Parma Calcio – 29 anni fa moriva Ernesto Ceresini, il “Tifoso” e “Presidente” ducale per eccellenza

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Era il 4 febbraio di 29 anni fa, poche ore prima di una gara casalinga che vedeva il Parma affrontare il Como nel bel mezzo di una splendida volata verso la prima storica promozione in Serie A, quando la squadra crociata fu lasciata orfana del suo più grande Presidente: Ernesto Ceresini.

“A te, Ernesto Ceresini, parmigiano, “Il Presidente” per antonomasia, del secolare club di pallone della città di Parma. Diventato icona. Per passione sanguigna, integrità e longevità. Tredici anni e mezzo ininterrotti. Come te, alcuno mai” – così il Parma lo ha ricordato alcuni anni fa.

Rilevó il Parma all’inizio della stagione 1976/77 dopo il ciclo Foglia-Musini senza mai nella vita essersi occupato di calcio e senza mai aver ricoperto ruoli all’interno di società sportive: il pallone per lui era solo una passione della giovinezza e al tempo le sue giornate trascorrevano in giro per i cantieri della sua prosperosa azienda. Fu inserito nel Parma dal dottor Giorgio Orlandini, che gli propose di diventare presidente, offerta accolta con stupore ed entusiasmo allo stesso tempo: ben presto la squadra diventó la sua ragione di vita. Portó il Parma praticamente fino in Serie A e il club aiutó il Presidente a rendere meno dolorosa la morte prematura della sua giovane moglie. Ceresini nei suoi tredici anni e mezzo di presidenza condusse la squadra dalla palude della Serie C fin verso la Serie A (morì infatti qualche mese prima della storica promozione). Viene ricordato come il più classico dei presidenti di una volta, con nostalgia, perchè rappresentanti di un calcio che forse non esiste più: parmigiano di nascita e capace di creare un legame sanguigno e indissolubile con i colori gialloblù, legame che lo portava ad essere soggetto a diverse crisi cardiache quando seguiva dal vivo la squadra e che lo portava a disobbedire ai medici che ne prescrivevano continuamente la lontananza. Ma come poteva un cuore così anche solo pensare di allontanarsi dalla sua più grande ragione di vita?

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