105esimo amaro per il Parma: Caprari – Quagliarella, due a zero senza attenuanti

Parma brutto, svogliato, che quasi non scende nemmeno in campo e non si rende mai pericoloso, su un manto di gioco pesante che non può essere, però, un'attenuante.

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105esimo compleanno amaro per il Parma, brutto e bagnato su un Marassi pesante e gelido: dopo un primo tempo fatto di nulla la Samp mette il turbo e con Caprari e Quagliarella in quattro minuti la chiude. Ducali quasi inesistenti: se il Parma senza Gervinho è pure senza idee, altro risultato non si può sperare.

Era il 31 maggio 2015 quando il Parma si congedava dalla Serie A con un 2-2, il caldo, avvolgente, gemellato, tifo di Marassi accompagnò i ducali verso l’inferno. Era la fine di un crollo verticale già sancito dalla retrocessione matematica, un mese prima a casa della Lazio, iniziato al termine della stagione precedente, con il rigore schiantato da Cerci contro la traversa che qualificava il Parma all’Europa dei piccoli, aprendo la finestra su un vortice di debiti e incombenze non pagate.

Era l’apice di una gestione scellerata, il crollo agli inferi della serie D, e fu accompagnato dallo stesso calore che oggi, così come in estate per una gelida amichevole a Trento, ha avvolto l’ennesimo faccia a faccia tra due squadre storicamente gemellate, affettuosamente amiche.

Da allora, o meglio da quel 6 settembre 2015, dal campo sportivo di Arzignano, il Parma ha sempre premuto il tasto di risalita su un ascensore che in due anni nove mesi e diciotto giorni, lo ha riportato in serie A, in una notte di mezza estate, a Spezia, pochi km da Genova, tuttosommato.

Ma quel giorno, chi ci avrebbe scommesso? E da quel giorno nulla è più uguale. Ogni stadio di A, con la sua magnificenza, la sua bellezza, il suo rispettoso gelo o il suo affettuoso calore, ricorda al Parma da dove è ripartito. Ha un brivido tutto suo, che attraversa la schiena di chi ha imparato che nulla è scontato, nemmeno la serie A.

Speciale per speciale, sulla torta si aggiunge una candelina: 105 anni di storia, che il Parma celebra con una maglia speciale.

PARTITA – Riflettori accesi a Marassi, in un pomeriggio dicembrino freddo come il cielo, plumbeo come i cantieri navali della contraddittoria Genova, arroccata, rubata a mare e monti, splendida nella sua unica, complessa, essenza.

Gara equilibrata, condizionata dalla pioggia, da un terreno pesante seppur accettabile: in mezzo D’Aversa sceglie Rigoni con Scozzarella e Barillà, ancora panchina per Stulac, davanti il ballottaggio lo vincono Biabiany e Siligardi che fanno tridente con un Inglese che pare troppo solo.

Poche le occasioni a taccuino: all’undicesimo azione personale di Sala che si accentra e calcia dal limite col piede sinistro: Sepe blocca. Tre minuti dopo tocca a Rigoni su angolo di Scozzarella, lasciato solo non centra la porta.

Il campo si chiazza di pesanti macchie di pioggia, Sepe neutralizza Caprari e Quagliarella, l’unico spauracchio è al 38esimo quando un intervento del Var da ragione a Rigoni: impatto spalla – palla dopo un rimbalzo fasullo, si continua.

L’unico squillo del Parma è un tentativo sbilenco di Siligardi servito da Inglese: il primo tempo va in archivio con un minuto di recupero, un grigio umido che non promette nulla di buono, poche occasioni e zero emozioni, se non per quel brivido var.

RIPRESA – Nessun cambio nei 22 in campo, qualche grado in più nel tasso di umidità che rende Marassi una bolgia dei dannati a rischio affogamento tra acqua e scivoloni. In termini di possesso, si vede solo la Samp: il via all’assedio lo dà Linetty, gran diagonale e gran risposta di Sepe che respinge. Passano pochi minuti,  angolo di Caprari e testa di Tonelli, Iacoponi si rifugia in angolo. Al dodicesimo ancora Linetty, rovesciata acrobatica in curva,  al 59esimo miracolo di Sepe che alza un cross di Sala sopra la traversa.

L’assalto Doriano diventa doppio vantaggio in quattro minuti: cross dalla destra di Praet servito da Sala, al centro dell’area Caprari anticipa Alves e insacca. Tre minuti e mezzo dopo, ancora Praet, traversone sul secondo palo, Quagliarella è solo e di testa segna il due a zero.

Il Parma è tramortito, inserisce Ceravolo e Ciciretti per Siligardi e Gagliolo, ma la trazione offensiva non risolve il problema dello scarso possesso palla e delle ancora minori idee.

Tutta la spinta ducale è in un tentativo velleitario, di Ciciretti, da fuori. I padroni di casa rallentano, il Parma lascia fare. Sostanzialmente, ducali quasi nemmeno in campo.

Finisce così, il compleanno è amaro, Ma festa deve essere. Oggi più che mai. Perchè il Parma è tornato dove aveva lasciato. E oggi, come ogni altra domenica da quel maledetto 31 maggio 2015, ma ancora più di ogni altra domenica, il gusto deve essere quello speciale, agrodolce, buonissimo di chi è consapevole che la A è un lusso. Da difendere.

 

TABELLINO 

SAMPDORIA – PARMA 2- 0

Marcatori: 66′ Caprari, 70′ Quagliarella (S)

SAMPDORIA: Audero; Sala, Tonelli, Andersen, Murru; Praet, Ekdal, Linetty; Ramirez (dal ’82 Saponara) Caprari (dal 78′ Defrel) , Quagliarella (dal ’89’ Kownacy) . A disp: Cabral, Belec, Vieira, Barreto, Jankto, Colley, Tavares, Ferrari, Rolando. All. Giampaolo

PARMA: Sepe; Iacoponi, Alves, Bastoni, Gagliolo (dal 76′ Ciciretti) ; Rigoni, Scozzarella (dal 82′ Stulac), Barillà; Biabiany, Inglese, Siligardi (dal 67′ Ceravolo). A disp: Frattali, Bagheria, Gazzola, Gobbi, Dezi, Di Gaudio, Sprocati. All. D’Aversa

ARBITRO: Pairetto

AMMONITI: Murru; Linetty (S), Scozzarella (P)

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