ParmaPress24

Inceneritore- Scarpa (PP): “Un abbraccio politico sulla testa dei cittadini

Dal consigliere comunale di Parma Protagonista Paolo Scarpa:

“Si assiste in questi giorni a una estasi della ipocrisia, ennesima puntata della telenovela del termovalorizzatore di Ugozzolo.

Dal 2010 ad oggi, in otto anni, il termovalorizzatore che prima non esisteva, è passato da una potenzialità di 65 mila tonnellate annue di rifiuti trattati (piano provinciale rifiuti), a 130 mila (osservazioni di Iren al Piano accolte dalla Provincia), a 160 mila. E tutto questo senza che nessuno, Sindaco in testa, facesse nulla per limitare il processo. Sappiamo che oggi il termovalorizzatore brucia circa il 70% di rifiuti non prodotti da Parma e dal suo territorio e questo per gentile concessione della Regione Emilia Romagna che si è sostituita alla Provincia nella competenza sulla gestione rifiuti.

Ora Sindaco e Amministrazione si propongono come garanti di una “autolimitazione” allo smaltimento da parte di Iren a Ugozzolo, con il placet della Regione Emilia Romagna. Con rispetto per le parti in gioco, ci sembra l’ennesima partita in cui esce sconfitta la città in un intreccio di potere e di interessi personali e politici.

L’amministrazione che fu eletta nel 2012 sulla promessa solenne di fermare la costruzione del termovalorizzatore, in sei anni di gestione nulla ha fatto non solo per fermarlo, ma neppure per limitarne i flussi di rifiuti in entrata. Tra l’altro il Comune di Parma è socio Iren ed esprime un membro nel consiglio di amministrazione. Inoltre mi chiedo che autonomia possa avere un Comune come quello di Parma che accetta da Iren centinaia di migliaia di euro di sponsorizzazioni ogni anno (pensiamo solo ai centomila euro per il concerto di Fedez) e oggi si propone come censore di Iren, a cui, per altro, concede il privilegio di una “autolimitazione” di smaltimento rifiuti.

Quale autorità ha esercitato il Sindaco una volta eletto nel 2012 per almeno rinegoziare la realizzazione di un’opera che riteneva profondamente nociva per la città e il suo territorio? Poteva farlo, da massima autorità sanitaria del Comune, avendo sbandierato in campagna elettorale relazioni scientifiche che asserivano che le nanopolveri del termo avrebbero prodotto effetti terribili per la popolazione (tumori anche ai bambini, ecc.). Poteva farlo da Amministratore bloccando una concessione che era stata affidata senza gara di appalto ma con una procedura in house providing che confliggeva con la natura privata di Iren, quotata in Borsa.

Ma il rapporto a tre, Comune di Parma, Iren, Regione Emilia Romagna passava sopra la testa del territorio e della città.

Ora passare da 160 mila tonnellate anno a 190 mila è come buttarsi dal venticinquesimo piano di un grattacielo anziché dal ventesimo. Il male è fatto. E le rassicurazione di Arpa che ci dicono che gli inquinanti emessi dal camino di Ugozzolo non sono rilevanti sembrano porsi in secondo piano rispetto alla questione 160 mila sì, 190 mila no, sostanzialmente irrilevante, se non per il fatto che se oggi si autorizzassero 190 mila, sappiamo già che domani si passerà a duecentomila e così via.

Questa estasi di ipocrisia porterà Sindaco e Regione a un abbraccio politico sulla testa dei cittadini e delle imprese e con approvazione di Iren (che magari attenderà che siano passate le elezioni regionali imminenti per alzare la posta). E’ un libro già scritto”.