati dal Tardini divide i tifosi tra sostenitori e detrattori.
In occasione del suo “centenario” si racconta, respingendo le accuse di non cambiare moduli e uomini. “Catenacciaro? Ho giocato anche con quattro punte. Non cambio i giocatori? Sono condizionato dagli infortuni”.
Sul futuro: “Sono ambizioso, voglio crescere con il Parma”. E sul bel gioco: “Nel calcio conta il risultato, e tutto dipende da quello. Chi gioca bene in Italia?”.
Ecco il calcio, e il bello del calcio, secondo D’Aversa.