Dal 1 gennaio al 31 luglio si sono registrati a Parma e Provincia 32 casi di morbillo. Il 2018 inizia con valori già superiori rispetto all’anno precedente anche se mancano ancora 5 mesi: con più del doppio dei pazienti coperti dalle bolle rosse.
L’anno scorso infatti vennero registrati dall’Ausl di Parma 16 casi e nel 2016 furono 21. I numeri sono cresciuti tuttavia in modo netto rispetto agli anni ancora precedenti: si pensi che nel 2015 erano 5 i casi segnalati e nel 2014 erano stati solo 2, nel 2013 e nel 2012 erano stati poi 3 per anno. A Parma, secondo i dati del settore profilassi e malattie infettive dell’Ausl, nel primo focolaio scoppiato ad aprile, si sono ammalate prevalentemente persone tra i 20 e i 50 anni, legati da parentela o conoscenza. Sono stati invece tre i bambini ospedalizzati per la malattia.
Ad ammalarsi poi sempre più adulti, per cui le complicanze posso essere anche importanti. Negli adulti, il morbillo si manifesta in maniera più forte e, rispetto alla stessa patologia presa in età infantile, può portare un maggior numero di complicazioni serie come l’encefalite, la polmonite morbillosa o altre complicazioni polmonari di natura opportunistica.
In Italia, dal 1 gennaio al 30 giugno 2018, venti Regioni hanno segnalato 2029 casi di morbillo (267 nel mese di giugno), inclusi 4 decessi, e 14 casi di rosolia (3 nel mese di giugno). L’89,4% si è verificato in sette Regioni: Sicilia, Lazio, Calabria, Lombardia, Campania, Emilia Romagna e Toscana. L’età mediana dei casi è stata pari a 25 anni e 393 casi si sono verificati in bambini di età inferiore a 5 anni (di cui 125 avevano meno di 1 anno). Il 91,3% dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,4% era stato vaccinato con una sola dose. Quasi la metà (48,9%) ha sviluppato almeno una complicanza mentre il 59,5% dei casi totali è stato ricoverato. Inoltre, 87 casi sono stati segnalati tra operatori sanitari. Lo riferisce il bollettino di luglio 2018 della sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia prodotto dall’Iss
