Rassegna Stampa Ragionata di Gianni Barone: “Caso SMS, la perfetta ricostruzione di Jacobelli e le gravi inesattezze da La Spezia”

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IMG-20180629-WA0018(Gianni Barone da www.stadiotardini.it) – Se c’è un articolo che vi consigliamo di leggere per farvi un’idea precisa sul caso SMS di Spezia-Parma è quello di Xavier Jacobelli su Tuttosport di stamani: il direttore del quotidiano subalpino, che fin dall’inizio del tormentone estivo, senza indugio, ha preso le difese della società Crociata, nell’editoriale di stamani ha effettuato una perfetta ricostruzione dei fatti, chiara ed efficace, senza insulsi e sterili scandalismi o piagnistei – che alla fine finiscono per fare il male del Parma – delineando, viceversa, nel migliore dei modi i passaggi chiave della vicenda. Da pubblicista anziano mi scappello dinnanzi a lui per un meritatissimo “chapeau”, ma non perché si sia schierato dalla parte del Parma (con un titolo che la dice tutta: “Il Parma e Calaiò sono innocenti”, quanto per il lustro che sta dando alla nostra categoria – quella degli iscritti all’Ordine dei Giornalisti – nel periodo in cui, purtroppo, la cialtronaggine la fa da padrona, così come l’ignoranza e l’imprecisione. Sotto copia-incolleremo integralmente il suo elaborato, anche se l’invito è di non accontentarsi della semplice lettura sulle nostre colonne, ma di acquistare il giornale e conservarlo.
secolo XIXNon possiamo, invece, commentare altrettanto favorevolmente l’articolo di Gian Paolo Battini sul quotidiano Il Secolo XIX sull’edizione spezzina in edicola stamani dal titolo: “Minacce di morte al calciatore De Col che chiude i profili web”. Il motivo del nostro disappunto non risiede tanto sull’argomento all’origine del titolo, anche se come spiegheremo dopo qualcosa da eccepire l’abbiamo anche su quello, quanto sul fatto che dopo una decina di giorni da quando Fabio Ceravolo è stato completamente scagionato da ogni tipo di accusa dalla stessa Procura Federale che aveva dato il suo nome in pasto alla stampa, viene ancora indicato come un protagonista di questa vicenda che a suo dire rischierebbe una squalifica. Non ci credete: ecco la trascrizione del paragrafo conclusivo del suo pezzo: “Il IMG-20180629-WA0020Codice della federcalcio non fa differenza tra un illecito consumato e uno tentato: ecco perché i due giocatori emiliani rischiano una lunga squalifica e la società la serie A”. I due giocatori emiliani? Da quando gazzetta.it aveva preso l’abbaglio “deferendo” la Belva salvo poi scagionarla poche ore dopo, sono passati 10 giorni. E’ inaccettabile una svista del genere soprattutto su un giornale di Spezia, che, sui fatti dovrebbe essere bene informata e soprattutto bene informare i propri lettori. La credibilità stessa di noi giornalisti non può subire attentati del genere, soprattutto nell’era delle fake-news. A proposito di fake news: non ci sentiamo di catalogare, completamente, come falso, ma comunque tanti punti interrogativi ci vengono da mettere anche sulla questione stessa della chiusura dei profili web. Non essendo un frequentatore dei social ho chiesto, invece, a mia moglie, che è più praticante, così, per curiosità, di dare un’occhiata, stamani, al profilo Instagram di Filippo Da Col e, come da screen shot a lato, non lo ha trovato chiuso. Magari avrà limitato i commenti o avrà cancellato qualche post, ma il profilo era raggiungibile. Del resto come per i tifosi palermitani era raggiungibile quello di Ceravolo che di improperi ne ha subiti parecchi “agratis”, visto che è uscito fuori da questa roba totalmente indenne. E’ chiaro che se qualcuno di Parma si è preso la briga di andare a stalkerare sui social De Col ha fatto una cazzata altrettanto grave a quella dei supporters rosanero con la Belva e fatto un pessimo servizio sia al Parma Calcio (che non ha bisogno che girino articoli come quello del Secolo XIX, finito sicuramente tra le mani di chi tra qualche giorno dovrà giudicare. A proposito: visto che in tanti ce lo chiedete, secondo quanto abbiamo raccolto il famoso plico del deferimento non è ancora arrivato al Parma Calcio, magari sarà per via delle feste dei Santissimi Pietro e Paolo…).
