Juventus Parma, la preview tattica del match

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di Michele Tossani

Sfida importante quella che vede protagoniste, nell’anticipo serale, la Juventus di Max Allegri e il sorprendente Parma guidato da Roberto D’Aversa. Sulla carta sarebbe una partita a senso unico ma le recenti uscite dei bianconeri, contro Torino, Lazio e Atalanta, hanno evidenziato alcune difficoltà tattiche da parte bianconera.

La Juventus ha infatti palesato alcune problematicità in fase di costruzione bassa quando costretta ad affrontare squadre che fanno del pressing alto una delle loro armi difensive. 

Nella partita dell’Olimpico, in particolare, la contemporanea assenza di Pjanic e Cancelo ha privato Allegri di due interpreti fondamentali per provare a costruire dal basso. Né Bentancur, né un Emre Can impiegato da play basso, sono riusciti a garantire alla squadra quella fluidità di gioco e qualità nel palleggio in costruzione offerta dal centrocampista bosniaco e dall’esterno portoghese.

Se a questo aggiungiamo il fatto che, sempre nella partita contro la squadra di Inzaghi, fosse assente anche Mandzukic (verso il quale la Juve si aggrappa tramite lancio lungo quando ha problemi in impostazione), capiamo come e perché il pressing ultra-offensivo dei biancocelesti abbia finito per imbrigliare il possesso bianconero.

Le stesse difficoltà si sono poi ripetute nella sfida di coppa Italia contro l’Atalanta, nonostante gli ingressi di Cancelo e Pjanic a partita in corso. Entrambi dovrebbero tornare dal primo minuto contro il Parma, così come Mandzukic dovrebbe ritrovare il suo posto in avanti al fianco di Dybala e Ronaldo.

La presenza di Pjanic in cabina di regia dovrebbe essere di aiuto anche a Bentancur e ad un Bernardeschi che Allegri dovrebbe schierare mezzala proprio per agevolare la fluidità del gioco della Juve in fase offensiva.

Il vantaggio che la costruzione bianconera potrebbe trovare in questa partita non dipende però soltanto dal recupero di alcuni uomini chiave ma anche dal fatto che il Parma è una delle squadre col baricentro medio più basso dell’intera Serie A.

D’Aversa è solito chiedere ai suoi una prima linea di pressione offensiva, all’altezza della metà campo e non ultra-offensiva. Questo dovrebbe rendere più agevole la fase di costruzione degli uomini di Allegri, anche in virtù del fatto che, solitamente, D’Aversa chiede a Inglese di marcare il play basso avversario.

L’attaccante parmense si applica in fase difensiva ma col passare die minuti tende spesso a lasciare libero il no.5 rivale, con la conseguenza che potrebbero essere i vari Kucka e Scozzarella a dover farsi carico della pressione sull’ex romanista.

L’alternativa sarebbe quella di impostare una prima linea di difesa più avanzata. Questa sarebbe una novità per il Parma e, in questo caso, bisognerebbe vedere come la retroguardia dei ducali andrebbe a gestire il campo alle proprie spalle.

I gialloblù sono anche una delle compagini che difende meglio la zona centrale del campo: è verosimile quindi pensare che la Juve cercherà di aggirare con gli esterni bassi questo dispositivo difensivo. Tuttavia, portare molti uomini nella metà campo avversaria potrebbe risultare pericoloso in transizione qualora la squadra di Allegri non fosse in grado di gestire le ripartenze dei vari Gervinho e Biabiany (favorito su Siligardi per completare il tridente offensivo).

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