Convegno Anci – Pizzarotti: “Ripartire dalle città medie per migliorare la qualità della vita”

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Nelle città medie in Italia, prima di tutto 97 capoluoghi di provincia, risiede buona parte della popolazione italiana, da qui l’esigenza di discutere insieme dei servizi, ma anche sulle risorse e sulla sicurezza. Lo hanno fatto in un incontro a Parma, nella prima Conferenza annuale dei sindaci delle “Città Medie”; un evento che «ha dato un importante attestazione del ruolo dei sindaci e un riconoscimento dell’importanza di questa tipologia di comuni, veri promotori dello sviluppo dei territori».

«Questi territori devono avere una visione strategica unitaria sui bisogni dei cittadini – ha detto Nicola Sanna, sindaco di Sassari e coordinatore delle Città Medie – dai trasporti pubblici alle risorse idriche passando per lo smaltimento rifiuti, tutti i servizi essenziali devono essere frutto di un vero coordinamento sul territorio».

Da qui anche la necessità, ribadita dal sindaco di Parma e vicepresidente Anci Federico Pizzarotti di «maggiore autonomia sulla fiscalità».

Le città medie, grazie alla maggiore vivibilità ed all’alta qualità della vita, stanno conquistando una posizione di rilievo, perchè adatte a produrre maggiore coesione sociale, in linea anche con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda europea 2030», ha sottolineato Sanna. «Per rilanciare la qualità della vita e il benessere, oggi bisogna ripartire proprio dalle città medie puntando sul loro dinamismo – ha detto Pizzarotti -. Parma, e come lei tantissime città d’Italia, ambiscono esattamente a questo: essere un modello e un punto di riferimento per l’Italia».

«Abbiamo presentato una fotografia da cui trarre una riflessione sul “capitale” delle città medie per far crescere il Paese e fare sistema. L’Italia è indietro e i governi da sempre sono titubanti sull’avvio di politiche urbane nazionali stabili che puntino sul ruolo centrale dei Comuni», ha evidenziato il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra.

«Le città medie giocheranno un ruolo centrale nella costruzione del nuovo assetto istituzionale che ci impone una revisione della Legge Delrio sulle provincie», è la previsione del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli: «Sono infatti quel segmento, finora molto trascurato, che completa il quadro istituzionale in vista di una nuova armonizzazione tra le regioni, le città metropolitane, le aree metropolitane, le aree vaste e i piccoli comuni».

«In questi anni ci sono state norme e leggi sulle città metropolitane e ai piccoli comuni mentre lecittà medie, che poi sono la gran parte dei capoluoghi di provincia, sono rimaste come escluse dal dibattito su una possibile revisione del loro ruolo amministrativo. Siamo qui per riportare l’attenzione sul loro ruolo». Spiega così il sindaco di Parma il motivo che ha portato oggi la città emiliana ad ospitare la prima Conferenza annuale dei Sindaci delle Città Medie. Un summit per «confrontare le nostre idee e fare massa critica in vista di un nuovo dialogo con il governo e con gli altri attori amministrativi», ha poi sottolineato Pizzarotti.

«Abbiamo bisogno di un diverso tipo di autonomia, ad esempio sulla fiscalità – ha concluso Pizzarotti – le Città Medie hanno una dimensione che non è quella della città metropolitana ma i nostri servizi sono del tutto identici. Penso ad esempio alla mobilità e ai servizi alla persona. Dobbiamo avere quindi una libertà di azione diversa da quella che oggi ci riserva il legislatore».

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