Alluvione 2014: GUP chiede riformula capi imputazione per Pizzarotti e altri 4

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La posizione del sindaco Federico Pizzarotti viene rinviata a febbraio per l’alluvione del 2014. Imputate altre quattro persone: l’ex comandante della Polizia Municipale Gaetano Noè, il direttore dell’agenzia di protezione civile dell’Emilia-Romagna Maurizio Mainetti, il responsabile della protezione civile della provincia di Parma Gabriele Alifraco e Claudio Pattini, funzionario del Comune di Parma.

Il gup Mattia Fiorentini ha ordinato tuttavia al Pm di riformulare i capi d’imputazione per i cinque imputati.

Quel 13 ottobre le strade, piene di acqua per le copiose piogge, all’improvviso si riepirono di fanghiglia. Una parte della città finì sommersa dal fango esondato da un Baganza incontrollato, che abbattè il Ponte della Navetta e causò anche ingenti danni alle case parmigiane che incontrò lungo il cammino. Da subito la Procura di Parma aveva aperto un’indagine per disastro colposo, indagine chiusa a gennaio 2018.

Stralciate invece le posizioni di Gianfranco Larini, ex direttore del serivizio tecnico dei bacini del Po, deceduto, e di Francesco Puma, ex segretario generale, che avrebbe chiarito la propria posizione.

Secondo il Pubblico Ministero Paola Dal Monte il sindaco Pizzarotti non avrebbe attivato la fase di preallarme, ne quella di allarme, ne aggiornato il Piano di Protezione Civile.

Il sindaco Pizzarotti non si era presente in Procura, dove era presente solo l’avvocato durante l’udienza durata diverse ore. Il primo cittadino e gli altri imputati potrebbero essere ritenuti responsabili di lesioni colpose per le conseguenze dell’alluvione ai cittadini e in particolare ai pazienti dell’Ospedale Piccole Figlie.

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