WhatsApp Gate terminato: le ultime riflessioni ragionate di Gabriele Majo

0

GABRIELE-MAJO-Foto-Franco-Sacc-Archimmagine-007.jpg(Gabriele Majo, da www.stadiotardini.it) – Prima o poi devo smettere di scrivere: sì, lo so, mi mancherà terribilmente e sento già la “scimmia”, ma debbo farlo per una infinità di ragioni, più o meno buone. In cuor mio pensavo di aver deposto già la penna ieri sera, alle 19, con l’editorialino di accompagnamento alla lieta novella, appagato dal sollievo che nessuna iniqua punizione fosse toccata al Parma dopo il Processo d’Appello, con la soluzione messa in sentenza dalla Giuria che collimava pressoché perfettamente con il “lodo” che StadioTardini.it aveva subito indicato fin dal giorno del deferimento e al quale era rimasto ancorato nei giorni successivi, malgrado la fede potesse vacillare (e a quanti, troppi, inclusi certi insospettabili è vacillata…) dopo certe “tranvate” come la richiesta hard core di 4 anni di squalifica per Calaiò e 6 punti (!) al Parma pronunziata dalla Sacra Inquisizione in sede di primo processo, e la condanna del TFN dimezzata all’Arciere, ma sempre pesante per il club Crociato, ben 5 punti da scontare in Serie A. La Serie B? No, non l’avevo considerata: era troppo scandalosa, peggio che un Triangolo negli anni 70 con Renato Zero… Non l’avevo considerata perché ragionevolmente non si poteva per un cazzein e per un pippein azzerare una delle imprese più belle dello sport italiano degli ultimi anni, che giustamente Marco Ferrari definisce un bello spot per il calcio, ovverosia la Triplice Promozione. Eppure il timore di finire nel Baratro aveva contagiato in tanti, dopo che certi untori, più o meno instradati dalla stessa Inquisizione, avevano iniziato a sparare titoloni di “Parma Rischio B” (quando andava bene, perché altri, come troppo spesso avviene, ci avevano condannato prima ancora che i processi fossero ferrari rangerscelebrati…), al punto tale che, salvato “il bene della vita” (ovvero la Serie A, secondo la definizione del Bomber degli Avvocati, al secolo Edoardo Chiacchio), andavano anche bene 5 punti di penalizzazione. E poi la riduzione in Appello. No: a noi di StadioTardini.it non stava bene, volevamo la Derubricazione, è siamo contenti di averla ottenuta. Per una infinità di motivi che avevo ribadito anche ieri mattina in un commento in risposta a Demo e che qui, scusate l’autocitazione, vorrei riproporre, ri-sottolineaando, con un certo orgoglio, che dette parole le misi bianco su nero a poche ore dal giudizio, quando i bookmakers virtuali davano la penalizzazione al Parma di un paio di punti in vantaggio 99-1 sulla Derubricazione:

“La Derubricazione. Sono convinto anch’io – bella forza, dirai: sono due mesi che vai a dietro… – che quella sia la soluzione più razionale ed equilibrata. Però non è detto matematicamente che possa finire così. Anzi, c’è chi perfino scommette (solo virtualmente per paura di perderlo davvero…) il proprio stipendio che almeno due punticini ci resteranno attaccati.

Ebbene, tale evenienza, sebbene la consideri ingiusta ed iniqua, purtroppo è nel novero delle possibilità, del resto come l’assoluzione totale.

Il mio lodo, la derubricazione, è una sorta di equilibrismo tra giustizia ed opposte esigenze, oltre che un’assegnazione perfetta di una fattispecie di reato sportivo, appunto la “slealtà” rispetto al tentato illecito.

