Eutanasia- Freddi (EP): “Sul fine vita libertà di scelta”. Una mozione per chiedere approvazione proposta di legge

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Il consigliere comunale di Effetto Parma, Marco Maria Freddi, annuncia la presentazione di una mozione finalizzata all’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la libertà di scelta sul fine vita:

“Come Consigliere Comunale di Parma presenterò, a-chi-ci-sta, la mozione Sia Eutanasia finalizzata all’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la libertà di scelta sul fine vita depositata in Parlamento nel 2013 e mai discussa.

Siamo il Paese dove i diritti – da sempre – sono tenuti al margine della discussione politica e delle istituzioni nonostante i sondaggi ci dicono che più della metà degli italiani sono favorevoli all’eutanasia legale.

La proposta di legge popolare Eutanasia Legale, si fonda sulla consapevole libertà di scelta ed autodeterminazione del malato nella scelta delle terapie, comprese quelle finalizzate a liberarlo dalle sofferenze.

E’ per questo che presenterò la mozione, forte del consenso dei parmigiani che in più di 2000 hanno sottoscritto, con autentica, la proposta di legge nel 2013.

E’ profondamente ingiusto, violento e politicamente rilevante, che chi aiuta un malato terminale a morire, rischi molti anni di carcere, è responsabilità del Parlamento creare le condizioni per la discussione e l’approvazione della proposta di legge sull’eutanasia legale che possa così rispettare il diritto sancito dalla nostra Costituzione a non essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la propria volontà.

L’assenza di una legge di questo tipo, tra l’altro, ha come conseguenze il rafforzamento della piaga dell’eutanasia clandestina e dell’accanimento terapeutico. La proposta di legge di iniziativa popolare, in sostanza, detta poche e chiare regole che stabiliscono come ciascuno possa esigere legalmente il rispetto delle proprie decisioni in materia di trattamenti sanitari, ivi incluso il ricorso all’eutanasia.

L’articolo 1 della proposta di legge afferma che ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento di sostegno vitale e/o terapia nutrizionale.

Lo stesso articolo dispone che il personale medico e sanitario è tenuto a rispettare la volontà del paziente ove essa provenga da soggetto maggiorenne e da un soggetto che non si trova in condizioni, anche temporanee, di incapacità di intendere e di volere; volontà che sia manifestata inequivocabilmente dall’interessato o, in caso di incapacità sopravvenuta, anche temporanea dello stesso, da persona precedentemente nominata.

La mozione vuole impegnare il Consiglio stesso ed il Sindaco di dare il loro massimo contributo per fare in modo che questa battaglia di civiltà venga sostenuta e posta all’attenzione dei cittadini e che i due rami del Parlamento Italiano vengano spinti ad affrontare e sanare una lacuna legislativa che impedisce la libera volontà di ogni essere umano a decidere sul proprio fine vita.

La Corte costituzionale ha depositato nei giorni scorsi, le motivazioni dell’ordinanza con cui lo scorso 24 ottobre ha rinviato di un anno la valutazione della legge che attualmente punisce ogni forma di cooperazione al suicidio, dando un anno di tempo al parlamento per intervenire con regole chiare sull’argomento.

Le motivazioni della Corte Costituzionale danno un significato a quella immensa sofferenza provocata dall’impedimento di realizzare la volontà dei malati.

Purtroppo, le forze politiche – in modo trasversale – si stanno già mobilitando per vanificare la decisione della Corte Costituzionale sull’assistenza alla morte volontaria.

La soluzione individuata per disinnescare la richiesta della Corte Costituzionale prevede di diminuire le pene, fino a 6 anni di carcere per l’aiuto al suicidio, mantenendo così l’impianto della legge del 1930 per conservare la criminalizzazione dell’aiuto al suicidio.

Mi auguro che i Parlamentari sappiano sottrarre un tema così importante alle logiche di partito e di fazione, facendo prevalere la ricerca dell’interesse generale e in particolare dei diritti delle persone e per tutto questo, attendo dai miei colleghi Consiglieri una adesione personale prima di presentare la mozione in commissione”.

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