Via Burla – Morto il boss Francesco Barbaro, aveva 91 anni

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Ma Il boss Francesco Barbaro, 91 anni, detto Ciccio «‘u Castanu», è morto ieri sera (giovedì) alle 22.40 nel carcere di Parma dove era detenuto da tre anni (stava scontando una condanna all’ergastolo) per l’omicidio del brigadiere Antonino Marino, avvenuto a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, nel 1990.

Era il detenuto più anziano d’Italia.  Nel 2013 era stato scarcerato dopo aver scontato più di vent’anni di reclusione per sequestro di persona. E aveva 86 anni. Ha guidato la più importante e potente cosca della ‘ndrangheta calabrese. La sua famiglia è considerata la più antica e potente dell’Aspromonte.

Era figlio di Francesco Barbaro e Marianna Carbone che all’inizio del del novecento diedero origine alla ‘ndrina dei Barbaro. Una famiglia che si è divisa poi in vari rami (Nigri, Pillari, Rosi) e appunto Castani (dal soprannome di Francesco) e si è legata a tutte le più importanti cosche della ‘ndrangheta: dai Papalia, ai Pelle, ai Perre: la figlia Marianna, infatti, è sposata con il discendente della famiglia Pelle di San Luca.

Il figlio Rocco, ritenuto il reggente della “Lombarda”, la struttura di vertice della ‘ndrangheta in Lombardia, oltre che presunto boss del narcotraffico tra Italia e Sudamerica e soprannominato “U sparitu”, perchè rimasto latitante per quasi due anni prima di essere arrestato a Platì (Reggio Calabria) nel maggio 2017, è stato condannato a 16 anni di carcere il 10 ottobre scorso.

La sentenza, emessa dall’ottava sezione penale milanese, in particolare, lo ha riconosciuto responsabile di associazione mafiosa e di intestazione fittizia di beni perchè a lui era riconducibile il Bar Vecchia Milano in corso Europa, a pochi passi dal Duomo che Rocco Barbaro, 53 anni, avrebbe acquistato attraverso lo schermo di prestanome.  Un altro figlio, Giuseppe, detto «‘u Charly», è stato recentemente scarcerato per motivi di salute e oggi è residente nel Riminese.  Francesco Barbaro era adorato come una reliquia anche dai pronipoti ormai sparsi in ogni parte del mondo. E soprattutto a Milano, dove Corsico e Buccinasco sono feudi delle famiglia, e in Piemonte, a Volpiano.

Barbaro era stato arrestato per la prima volta negli anni settanta scontando sei anni per associazione a delinquere, poi la condanna per un sequestro di persona avvenuto in Calabria nel 1989. Per gli investigatori il suo era il nome più pesante tra i vecchi boss, se non altro perché il più anziano discendente in vita dei fondatori Francesco Barbaro e Marianna Carbone.

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