Sposa Promessa a uno sconosciuto si ribella e denuncia i genitori: arrestati 40enni indiani

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Promessa in sposa quando aveva solo otto anni dai genitori indiani a un connazionale, mai ne visto né conosciuto,  costretta a indossare abiti mai appariscenti e a una vita da reclusa, dopo dieci anni di agonia si è rivolta ai Carabinieri di Colorno, che l’hanno salvata.

Protagonista una 18enne, origini indiane ma nata a Colorno. La famiglia aveva già deciso tutto per lei:  dovuto sposare quel ragazzo, di origine indiana come lei, mai visto prima.

Un accordo d’onore talmente rigido da portare i genitori a minacciarla di morte.

Ma lei – 18enne, colornese, studentessa in un liceo della città, occidentale bei valori e nelle abitudini, dopo dieci anni di privazioni e soprusi, voleva vivere.

Vestirsi da adolescente, frequentare amici. Ballare, ascoltare musica, vivere i suoi 18 anni come i suoi coetanei, stanca di quella vita scuola-casa-commissioni per la famiglia sotto rigoroso controllo. Perché non poteva flirtare, scegliere un amico o in fidanzatino, vittima di un patto d’onore.

Minacciata. Reclusa. Il paese intuiva, qualcuno sapeva. “Sai, non posso vestire attillato, non posso mettere la camicia scollata, non posso venire al bar, non posso uscire” – diceva lei alle amiche.

Frasi a metà.

Poi ha trovato la forza di dire di no alle imposizioni della famiglia, si è rivolta ai carabinieri della stazione di Colorno ed ha trovato quell’ascolto e quell’appoggio fondamentali per opporsi.

E’ stata ospitata con una nuova identità in un contesto protetto lontano dal territorio parmense, lontano da chi era pronto ad ucciderla per quel rifiuto che lede l’onore.

Durante le indagini – come hanno spiegato il comandante della Compagnia di Fidenza Giuseppe Fiore ed il comandante della stazione di Colorno Filippo Collana – i carabinieri hanno appurato che la ragazza era stata costretta, sin dall’infanzia, a sottostare a rigide regole imposte dai genitori, pena il rischio di non uscire più di casa, anche solo semplicemente per andare a scuola. Le era stato vietato di frequentare ragazzi. “Se ti vediamo con qualcuno, ti uccidiamo”  le hanno detto più volte i genitori tanto che, ad un certo punto, la giovane aveva l’autorizzazione ad uscire di casa solo per raggiungere la scuola o per compiere alcune faccende, come la spesa, per conto della famiglia.

Con il passare del tempo le imposizioni sono diventate sempre più restrittive ed hanno riguardato anche il modo di vestirsi ed il divieto, assoluto, di truccarsi. Infine, negli ultimi mesi, l’ordine di sottostare al matrimonio combinato con un ragazzo indiano residente in Canada. È a quel punto che la 18enne si è ribellata e si è rivolta ai carabinieri di Colorno per denunciare quanto era costretta a subire.

I militari colornesi, in stretta collaborazione con i servizi socioassistenziali, sono subito intervenuti garantendo alla ragazza, alla quale è stata fornita una nuova identità, la massima protezione in un luogo lontano da Colorno nel quale consentirle di continuare gli studi e, soprattutto, permetterle di vivere liberamente.

“Quando si è rivolta a noi – rivela il maresciallo Collana – la ragazza era molto scossa. Era provata per quell’ulteriore imposizione della famiglia. Siamo rimasti in contatto e l’abbiamo sentita anche di recente. Ora è serena. Vuole costruirsi una nuova vita, libera”. Ed il capitano Fiore aggiunge: “Questo tipo di reati stanno emergendo maggiormente perché ora c’è più consapevolezza nel denunciare”.

I due genitori, quarantenni, sono stati arrestati.

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