Udienza sms, mano pesantissima della Procura: -2 sull’anno in essere o – 6 sul prossimo, 4 anni a Calaiò

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Due punti di penalizzazione da applicare nella scorsa stagione (che significherebbe  nuovamente serie B), se la penalità dovesse essere scontata nell’anno in essere, meno sei punti in Serie A, con quattro anni di squalifica per Emanuele Calaiò. Sono queste le richieste della Procura Federale della FIGC per il Parma e per l’attaccante crociato, accusati di tentato illecito sportivo dopo i messaggi intercorsi tra l’Arciere e l’ex compagno Filippo De Col dello Spezia proprio prima della sfida tra ducali e liguri.

Intanto il Palermo è stato ammesso come parte interessata al procedimento sportivo davanti al Tribunale federale, presieduto da Mario Antonio Scino. Accolta l’istanza della società siciliana in quanto, qualora il Parma dovesse essere penalizzato, “portatrice di un interesse diretto per la posizione di classifica e per aver disputato la finale di playoff”. Il tribunale ha invece ritenuto inammissibile l’istanza di ammissione presentata dal Venezia.

Il commento di Eduardo Chiacchio, legale del Parma – L’avvocato Eduardo Chiacchio, legale difensore del Parma in questo giorno molto importante per la Serie A ducale, ha parlato così alla Gazzetta dello Sport, della posizione del club in merito all’accusa di tentato illecito sportivo per gli ormai famigerati messaggi di Calaiò prima di Spezia-Parma:

“Ci sentiamo tranquilli di poter affrontare questo processo, con argomenti forti. Le nostre valutazioni derivano da un attento esame degli sms contestati, con le dovute interpretazioni fornite dalla giurisprudenza più recente, che per casi molto più gravi, pure in pendenza di processi penali, ha ritenuto di non condannare per illecito”.

Paolo Rodella, legale di Emanuele Calaiò: “Se quello è un illecito sportivo possiamo smettere tutti, chiudiamo il calcio e andiamo al mare, perchè allora tutte le partite sono illecite”. Il legale intanto sottolinea la differenza tra le inchieste passate, in cui sono comparse armi, valigette piene di soldi e altro e quella che attualmente vede coinvolto il suo assistito per dei messaggi dal tono palesemente scherzoso. “Nel caso Izzo si parlava di criminalità organizzata – spiega Rodella – di indagini della DIA, ci sono stati arresti, si è parlato di due cene conviviali da parte degli organizzatori di questa presunta combine alla quale Izzo avrebbe partecipato. È stato prosciolto. E la Procura Federale non ha impugnato la sentenza di proscioglimento. Allora questo è un po’ l’indignazione mia rispetto a questa storia. Prima non impugna quella sentenza, e poi viene a deferire Calaiò. Avrebbe dovuto chiedere scusa a Calaiò per queste accuse infamanti. Richiedo il proscioglimento assoluto, o in ultima sede derubricazione ad articolo 1”.

Le parole di Emanuele Calaiò –  “Volevo sottolineare alcuni aspetti sulla mia persona. Non nego che ho passato un’estate infernale, orribile. È la prima volta in cui mi trovo dentro a queste mura. Non sono mai stato coinvolto in cose come queste e non mi aspettavo di finirci. Sono messaggi innocui, scherzosi, senza secondo fine, e non  ho mai pensato minimanente di alleggerire l’impegno degli avversari. Ho passato due mesi orribili,  sui giornali, come se fossi un criminale, a giustificarmi con i miei figli, con i loro compagni che gli mandano messaggi. È stato bruttissimo, non lo auguro a nessuno. Detto questo, ho 36 anni, sono a due anni dalla fiine della mia carriera. Ho fatto vent’anni di calcio, ho girato grandissime piazze, Napoli, Genoa, Siena, Catania, Spezia, Parma, e in tutte le piazze ho lasciato il segno. Non solo a livello tecnico, ma anche fuori dal campo. Ho giocato in piazze  che sono state coinvolte in cose più gravi, e non sono mai stato toccato, sono uscito pulito e mai minimamente menzionato. Sono una persona corretta, pulita, i sette campionati vinti li ho vinti sul campo, e tutti i miei coompagni ed ex compagni sanno che tipo di persona sono, e mi dispiace che non ci sia lo Spezia qui oggi. De Col, Terzi, mi sono lasciato in buonissiimi rapporti, e speravo che loro ci fossero perchè avrebbero confermato. Vorrei finire la mia carriera – spiega Calaiò – come l’ho iniziata, dando tutto me stesso dentro e fuori dal campo, e non macchiata da queste situazioni che non mi appartengono. Faccio fatica anche a parlare, sono amareggiato, non pensavo di arrivare a questo punto perchè non ho fatto niente di grave, sono cose che non appartengono alla mia persona”.

Una precisazione: queste sono le richieste della Procura.  Ora toccherà al giudice stabilire se e quale pena infliggere. AGGIORNAMENTI PIù TARDI

 

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