XIX dettaglioUna grattatina, diciamo di parmigiano, vabbé mi avete inteso benissimo, merita, poi, questo assunto: “Quello che è certo è che il caso Spezia non si risolverà con l’archiviazione“. E poi aggiunge: “Le due ipotesi paventate sono la slealtà sportiva o il gravissimo illecito”. Grazie tante: si deve esser fermato il tempo, nel Tigullio, o l’impaginatore ha impaginato un pezzo di due settimane fa (anche se il titolo è attualissimo), dal momento che l’accusa si è ormai assestata sul gravissimo illecito (che poi il dotto collega ci spiega non avere, nel diritto sportivo, differenza tra tentato e consumato) che appunto sulla scorta di certi ragionamenti che ci siamo fatti ormai anche troppe volte noi, razionalmente, speriamo venga derubricato nella semplice slealtà, consci che l’assoluzione totale impedirebbe la lezioncina che si vorrebbe dare a Calaiò, nel tentativo di colpirne uno per educarne mille (appunto preservando il Parma che non c’azzecca una cippa).
Nel famigerato ultimo paragrafo del servizio spezzino si legge anche: “Il comportamento di De Col è stato esemplare, lui ha segnalato perché crede nell’etica e soprattutto per evitare l’accusa di omessa denuncia. La decisione di De Col è stata presa in completa autonomia, lo Spezia non c’entra”. Beh, secondo quanto abbiamo raccolto (sempre perché in tanti ce lo stanno chiedendo) è decisamente più credibile quanto raccontato, ieri da Parma Today (e, come leggerete sotto, ribadito oggi da Jacobelli su TuttoSport): “Dagli parma todayatti  viene appreso un ulteriore aspetto fondamentale. Si tratta del motivo che avrebbe spinto i calciatori a segnalare i messaggi ricevuti. Gli interessati, infatti, avrebbero raccontato della decisione della società Spezia di indire una riunione speciale con tutte le componenti sia tecniche che dirigenziali. Il tema di quell’incontro, convocato e gestito dall’amministratore delegato dello Spezia era chiaro: qualsiasi tipo di contatto fosse arrivato, di qualsiasi natura, da tesserati di Avellino e Parma (le ultime due avversarie dello Spezia in campionato), avrebbe dovuto essere segnalato prontamente alla società. Dagli atti non è tra l’altro chiarissimo se questa riunione si tenne prima o dopo xix dett 2la partita con l’Avellino. La segnalazione dei messaggi al team manager e la comunicazione degli stessi  alla Procura, dunque, non è dipesa da una valutazione soggettiva di Del Col, ma è stata semplicemente per seguire la procedura imposta dalla società. Non è un caso che anche i messaggi inviati da Ceravolo a Masi (riguardanti la pittura e un pranzo da consumare qualche giorno dopo la data incriminata) hanno seguito lo stesso iter, finendo a fare parte dell’indagine ma sono stati archiviati perché, almeno quelli, considerati completamente irrilevanti (anche se questo non ha evitato all’attaccante ex Ternana e Benevento di finire su tutti i giornali per due settimane accostato ad accuse pesantissime )”.
Dell’esemplare articolo di XJ che sotto riportiamo integralmente per una completa opera di divulgazione, vorremmo qui estrarre uno spunto molto interessante e quasi inedito, tratto dalla sua chiusa: nella superficialità generale di chi pensa ai soli problemi di mercato: sfugge, invece, come una qualsiasi società calcistica italiana, con fondamenta meno radicate rispetto al neonato sodalizio Crociato, sarebbe crollata, in pieno periodo di adempienze da compiere, tra iscrizione, stipendi, contributi e pagamenti vari da eseguire con sacdenze inderogabili, tra l’altro dopo i mega investimenti gianni baronedelle ultime stagioni necessari per la rinascita, se fosse venuto a mancare, come avvenuto in questo caso, il supporto degli istituti di credito per la cartolarizzazione dei diritti televisivi, che ovviamente ti aspettano ad anticipare alla fine del buon esito del processo: “Per fortuna del Parma, la società è solida e onora tutti gli impegni, anche se le banche ritarderanno l’erogazione della quota dritti tv. Tuttavia, la campagna abbonamenti e il mercato subiranno un rallentamento. La domanda è: ma che razza di calcio è questo che butta melma su una società modello, capace di risorgere dopo un fallimento e di passare dalla D alla A in tre anni? Non mollare, Parma. Non mollare.” Il tristemente noto principio della afflittività previsto per le squadre di calcio riconosciute colpevoli per responsabilità oggettiva con punti di penalizzazione, sarebbe un ulteriore calvario per il club ducale (e con esso la propria tifoseria, forte di 10.000 fedelissimi anche nell’inferno della D), autore di un vero e proprio spot per il Calcio con la triplice promozione, ma già afflitto anche troppo da questa vicenda con gravi danni che non potranno mai esser risarciti.  Gianni Barone (Vice Direttore Esecutivo di www.stadiotardini.it)

