‘Ndrangheta, le minacce di Bolognino agli imprenditori: “Ti sciolgo nell’acido”

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La maxi inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, che ha portato all’arresto di 33 persone con svariate accuse tra cui associazione mafiosa, sequestro di persona, estorsioni ed usura e che ha permesso di stroncare un’organizzazione, legata alla cosca Grande Aracri attiva in Veneto, fa luce su diverse attività criminali, alcune delle quali messe in atto, secondo l’accusa anche da Michele e Sergio Bolognino, i due fratelli già in carcere per l’inchiesta Aemilia e raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare.

Michele Bolognino, già condannato a 37 anni di carcere, è considerato il boss che gestiva gli interessi del clan a Parma. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i due avrebbero minacciato alcuni imprenditori che non volevano cedere le quote: “Ti sciolgo nell’acido, ti squaglio”. E ancora: “Ti spacco la testa”.

Oltre alle minacce ci sarebbe stato anche un vero e proprio sequestro di persona ai danni di un imprenditore, che si opponeva all’acquisizione forzata da parte della cosca: i due, insieme ad altri, avrebbero sequestrato per due ore il titolare di un’azienda, con tanto di pistola puntata e minacce.

 

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