Ponte sul Po di Colorno, Rossi risponde alla Lega: “I tempi saranno rispettati”

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Il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi replica all’attacco del Comitato e all’interrogazione di Rainieri. “Sui sensori o su altri dispositivi decidono i nostri tecnici, di concerto con la Provincia di Cremona. Non sono indispensabili per la riapertura del ponte. Non siamo tutti ingegneri, a ciascuno il suo mestiere. Il cantiere sta andando come un orologio, se continuiamo così i tempi saranno rispettati.”

Parma,  12 marzo 2019 – Il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi replica all’attacco che il Comitato Treno Ponte Tangenziale, tramite il suo Presidente Paolo Antonini, ha lanciato nei giorni scorsi dalla pagina online di OglioPoNews e all’interrogazione che il consigliere Fabio Rainieri (Lega) ha presentato in Regione.
Antonini e Rainieri hanno sollecitato la Provincia ad emettere un bando per l’acquisto di sensori per il controllo della stabilità del ponte sul Po di Colorno – Casalmaggiore, ponte che è oggetto, come è noto, di lavori di ripristino, ventilando un allungamento dei tempi.

“La Provincia di Parma sta gestendo al meglio la situazione – replica il Presidente Rossi –Bisogna farsene una ragione: non siamo tutti ingegneri. Finora i nostri tecnici hanno dato buona prova: il bando di gara è stato condotto bene, ha già superato gli scogli del Tar e del Consiglio di Stato.  Il cantiere va come un orologio, operano contemporaneamente sul ponte 50 operai e 15 mezzi d’opera; l’organizzazione è notevole, si lavora con la massima attenzione alla sicurezza, come richiesto dai servizi Ausl, che hanno già effettuato numerosi   sopralluoghi; più passa il tempo e più aumenta la certezza di arrivare a fine lavori nei tempi previsti. Anche le condizioni meteo ci stanno aiutando. Dunque, perché questi attacchi da parte del Comitato e del consigliere regionale Rainieri? “

Rossi entra anche nel merito del tema dei sensori: “Non è vero che il ponte non potrà riaprire al traffico senza sensori, che servono invece sul lungo periodo – continua il Presidente della Provincia di Parma – Decideranno i nostri tecnici quale tipo di sensori occorreranno per il monitoraggio continuo del ponte e se per acquistarli sia necessaria una gara oppure no: stiamo studiando la soluzione più opportuna con l’Università di Parma, che ci ha messo a disposizione esperti di alto profilo. Ci sono varie possibilità tecniche, che vengono tutte vagliate, di concerto con la Provincia di Cremona. In ogni caso, si tratta di costi molto superiori di quanto pensino il Comitato e Rainieri. Non siamo tenuti a spiegare in anteprima le nostre procedure al Comitato, dobbiamo semmai renderne conto sia all’Anac (Autorità Anticorruzione) sia alla Corte dei Conti. Ciò che deve importare è che la riapertura sia entro i termini e in condizioni di piena sicurezza, con la strumentazione di controllo più idonea. Si sta studiando anche il problema del controllo del peso dei mezzi in relazione al limite di portata del ponte, e le eventuali misure sanzionatorie.”

L’INTERROGAZIONE DELLA LEGA –  L’apertura del ponte sul Po tra Casalmaggiore e Colorno potrebbe ulteriormente slittare oltre il 5 giugno perché nel capitolato dei lavori non sarebbe prevista l’applicazione dei sensori per il rilevamento della stabilità dell’infrastruttura”. È quanto aveva affermato il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, in una interrogazione in cui chiede alla Giunta regionale di intervenire affinché i sensori siano installati entro il termine dei lavori di ristrutturazione in corso previsto per il 5 giugno 2019 e il ponte sia da quel momento subito percorribile.

“Il funzionamento di questi sensori sarebbe indispensabile per rilevare la stabilità del ponte e quindi per poterlo riaprire al traffico a meno che non ci si voglia ancora affidare al caso, come quando un anno e mezzo fa fu un comune cittadino a segnalare che il ponte stava per crollare – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – Sembra però che la Provincia di Parma voglia procedere ad un ulteriore bando pubblico per affidare l’installazione dei sensori nonostante il costo contenuto dell’intervento consentirebbe l’affidamento diretto. In questo modo i tempi previsti per la riapertura che dovrebbe avvenire a ridosso del 5 giugno prossimo, giorno in cui è previsto il termine dei lavori, dovrebbero allungarsi ulteriormente. Come se i territori e le popolazioni rivieraschi non avessero già subito abbastanza disagi da questa situazione che ha provocato danni economici e sociali enormi. Ma ormai è chiaro, al PD dei territori dell’Emilia occidentale, dall’Enza in poi, non interessa nulla. Infatti, mentre per la bassa parmense appunto massacrata dalla situazione dei ponti sul Po, interrotti o a singhiozzo, gli amministratori PD, con in prima fila il Presidente della Regione Bonaccini e la sindaca di Colorno Canova, per fortuna uscente, non hanno fatto niente ma hanno voluto gestire la situazione con le procedure ordinarie e senza metterci un quattrino, come se non fosse gravissima, nella Romagna danneggiata dall’interruzione della super strada E45, si sono mobilitati tra dichiarazione regionale di stato di emergenza, risorse straordinarie messe a disposizione e richieste allo stato di interventi immediati”.

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