Perché equilibrismo? Perché da una parte c’è l’input moralizzatore della Federazione che vorrebbe punizioni esemplari su due piaghe che affliggono il nostro calcio, gli illeciti e le plusvalenze fittizie. Come noto sono un Grillo Parlante, per cui non mi stanno antipatici i moralizzatori visto che lo sono anch’io, epperò bisogna saper moralizzare con intelligenza. Appigliarsi alle whatsappate di Calaiò mi sembra più che altro una porcheria che non un’opera moralizzatrice. La Guerra Santa verso gli illeciti, che è sacrosanta, dovrebbe essere combattuta sul serio sui casi di combine, ma una qualsiasi persona normodatata e in buona fede non può assolutamente leggere nelle incaute chattate dell’Arciere un tentativo di aggiustare la partita. Ergo, una punizione per illecito su quello che illecito non è si può rivelare un boomerang per i moralizzatori.

Equilibrismo, poi, perché è naturale che una volta che c’è stata una delazione (altri la chiamano denuncia, anche se l’Avv. Chiacchio giustamente la inquadra come semplice comunicazione) da parte di calciatori (meglio: di una società di calcio), far finire tutto a tarallucci e vino sarebbe un deterrente per ulteriori spiate, viceversa in caso di condanna (con annessa penalità per la squadra ritenuta oggettivamente responsabile) ci sarebbe da scommettere che si moltiplicherebbero le “spiate”. Ma queste segnalazioni, a ben vedere, dovrebbero esser meglio valutate da chi le riceve.

Equilibrismo perché sanno bene anche in Procura che “retrocedere” il Parma per la teenagerata di Calaiò sarebbe una porcheria spropositata: e il sentenza lo ha scritto lo stesso Tribunale Federale che sarebbe esagerato. Però, nello stesso tempo, per lanciare un segnale, c’era l’esigenza (Catatapano dixit e scripsit) che almeno un Tribunale condannasse il Parma. Almeno uno: mo, dunque, accontentati in toto essendo stati tolto appena un punticino rispetto alla hard richiesta subordinata: che poteva pretendere di più la Procura, che appunto evita di appellarsi essendo già appagata?) di condannare.

Siccome su certe cose non si scherza, e appunto come monito a futura memoria, che Calaiò la pasci liscia ne dubito fortemente: ecco, dunque, che la derubricazione salverebbe capra e cavoli. Sei mesi a lui per semplice slealtà sportiva (art.1), così intanto medita, ma ha ancora la possibilità di chiudere onorevolmente la carriera; niente punti di penalità per il Parma, che non ha alcuna colpa, e procura, comunque già appagata per aver vinto il primo round.

In diritto: esiste un precedente, quello richiamato dagli organi di stampa locali in questi giorni e di cui già ho accennato anch’io in articoli e commenti, quello, cioè del presidente dell’Alto Vicentino Delle Rive che erano andato a pietire clemenza niente di meno che sul campo d’allenamento dell’avversario. Ebbene: la stessa corte che tra poche ore giudicherà i messaggini, pochi mesi fa aveva derubricato dal 7 all’1 il Delle Rive, distinguendo tra atti preparatori a un illecito a tentativo. Sottigliezze da azzeccagarbugli, ma sarebbe abbastanza grave se la CFA smentisse se stessa poco dopo non derubricando il reato di Calaiò”.

