Sequestro Mall ex Salvarani, accuse durissime:“Fatti macroscopicamente illegittimi, da far escludere negligenza e buonafede”

La concessione dei permessi per costruire il nuovo centro commerciale nell’area dell’ex-Salvarani a Baganzola e in prossimità dell’aeroporto di Parma è così “macroscopicamente illegittima da escludere la sussistenza di una ipotesi di negligenza e buonafede del funzionario che ha adottato i permessi a costruire”

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La concessione dei permessi per costruire il nuovo centro commerciale nell’area dell’ex-Salvarani a Baganzola e in prossimità dell’aeroporto di Parma è così “macroscopicamente illegittima da escludere la sussistenza di una ipotesi di negligenza e buonafede del funzionario che ha adottato i permessi a costruire”.

Sono durissimi i magistrati del Riesame Paola Artusi, Maria Cristina Sarli e Annalisa Dini, nelle motivazioni con le quali confermano il sequestro del cantiere, rigettando le valutazioni della difesa che sosteneva di poter procedere per il “basso rischio di incidenti per le dimensioni e per il traffico aereo presente in un aeroporto come quello di Parma”.

Secondo il Riesame in quel posto non si poteva costruire, troppo alto il rischio per l’incolumità delle persone e le concessioni edilizie rilasciate dal Comune per la realizzazione del centro commerciale a Baganzola, non andavano rilasciate. “Appare indubbio che il Comune, rilasciando le due concessioni edilizie per realizzare le opere nelle zone di tutela C e D non previste nel piano di rischio già adottato, abbia emesso un provvedimento amministrativo illegittimo”.

Per questo, l’assessore Michele Alinovi è indagato per abuso d’ufficio, così come il dirigente Dante Bertolini, soprattutto – secondo l’accusa – perché erano stati informati in un incontro a Roma da funzionari dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile) dell’”l’incoerenza tra l’ampliamento dello scalo e l’erigendo centro commerciale, sollecitando l’aggiornamento del piano”

Inoltre il Comune non ha provveduto ad aggiornare il piano di rischio per sei anni, quello stesso piano di rischio che regolamenta le aree in prossimità degli aeroporti che, se aggiornato, non avrebbe potuto permettere di procedere all’amministrazione al rilascio di due permessi di costruire (il 5 ottobre 2017 e il 18 gennaio 2018).

Si legge nelle motivazioni: “Nonostante quanto precisato dal Commissario (nel 2012), il Comune di Parma è rimasto inerte per circa sei anni, passati i quali non solo non adottava il piano di rischio per le zone di tutela C e D ma rilasciava anche due permessi di costruire (il 5 ottobre 2017 e il 18 gennaio 2018) per la realizzazione di un importante centro commerciale in tali due zone di tutela per le quali non era stato redatto il piano di rischio”.

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