D’Aversa, Mister orgoglio: “Scritto un altro capitolo della storia crociata. Premiato il nostro atteggiamento”

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Ha finito la voce gridando “crediamoci” Roberto D’Aversa. Ma lui, che la gara l’ha raddrizzata coi cambi e l’atteggiamento, ai complimenti si schernisce e li gira ai suoi giocatori: “Hanno fatto qualcosa di importante”.

Non mancano i punti d’ombra, e li racconta senza bisogno di interrogarlo: “Nel primo tempo dal 15esimo in poi ci ha preso la timidezza, la paura, la soggezione. Abbiamo smesso di giocare. Nella ripresa abbiamo ricominciato, e abbiamo fatto qualcosa di bellissimo”.

Ne è uscita una ripresa avvincente, e un punto importante.

Venire qui a pareggiare con la Juve deve farci sentire orgogliosi, a un certo punto eravamo sotto di due reti e siamo riusciti a recuperarla: questo dimostra che il nostro è un gruppo dai valori importanti. Ci ho creduto per come i ragazzi sono scesi in campo nella ripresa, con lo stesso atteggiamento cioè visto nel primo quarto d’ora, dopo avevamo smesso di giocare un po’ per il valore dell’avversario che ci aveva chiuso nella nostra area ma anche per il nostro atteggiamento. Quando vieni ad affrontare una squadra come la Juventus devi cercare di giocare la partita: nella seconda parte del primo tempo avevamo smesso, poi siamo rientrati provandoci, abbiamo subito gol ma l’atteggiamento era quello giusto ed è stato premiato perchè gli episodi sono arrivati dalla nostra parte, i ragazzi sono stati bravi ad andarli a cercare. Quelli che sono entrati hanno fatto qualcosa di importante, penso a Siligardi, Stulac e lo stesso Sprocati. Kucka ha ricevuto un po’ troppe critiche nella prima gara e sapevamo che la condizione fisica era precaria, ma lui ha preso minutaggio ed è un giocatore importante, lo ha dimostrato sia con la Spal che stasera e la sua condizione fisica va a crescere.

Quando si va sotto di due gol si può pensare a stare attenti a non prendere le imbarcate, ma l’atteggiamento con il quale abbiamo iniziato la ripresa mi ha fatto ben sperare, ha portato i ragazzi ad acciuffare un pareggio in una gara non semplice: questo gruppo ha qualità importanti laddove si cerca di fare qualcosa di propositivo. Prima della gara si è parlato del fatto che abbiamo ancora molta strada da fare prima di raggiungere il nostro obiettivo, oltre che del fatto che stasera avevamo l’occasione di cercare a portare a casa un risultato che poteva significare un qualcosa di storico per il nostro club. E non era semplice, sarà una cosa che ci porteremo per sempre con noi.

Una settimana fa si vinceva 2-0 fino al 70′ e poi abbiamo perso, questo significa che in Serie A non si può mai abbassare l’attenzione, l’obiettivo per cui siamo partiti quest’anno da neopromossa – e dopo quello che è successo quest’estate – è la salvezza. Ma questo non lo dice l’allenatore, lo dice la società, lo dice il direttore sportivo costruendo una squadra per un obiettivo. Chiaro che poi nella vita uno deve essere ambizioso e cercare di fare il meglio possibile, ma questo non significa cambiare l’obiettivo.

Non avendo due giocatori come Bonucci e Chiellini la Juve perde molto in personalità ma anche in marcatura preventiva, però molto dipende dall’atteggiamento con cui noi abbiamo affrontato la partita; la Juve ha avuto sì delle assenze analizzando l’ultima gara, ma anche delle difficoltà per come l’Atalanta ha affrontato la partita. Questo dimostra che laddove affronti un match come nel primo quarto d’ora o come nel secondo tempo magari queste difficoltà gliele avremmo potute creare. Considerato anche la gara d’andata, siamo una delle squadre assieme a Lazio e Atalanta a metterli più in difficoltà in campionato: questo dimostra che anche noi abbiamo qualità importanti, poi conta anche come interpreti la partita.

Bruno Alves? Vederlo dall’altra parte stasera mi avrebbe certamente creato qualcosa a livello emotivo: felicità per lui perchè avrebbe giocato in un club come la Juve che lotta per obiettivi importanti; chiaro che da allenatore del Parma sono felice che sia rimasto, perchè è un punto fermo, è un esempio, un giocatore si spessore come Kucka, Gervinho o Inglese; sarebbe stata una perdita non solo per quello che fa in campo ma anche per come si comporta fuori”.

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