derubricazioneL’autocitazione di cui sopra, oltre che per appagare la mia riconosciuta vanità tendente all’autoreferenzialità, è utile per capire i motivi per cui avevo puntato fermamente sulla derubricazione. E già che sono scaduto nell’autoreferenzialità concedetemi – tanto, davvero, questo è l’ultimo articolo e come vedete già da ieri sera non intervengo più neppure nello spazio commenti – di sottolineare come, in carriera, questa sia stata la mia terza difficile previsione azzeccata. La seconda? Beh direi tutta l’epopea StadioTardini.it in epoca Ghirardi-Leonardi, allorquando dopo esser finito all’indice quale nemico del Parma, per via della nota scomunica presidentesca, in molti mi accusavano di far l’oppositore (eufemismo) solo perché ero stato lasciato a casa da loro (balla: fui io ad andarmene considerate le condizioni capestro che mi avevano sottoposto per restare). Includerei anche la famosa notte Taci-Manenti, che tanto è un tutt’uno con la vicenda di cui sopra. Ma il “successo” inaspettato di ieri m’ha fatto tornare alla mente una delle mie prime nette affermazioni (su quotati colleghi), di cui vado, tuttora, molto orgoglioso, perché anche quella volta, come ieri, ero in pratica solo contro tutti… Erano i giorni IMG-20180729-WA0011dell’amministrazione straordinaria: il Commissario Bondi doveva scegliere il delicato ruolo di Amministratore Delegato del neonato Parma F.C. che, grazie agli sviluppi della Legge Marzano, aveva mantenuto il titolo sportivo del Parma A.C. in Serie A, malgrado il crac Parmalat, ritenendo quella in atto in tutta la galassia, inclusa quella sportiva pur non facendo parte del core-business, una ristrutturazione aziendale. Quella mattina, mentre facevo colazione alla fu pasticceria Cecè, in Via D’Azeglio – proprio di fronte ai portici dell’Ospedale Vecchio, laddove da ragazzino con altri coetanei un po’ pirati come me (tra cui Marco Gabbi che mi ha fatto pervenire questa foto con le nostre antenne impiantate nel 1981 e ancora saldamente al loro posto) e la benedizione (per lui poi, forse, trasformata in maledizione…) di Carlo Drapkind diffondevamo nell’etere la nostra “Radio Pilotta-Eco Radio” – sobbalzai sul trespolo mentre ingurgitavo la brioche, nel leggere all’unisono la Gazzetta dello Sport e la Gazzetta di Parma che indicavano come già fatto l’arrivo, per quella pobaraldi bondisizione, di tale Parrello, ex manager Telecom. Io, invece, da settimane avevo puntato, come cavallo, su Luca Baraldi, al quale nei giorni precedenti avevo estorto una dichiarazione “io per il Parma lavorerei anche gratis” rilanciata su tutti i vari mezzi di informazione di cui ero referente da Parma o in Parma. Frase che, evidentemente, dovette piacere particolarmente al SuperCommissario Bondi che alla fine scelse proprio lui. Erano le 5 della sera quando l’allampanata figura del dirigente si palesò al Tardini, scendendo i gradoni per raggiungere gli uffici, tra la sorpresa dei colleghi in diretta, i quali, da quel momento, dopo non avermi considerato per nulla nelle ore precedenti, si contendevano il mio verbo… Ecco, ieri ho riassaporato la stessa sensazione…

IMG-20180729-WA0012Scusate la divagazione. Lasciamo il flashback e torniamo ai giorni nostri: Alessandra, ieri, nel nostro spazio commenti, scriveva che non era contenta perché avrebbe preferito una assoluzione con formula piena, senza multe per il Parma perché, sia pure ridimensionata resta una piccola macchia. Non perché sia “tifoso” della famosa “derubricazione”, però, obiettivamente, per le tante ragioni prima ricordate, diventava difficile attendersi di meglio con certi chiari di luna e le norme in vigore. Per non aver neppure la multa – che stamani 007-Catapano ha definito un “buffetto”, tipica espressione del gergo molto in voga nei corridori del palazzo della Procura Federale in cui risulta sempre tra i benvenuti e immaginiamo lo sia anche dopo l’articolo odierno di cui sotto parlerò – il Parma avrebbe dovuto sperare che ieri il proprio tesserato Emanuele Calaiò (foto da Gazzetta di Parma) venisse completamente prosciolto, perché la responsabilità oggettiva sulle sue azioni c’era qualsiasi fosse la il reato contestato, con la differenza che con l’art. 7 che regola gli illeciti sportivi (anche solo tentati) la sanzione si esprime con punti di penalità, mentre nell’acalaiò processo appellort.1, quello della slealtà sportiva, solo con multe. Ma anche l’esiguo importo comminato testimonia come per il club si tratti proprio del minimo indispensabile della pena. Quindi per il Parma si può parlare di un grande successo, viceversa per la Procura federale è stata una grande Caporetto (anche se, secondo me, l’avevano messa in conto, visto che le bastava che almeno un tribunale gli desse ragione…). Emanuele Calaiò, però, ancora non può essere completamente contento perché, pur avendo visto notevolmente ridotto il carico (meno di 5 mesi di squalifica contro i 4 anni richiesti dalla Procura e i 2 irrogati dal TFN in primo grado) preferirebbe esser completamente riabilitato: dunque immaginiamo ricorrerà al Terzo Grado di Giudizio, ovvero la Corte di Giustizia del CONI, il cui verdetto non potrà esser peggiorativo. E quindi può darsi che la sua vacanza possa esser interrotta anche prima rispetto al termine indicato nella sentenza di ieri (31.12.2018). All’Arciere auguriamo di poter chiudere l’annata risultando decisivo, con i suoi gol e i suoi assist, alla salvezza Crociata, così come lo era stato nelle due ultime promozioni.

