A Parma meno librerie e negozi di abbigliamento, più bar e ristoranti

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A Parma diminuiscono i negozi di mobili, quelli abbigliamento e calzature e quelli in cui si acquistano libri e giocattoli, mentre aumentano i bar e i ristoranti. Il commercio, negli ultimi dieci anni, ha subito notevoli cambiamenti e a risentirne sono le principali città italiane. Tra queste, Parma non fa eccezione.

Come dimostrato da un’indagine di Confcommercio nazionale, dal 2009 ad oggi Parma ha registrato un calo del 10% nel commercio al dettaglio del centro storico e del -7,5% nelle aree periferiche. Il turismo, invece, è in aumento, pertanto bar e ristoranti risultano in aumento del 15%. Anche il settore ICT è in crescita (8%).

“La riduzione dell’offerta commerciale è l’effetto oltre che dell’aumento della concorrenza dei grandi centri commerciali e dell’e-commerce anche del grave calo e cambiamento dei consumi ma Parma, con il Piano Piccolo Commercio 2018-2020, elaborato in sinergia fra Amministrazione Comunale e le Associazioni di categoria del commercio, risulta essere fra le prime città ad aver presentato progetti concreti per risolvere questo problema” -spiega Claudio Franchini, direttore di Ascom Parma.

“In questo senso la riattivazione degli oltre 150 negozi sfitti in centro storico attraverso il finanziamento a nuove attività, la detassazione a favore delle nuove aperture in zone desertificate e la possibilità di utilizzare i locali come punti espositivi da parte di altri operatori commerciali, sono le prime azioni messe in campo. Città più belle e attrattive danno sicurezza e fiducia: costituiscono un grande valore sociale ed economico per i nostri territori. Commercio, turismo e servizi vivono delle città e le fanno vivere.”

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