Donazione a cuore fermo: trapianti in simultanea a Bologna e Modena. Il rene destinato a Parma non era idoneo

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Nuova donazione a cuore fermo al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, che ha consentito così due trapianti: di fegato a Bologna e di un rene a Modena, mentre l’altro rene, destinato a Parma, non è risultato idoneo.

Si tratta della quarta donazione a cuore fermo che si registra al Policlinico bolognese, la diciottesima in regione a partire dal 2016.

Nella donazione a cuore fermo gli organi, per essere preservati, necessitano di interventi tempestivi in rapida sequenza, subito dopo la cessazione della circolazione spontanea.

Questo è reso possibile grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate specifiche per la conservazione degli organi e grazie ad un’efficiente organizzazione che vede impegnati un gran numero di professionisti. Il Policlinico Sant’Orsola è uno dei centri italiani all’avanguardia proprio in questa attività. Negli ultimi anni, è stata sviluppata una nuova macchina per la perfusione degli organi, da dicembre in uso a Bologna e oggetto di «uno studio randomizzato prima di procedere a un suo utilizzo anche commerciale su ampia scala», ha spiegato il Policlinico universitario.

Dal 2016 ad oggi sono state in tutto 18 le donazioni di organi a cuore fermo in Emilia-Romagna andate a buon fine. Queste hanno reso possibile 40 trapianti: per la precisione 16 di fegato e 24 di rene. Al Sant’Orsola le donazioni a cuore fermo sono state 4, di cui 3 andate a buon fine e che hanno permesso 2 trapianti di fegato e 5 di rene sempre a Bologna.

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