Calaiò Munari e Baraye, dolci congedi: “Parma nel cuore, rimarrà casa mia” – “Scritta la storia, è solo un arrivederci”

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A volte il calcio risponde a logiche ben lontane a quelle del cuore, e del tifo. Logiche fatte di denaro, che però in questo casa c’entra fino a li, di liste, età, numeri che costringono a scelte dolorose.

E forse, agli occhi di qualcuno, evitabili. Come le cessioni di Emanuele Calaiò e Gianni Munari.

Storie uguali seppur diversissime, le loro.

Il primo è arrivato all’inizio della Lega Pro, considerato un campione sul viale del tramonto che avrebbe affrontato la categoria in ciabatte, o quasi. Sommerso dalle difficoltà, come tutta la squadra, in avvio, è stato in B che ha fatto il miracolo. Partito come “vice Ceravolo”, lui, giocatore di razza ma mai in carriera prima punta vera, ha portato per 2/3 della stagione il peso dell’attacco. Da solo. Correndo come un matto e prendendo botte a raffica, senza mai un lamento, in campo anche su una gamba sola quando serviva. Non ha segnato nella notte di Spezia, ma nella promozione in A c’è tantissimo di lui.

Poi il caso sms. La squalifica. Lo scetticismo di parte della piazza. La scelta di lasciarlo andare. Anche se forse in A poteva ancora dire la sua. Ecco la sua lettera di congedo.

“Grazie Parma,  sei stata e sarai sempre casa mia. Purtroppo è giunto il momento che avrei voluto arrivasse il più tardi possibile. Dopo due anni di gol, assist, vittorie e gioie condivise con i compagni, con la società, con voi tifosi, mi tocca salutarvi. Lo faccio con il cuore in gola e con un cruccio: dopo aver contribuito a scrivere la storia del Parma mi sarebbe piaciuto chiudere il cerchio potendo offrire il mio contributo anche in Serie A. Ma purtroppo non è stato possibile.

Grazie Parma, sei stata e sarai sempre casa mia. Anche quando ho sofferto, quando abbiamo sofferto. Io lo so che cosa avete provato quest’estate, l’ho provato ogni giorno sulla mia pelle. È andata bene, ora – anche grazie a voi che mi avete mostrato sostegno – mi sento come se fossi uscito da un vortice e, con un respiro profondo, ho ripreso fiato e mi sono messo in testa di ricominciare. Purtroppo lontano da Parma, ma nel calcio, come nella vita, bisogna fare delle scelte. E rispettarle. Questa, seppure non è la mia di scelta, la rispetto come sempre ringraziando la proprietà per quello che ha fatto per me, dandomi la possibilità di allenarmi fino alla fine.  Da domani comincia una nuova avventura. Non so se un giorno ci ritroveremo, magari in un’altra veste, o da avversari. Mai da nemici, questa è una promessa. Nessuno può sapere quello che va ad accadere, ma l’importante è esserci stato nel momento del bisogno. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto, io, i miei compagni e voi. Vi porto con me. Grazie Parma,  sei stata e sarai sempre casa mia.

Emanuele Calaiò”.

Wolverine Munari è arrivato due stagioni fa esatte, a gennaio della Lega Pro. Cavallo di ritorno, dopo anni, ha lasciato Cagliari, la A e un premio promozione per una scelta di cuore. Aveva scelto Parma, e lo ha fatto sempre, giocando in condizioni estreme per dare il suo contributo. Rientrando, nonostante tutto, e prendendosi, almeno contro la Spal, tre minuti di quella A che gli era dovuta sul campo.

Va a Verona, all’Hellas, ma è facile immaginare che il suo futuro possa essere qui, da dirigente.

“Dopo anni splendidi con il raggiungimento di traguardi forse impensabili ora inizio questa nuova avventura con tutta la voglia di dare tutto quello che ho. Come ho sempre fatto.
Sono fiero di aver fatto parte della storia crociata, e fiero del fatto che quello di oggi sia un arrivederci e non un addio.
Ora sotto con una nuova sfida, fatta di tante battaglie da vincere giorno dopo giorno con i miei nuovi compagni! 💛💙 #comenoinessunomai #passion#bestrong #thanks #parmacalcio1913#hellas” – scrive sui social.

Parma e il Parma perdono Uomini e campioni. Il terzo a congedarsi, Yves Baraye, l’eroe delle tre promozioni. L’ultimo. 

“Dopo tre anni e mezzo è arrivato il momento dei saluti.
E, credetemi, non è facile. Non è facile salutare la città che è stata ed è la mia seconda casa. Non è facile salutare i compagni e la società. Non è facile soprattutto salutare voi tifosi.
Ho dato tanto per questa città, ma voi e il Parma mi avete dato di più.
Sono cresciuto come giocatore, ma soprattutto come uomo.
Non potrò mai dimenticare le tre promozioni, le ammonizioni per le mie esultanze, i gol nei derby e tanti altri momenti. Questi attimi li porterò per sempre nel mio cuore.
Grazie ai tifosi della Curva per la vostra presenza costante e soprattutto per lo striscione di domenica. Mi sono davvero emozionato.
Grazie anche alla società per queste tre meravigliose stagioni.
Questo non è un addio, ma un arrivederci, in qualche modo, ci rincontreremo grazie Parma ..J’ai une ame de vainqueur quand je tombe je me relève toujours ..Motakh ma ame fit 💛💙” – scrive.

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