Commemorato il sindacalista e parlamentare Santi, a 49 anni dalla scomparsa

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La commemorazione è avvenuta questa mattina presso il cimitero monumentale della Villetta, a 49 anni dalla scomparsa, di Ferdinando Santi, sindacalista e parlamentare parmigiano, scomparso nel 1969.

Alla cerimonia, promossa da Ggil Parma, ha partecipato, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, Alessandro Tassi Carboni, Presidente del Consiglio Comunale, insieme a Massimo Bussandri Segretario Generale CGIL Parma, Gianpaolo Cantoni Consigliere Provinciale e il Senatore Fabio Fabbri. Santi fu un importante esponente del movimento sindacale e politico dell’Italia del dopoguerra e si è distinto per l’impegno pacifista, per la sua vocazione unitaria e l’impegno nella tutela dei diritti degli emigranti. Fu un grande riformista. La Fondazione Ferdinando Santi si occupa, oggi, proprio dei diritti relativi a emigranti e immigrati.

“Il ricordare i grandi uomini di questa terra” ha detto il Presidente Tassi Carboni “il loro esempio di rigore morale, di una politica che si pone obiettivi e si confronta pacatamente con chi la pensa in maniera diversa sono un momento che offre alla comunità una strada per guardare al futuro, una riflessione su quello che manca oggi per avere una prospettiva di speranza e di impegno”.

“Ho rintracciato il percorso di Ferdinando Santi grazie a mio padre, che ha condiviso con lui gli anni di impegno politico” ha ricordato il Consigliere Cantoni “di lui voglio ricordare la pragmaticità, la solida cultura che si era dato da autodidatta per affrontare l’attività politica, l’essere un protagonista concreto delle battaglie che ha portato avanti”.

Massimo Bussandri ha sottolineato “Santi è stata una figura importantissima, la figura di maggior spicco nel movimento sindacale parmigiano, a cui la città non ha dato la meritata attenzione. Santi fu un visionario. Neutralista all’approssimarsi della Grande Guerra, uno dei primi europeisti dopo il conflitto bellico e durante la ricostruzione, attento al tema delle migrazioni a contatto con le genti di montagna del nostro Appennino nella fase finale della sua vita. E verso i migranti si muove infatti la Fondazione che porta il suo nome”.

Il Senatore Fabbri ha proposto una raccolta e la pubblicazione dei suoi discorsi e dei suoi saggi letterari prendendone qualche stralcio: “Non pensa e non vuole mai che l’Italia diventi tutta una Russia, opera perchè le cose vengano voltate gradualmente con un passo più lento perchè più sicuro”.

La commemorazione ha ricostruito l’uomo e il suo percorso politico. Ha ricordato a Parma uno dei suoi figli che sono stati maestri nel credere nell’utopia con ironia parmigiana.

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