Torino Parma, D’Aversa e la strategia perfetta: l’analisi tattica

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di Michele Tossani

Il Parma torna alla vittoria dopo più di un mese interrompendo la striscia positiva del Torino che durava da sei giornate. Gli uomini di D’Aversa si impongono per la terza volta in trasferta in questo campionato, al termine di una gara che li ha visti conquistare meritatamente i tre punti.

Dal punto di vista tattico il tecnico degli emiliani ha affrontato la sfida allo stadio Grande Torino proponendo una squadra rinnovata per quanto riguarda la scelta di alcuni elementi ma fedele a quei principi di gioco ormai consolidati che hanno caratterizzato l’inizio di campionato dei parmensi.


Così, ecco un 4-3-3 di base con Scozzarella a sostituire Stulac davanti alla difesa, con Gagliolo spostato nella posizione di esterno basso a sinistra per far spazio a Bastoni al centro della retroguardia e con Biabiany posizionato nel ruolo di esterno destro del tridente d’attacco.

Il piano gara predisposto da D’Aversa è evidente fin dall’inizio: i ducali difendono all’altezza della metà campo con aggressività, andando alla ricerca della palla per poi ripartire velocemente in contropiede. All’interno di questo contesto assumono un ruolo importante Biabiany e Barillà. Il primo ha il compito di retrocedere fino a dare man forte alla difesa occupandosi delle discese in avanti di Ola Aina mentre il centrocampista deve scivolare in fascia sinistra per sopperire alle mancanze di Gervinho in fase di non possesso palla e per aiutare Gagliolo a gestire De Silvestri. In pratica, in fase difensiva il 4-3-3 del Parma assume i tradizionali caratteri di un 4-4-2.

In verità, la non sempre efficace pressione di Gervinho nei confronti di Djidji crea al Parma qualche difficoltà da quel lato con la risultante che Gagliolo si trova spesso in situazione di uno contro uno con De Silvestri, situazione che vede l’esterno granata mettere in difficoltà l’ex Carpi nel corso del primo tempo.

Più efficace è il sistema di accorgimenti difensivi predisposto da D’Aversa sull’altro lato del campo dove i già citati rientri di Biabiany permettono a Iacoponi di restare più vicino ai centrali con la conseguenza che il 31enne difensore parmense può uscire nel mezzo spazio destro a contrastare Soriano, una delle due mezze punte schierate da Mazzarri.

A tutto questo si aggiungono le ottime prove di Grassi e Scozzarella nel mezzo al campo. I due centrocampisti basculano perfettamente da sinistra e destra col risultato di aiutare la mediana dei ducali a chiudere i corridoi centrali, impedendo così al Torino le imbucate verso i due trequartisti.

In particolare, è da sottolineare la prova di Scozzarella. Alla prima da titolare in questo campionato il centrocampista di D’Aversa gioca 77 minuti recuperando 4 palloni e contribuendo anche alle situazioni di possesso della squadra con un 79% di passaggi riusciti.

La buona prova degli emiliani nei primi 45 minuti di gioco è confermata non soltanto dal vantaggio con cui arrivano all’intervallo ma anche dal fatto che in almeno un paio di situazioni (contropiede concluso con una rifinitura sbagliata verso Grassi prima del vantaggio di Gervinho e altra transizione non andata a buon fine a causa di un altro errore di passaggio verso l’ivoriano poco prima del raddoppio di Inglese) il Parma avrebbe potuto segnare ancora.

Nel secondo tempo Mazzarri prova a ribaltare la partita prima inserendo Zaza e passando ad un 4-2-4 asimmetrico con Iago Falque largo a destra e Soriano nel mezzo spazio sinistro, poi passando ad un sistema più simmetrico, sempre con quattro riferimenti offensivi, attraverso l’innesto di Parigini.

Il Torino guadagna metri di campo ma non riesce a creare pericoli veri alla porta di Sepe. È invece ancora il Parma ad avere le occasioni migliori per chiudere la partita (come ad esempio in occasione della traversa colpita da Inglese, sempre in ripartenza).

Nel finale, per resistere agli attacchi granata, D’Aversa manda in campo Gazzola al posto di Biabiany, costruendo così di fatto una linea a cinque che concedeva al Toro i cross (alla fine saranno ben 36 i traversoni provati dai granata) nella consapevolezza dell’abilità dei propri centrali difensivi nel gioco aereo.

Alla fine, la vittoria del Parma è stata meritata come dimostrano anche i dati relativi agli expected goals delle due squadre che indicano come la squadra in trasferta abbia avuto le occasioni più pericolose per segnare alle quali, come detto, vanno aggiunte quelle mezze possibilità risultate da transizioni sbagliate in fase di rifinitura che avrebbero potuto consentire agli uomini di D’Aversa di aumentare ulteriormente il punteggio finale.

lagabbiadiorrico.com

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