A Parma redditi ancora non raggiungono livelli pre-crisi: sotto dello 0,67%

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Nell’Emilia-Romagna locomotiva della ripresa italiana, i redditi faticano a tornare a livelli pre-crisi. Almeno in cinque capoluoghi su nove. In realtà, lo scostamento è ormai ridotto al minimo e in quattro città, Modena, Ravenna, Reggio Emilia e Ferrara, il gap tra i redditi del 2008 e quelli dichiarati per il 2016 è completamente colmato e, anzi, si registra un leggero aumento delle ricchezza pro capite.

Ancora in negativo, invece, Bologna, Forlì-Cesena, Parma, Piacenza e Rimini. A confrontare i redditi a otto anni di distanza è il Sole 24 Ore, che, in un approfondimento pubblicato oggi, evidenzia come solo in 17 province su 108 si registri un lieve recupero. I calcoli del quotidiano di Confindustria tengono conto dell’inflazione che nel periodo in questione è cresciuta dell’11%.

Bologna non è nell’elenco dei capoluoghi virtuosi anche se resta la città emiliano-romagnola con il reddito medio più alto: 28.048 euro nel 2016 (dichiarazioni 2017), in termini reali l’1,09% in meno rispetto al 2008. All’opposto Ferrara, una delle realtà economicamente più fragili della regione, dove, nello stesso periodo, il reddito medio è cresciuto in termini reali dell’1,08% a 23.596 euro.

Bene anche Modena, con una ricchezza per abitanti di 26.389, lo 0,65% in più del 2008, Ravenna, con 22.343 euro e un incremento dello 0,69%, e Reggio Emilia, 24.468 euro pro capite e uno scostamento dello 0,10%.

Ad un passo dal tornare ai livelli pre-crisi Forlì, dove il reddito medio nel 2016 si attestato a 22.288 euro, lo 0,37% in meno rispetto al 2008, Parma supera i 27.353 euro medi, ma è ancora sotto dello 0,67%. Allo stesso modo Piacenza, dove la ricchezza per abitante ammontava nel 2016 a 25.187, lo 0,75% in meno rispetto al 2008, e Rimini che con 20.459 euro risulta ancora dello 0,66% al di sotto dei livelli precedenti alla recessione

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