La maglia dei controlli sulla tracciabilità si fa più stretta, per ogni singolo salume e prosciutto di denominazione protetta, dopo le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto anche l’Istituto Parma Qualità.
A illustrate le novità, ossia un software innovativo, agli operatori della filiera, è stato ieri l’Istituto Parma Qualità, il soggetto riconosciuto dal ministero dell’Agricoltura e incaricato al controllo delle Dop Prosciutto di Parma, Prosciutto di Modena, Culatello di Zibello, Salame di Varzi e del contratto di filiera delle Dop suine riferibili al Parma e San Daniele. Presenti all’incontro Marianna Rosi responsabile assicurazione qualità, Moreno Manenti responsabile di filiera, Maurizio Zinelli responsabile sistema di certificazione, Mirco Mendogni responsabile organizzativo e, Paolo Soncini responsabile del prodotto trasformato.
Il sistema informativo sarà adottato per primo dagli allevatori che dovranno inserire tutti i dati relativi ai suini presenti in allevamento e a quelli che entreranno nel circuito tutelato.
Il software avvia il concetto di filiera stretta: in tutte le fasi di allevamento verrà specificato il tatuaggio e la lettera/mese di nascita di ogni animale che procede nella filiera; ad ogni trasferimento ciascun soggetto comunicherà al soggetto successivo quanti suini con quel tatuaggio e quella lettera mese di nascita gli sono destinati. L’informazione verrà trasmessa sia al macello che al prosciuttificio. Il programma prevede anche una tracciabilità dei suini e delle cosce distolte dalla filiera in modo che queste non possano più in nessun modo rientrarvi. Il macello controlla ogni coscia fresca e appone il timbro PP (Posciutto di Parma) con l’identificazione del macello stesso. Il sezionamento può essere anche esterno. Ci soono poi altre rigide regole per i maiali e la loro registrazione.