tuttosport 10 08 2018Ed ora, a grande richiesta di Demo, un’occhiata ragionata ai giornali in edicola stamani. Intanto un grazie, da tutto l’universo Parma, andrebbe rivolto a Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport, che fin da principio, a differenza di altri abbagliati dall’ignoranza e si spera solo quello, aveva capito che quello di Calaiò non era un illecito sportivo e lo aveva più volte ribadito senza se e senza ma, a costo di risultare impopolare, ad esempio, in una piazza dove storicamente il giornale sportivo torinese è molto diffuso, come Palermo. E il suo editoriale di oggi (“Parma assolto, giustizia è fatta”) risuona come musica per le orecchie dei tifosi Crociati. La Gazzetta dello Sport, invece, già era partita male col tweet di lancio dell’edizione on line di ieri, per la scelta di un aggettivo sinceramente inadatto – e per certi versi offensivo – quale “graziato”, successivamente corretto con un più consono “assolto”, anche se in realtà non è un termine tecnicamente perfetto giacché siamo al cospetto di una derubricazione che comunque è costata una piccola multa. Un buffetto, come scrive Catapano. Già: “The Voice” non era neppure partito malissimo nell’incipit, che sembrava scritto non da uno che flirta con la PF, anzi tutt’altro: “Ma quale illecito sportivo? Quei messaggi whatsapp con strafalcioni ed emoticon che Emanuele IMG-20180810-WA0004Calaiò inviò a due avversari dello Spezia quattro giorni prima della sfida che avrebbe promosso la sua squadra, il Parma, in Serie A, erano poco più di uno scherzo…”. Strafalcioni? Non ne ricordo, magari linguaggio da caserma. Piuttosto: non si vince il premio Pulitzer quando pullulano le inesattezze: strano che dopo essersene occupato per tre mesi non abbia realizzato che i messaggini mandati da Calaiò erano solo a un giocatore dello Spezia e non due! Esattezza esattezza esattezza, gli avrebbe detto Bellè (rip.), che della Rosea era stato corrispondente… In un altro passaggio, rischiando la scomunica della Inquisizione, ha persino l’ardire di parlare di sconfitta della Procura Federale! E se lo dice il Gran Comunicatore… Trascrivo: “Un’altra sconfitta per la Procura Federale, il cui impianto accusatorio in primo grado aveva retto alla grande, tanto da suggerire a Pecoraro di non ricorrere in appello. Una mossa che suo malgrado ha finito per facilitare la vita a Calaiò e al Parma. Ora la Procura aspetta di leggere le motivazioni per capire se avrà margini di ricorrere al Coni (difficile), ma la frittata è fatta”. Tra poco divamperà il falò, ma scusatemi una piccola interruzione: ho provato a contattare Lex ed altri IMG-20180810-WA0013avvocati di diritto sportivo autori di StadioTardini per avere conferma del mio pensiero, ma evidentemente sono già con i piedi sotto la tavola, comunque io, da ignorante, ritengo che sia davvero difficile che la Procura possa ricorrere al Coni (terzo grado), appunto non avendo fatto ricorso in secondo grado! (E ora ho anche l’avallo, in extremis,  di Lex: no, la Procura non può farlo… A proposito di Lex: alcuni nostri lettori che lo avevano “perculato” dopo le prime azzecatissime analisi farebbero bene a scusarsi, grazie). Certo che leggere Catapano che parla di frittata della Procura Federale è impagabile… Mastercard. Dicevo del falò. Ecco le fiamme: “Una riflessione amara: non è la prima volta che il lavoro della Procura finisce stritolato nei botta e risposta tra Tribunale e Corte d’appello. Possibile che le tesi dei pm sportivi siano quasi sempre convincenti per gli uni e quasi mai per gli altri?” Dai, mo’ che ti sei fatto una domanda, datti anche una risposta… Io azzardo che l’assurdo era stato l’avallo del TFN in primo grado, visto le quisquilie di cui si stava parlando. La guerra santa contro gli illeciti – che equivalgono all’omicidio, come peso specifico – è giusto che venga combattuta, ma senza rasentare il ridicolo considerando tale quei tre messaggein!

