“Fine delle trasmissioni”: così l’informazione libera perde Parma Quotidiano

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Parmaquotidiano chiude le trasmissioni: Parma perde una delle sue voci libere. Lo comunica il quotidiano stesso, con un lungo post.

Nato dalle ceneri, o meglio, dalle vittime del fallimento di PolisQuotidiano, a lungo PQ è stato voce narrante di economia e fallimenti, rinunciando coraggiosamente alla cronaca, da sempre foriera di click, per lasciare spazio ad ambiente e sociale.

Era gratuito per i suoi lettori, retto coraggiosamente con pochissimo sostentamento e tanto amore per la professione.

L’informazione libera non può e non deve essere gratis, ma l’imprenditoria parmigiana pare essere sorda a ciò, e le voci indipendenti finiscono macinate da scandali economici e da assenza di fondi.

Così, alla pluratlità, Parma la bella e la democratica, replica con la presenza di una voce univoca e monodirezionale, quella “del padrone”. Ai colleghi, la solidarietà di Parmapress24 e la speranza di poter narrare presto di un loro nuovo progetto.

La nota con cui viene annunciata la chiusura:

“Parma Quotidiano saluta i suoi lettori. Questo è l’ultimo giorno di attività. Il blog interrompe qui gli aggiornamenti. La società editrice Open Source – Editori Digitali S.r.l.c.r. è stata messa formalmente in liquidazione. Il portale resterà on line fino a marzo. Quindi lascerà definitivamente il web.

Era il giorno 19 febbraio 2013 quando venne scritto il primo post. Era un articolo dedicato alla crisi di Spip, all’epoca a rischio fallimento. Da allora ne sono stati pubblicati più di 18mila altri. Questo piccolo spazio libero di informazione locale si proponeva allora come occhio attento e voce critica sui fatti di Parma, ripromettendosi di dedicarsi all’economia, al mondo del sociale, all’ambiente e alla cultura, ovvero agli ambiti realmente vissuti dalle persone, più che alla cronaca che tanto emoziona ma spesso distorce la visione della realtà e più che alla politica, prigioniera oggi di troppe parole, promesse sul niente e bugie e con pochi ideali e orizzonti.

Senza farsi pubblicità, Parma Quotidiano è riuscito a ritagliarsi un suo spazio, una nicchia, a raccogliere uno zoccolo duro di lettori, anche se a non parteggiare mai per nessuno, ci si fa più nemici che amici. Il portale, supportato da una newsletter con migliaia di indirizzi, ha totalizzato in media un milione di visitatori all’anno ed è oggi seguito anche via Facebook con oltre 8mila “Mi piace” e via Twitter da quasi 2mila follower. Numeri piccoli per il mondo di Internet, ma comunque significativi se si tiene conto del bacino di riferimento (la sola Parma) e della qualità dei lettori, fra i quali sono molte persone con ruoli sociali in vista. Tutto a costo quasi zero, grazie all’impegno di pochissime persone che in modi diversi vi si sono spese.

Ringraziamo gli inserzionisti e quei lettori che con contributi economici liberali anche piccoli hanno permesso il mantenimento del portale e la copertura delle spese minime inevitabili. Anche il loro aiuto è stato fondamentale per tenere vivo questo spazio.

Ma come tutte le storie, anche quella di Parma Quotidiano ha una fine. Alcune persone che hanno dato una mano non sono più disponibili. La normativa e la tecnologia cambiano spesso e tenervi dietro richiede investimenti. Le entrate economiche sono andate scemando nell’ultimo anno. Da qui la scelta di mettere fine a questa esperienza.

Più volte, questo spazio ha riferito con rammarico della chiusura di iniziative giornalistiche o delle difficoltà dei media locali. Ecco, oggi aggiungiamo alla lista anche la fine di Parma Quotidiano.

Finché si è potuto, abbiamo cercato nel nostro piccolo di contribuire al pluralismo dell’informazione a Parma, sia nei post che dando sempre la massima libertà di commento ai lettori. Il pluralismo dell’informazione è un’esigenza per la democrazia, è garanzia di libertà. Ma non la si può avere a costo zero. Richiede professionalità, mezzi e continuità, per garantire qualità, indipendenza, originalità e per non sottostare ai meccanismi della rete, che al contrario tende all’omologazione, che avvantaggia tutto ciò che emoziona soffocando la razionalità e che vira spesso al pessimismo.

Parma Quotidiano non può più offrire quel minimo che sa essere necessario per presentarsi come spazio di informazione e confronto. Allora, piuttosto che perdere di senso, meglio chiudere qui.

Auguriamo la massima fortuna a chi si sta impegnando in quel servizio democratico che chiamiamo informazione, sul web, sulla carta, nell’etere. Per noi, invece, in questo 10 settembre 2018 è giunta la Fine delle Trasmissioni”.

 

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