stadioDemo mi chiedeva anche del CorSport-Stadio: l’articolo di Giorgio Marota mi pare una cronaca precisa, senza azzardi di giudizi. Il titolo: “Il Parma è salvo” personalmente mi piace poco. Salvo da cosa? Se si riferiva alla B era già sancito dal primo grado: la notizia, ieri, era l’azzerramento della penalizzazione. La notizia campeggia anche su altri giornali a tiratura nazionale. La Stampa: “Parma, via la macchia del -5”, anche se restano gli sbordacci di questi mesi…; Il Corriere della Sera: “Parma, incubo finito: via la penalizzazione”.

E Zamparini? Beh,zamparini calcio malavitoso avete già letto, visto che tra gli sport preferiti di chi tratta del Parma c’è il riportare le sue esternazioni: quella sulla Rosea sicula ha i crismi per il penale: “Al Palermo negata la A da un calcio malavitoso”. Sarebbe lecito attendersi dalla solerte PF (saranno in vacanza?) che intervenissero d’ufficio, senza appiattirsi sulle richieste di un esposto del Parma, perché qui l’offesa non è solo alla Società Crociata, ma un po’ più ampia. E diffusa fuori dall’ambito locale…

lavatesta nel pallone speciale coppa italiaE’ davvero tutto, scusate l’articolessa old style un po’ lunghetta, ma è l’ultima della serie speciale di questo mio straordinario ritorno: come preannunciato finita l’emergenza faccio di nuovo un passo indietro: restituisco la “esecutività” sospesa in questi giorni, al nostro vice direttore esecutivo Gianni Barone che ringrazio, assieme a tutti gli autori, per avermi non solo supportato, ma anche sopportato in questo mio estemporaneo ritorno. Nel salutarvi sottolineo questo mio desiderio: vorrei che StadioTardini.it fosse una sorta di Caleidscopio Crociato sempre più completo di opinioni (magari anche non condivise da me) e contributi multimediali (avete notato le ultima novità?) Chi si aggiunge sarà il benvenuto. Grazie di tutto. Specie ai lettori che mi vorrebbero qui ancora. E sempre Forza Parma. Gabriele Majo (direttore responsabile di www.stadiotardini.it)

ARTICOLI E CONTRIBUTI MULTIMEDIALI CORRELATI

“HABEMUS DERUBRICAZIONEM”! NON FU ILLECITO: CALAIO’ FERMO FINO AL 31 DICEMBRE PER “SLEALTA’ SPORTIVA”. AL PARMA MULTA DI 20.000 EURO

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here