IL PARMA E CALAIO’ SONO INNOCENTI

di Xavier Jacobelli (da Tuttosport del 29.06.2018)

Il Parma e Calaiò sono innocenti. Talmente innocenti che è un esercizio surreale l’esame degli atti relativi al deferimento dell’attaccante per tentato illecito sportivo e del club per responsabilità oggettiva. Surreale cioè grottesco cioè lunare, come tutta questa vicenda che ha procurato gravi danni d’immagine alla società emiliana e al sui giocatore.
Già era stato molto significativo il proscioglimento di Ceravolo, per due settimane inverecondamente esposto al pubblico ludibrio come deferito e, invece, totalmente scagionato in sede istruttoria.
Già il testo dei tre messaggi di Calaiò allo spezzino De Col aveva dato un’idea della sua risibilità:
1 – <Ehi Pippein… Non rompere il cazzein venerdì, mi raccomando amico mio>
2 – <Dillo anche a Claudiein (Terzi, ndr)>
3 – <Soprattutto per il rapporto che avete con me>.
Ma è addentrandosi nei meandri di questa storia che si scopre quanto sia ridicola.

L’ANTEFATTO – Prima delle due ultime gare di campionato, lo Spezia aveva lodevolmente chiesto ai propri tesserati di segnalare immediatamente qualsiasi contatto o tentativo di contatto, qualunque ne fosse la natura, eventualmente in arrivo da Avellino o da Parma. In tal caso, il club ligure avrebbe avvertito la Procura Federale.

IL QUADRO – A Ceravolo piace dipingere, così, a Masi via whatsapp manda la foto di un quadro. Masi risponde: <Oh, scusa Picasso> con emoticon sorridenti. Ceravolo replica: <Ti prometto che ne farò uno per Ludo (la figlia di Masi, ndr)>. E ancora: <Mi raccomando per domenica a pranzo>. Un pranzo fra due famiglie amiche, all’indomani della partita o, in alternativa, una cena, sempre dopo la partita. Sono sms talmente innocui che la posizione di Ceravolo viene archiviata. Ma il bello, si fa per dire, deve ancora arrivare.

QUOTA 54 – Agli investigatori federali, Terzi ricorda che, quando giocava nello Spezia, Calaiò a volte lamentava l’eccessiva durezza dei contrasti negli allenamenti con i compagni. Ecco dove nasce il <Pippein non rompete il cazzein>. Non avendo ricevuto risposta, dopo qualche ora Calaiò soggiunge: <Comunque pippein stai tranquillo, scherzavo, tanto per me è uguale tanto tra un po’ smetto…>. Il tono è ironico. Semmai, la domanda che nasce spontanea è perché questo sms non sia stato preso in considerazione.
Altro elemento significativo: dalle carte emerge che, qualora lo Spezia avesse raggiunto quota 54, sarebbe scattato un premio di rendimento. La sconfitta con il Parma ha fermato i liguri a 53 punti.

COMPLIMENTEIN – Ancora: dagli interrogatori è emerso che, durante la stagione De Col e Calaiò si siano scambiati altri messaggi, assolutamente innocenti. In particolare, De Col ha whatsappato <Complimentein> all’amico attaccante in occasione del suo centesimo gol in serie B. Inoltre, agli 007 di Pecoraro, De Col ha raccontato di aver sentito Calaiò per scambiarsi la maglia a fine partita.

I DANNI – Come leggete in queste pagine, l’estate rovente del calcio italiano si è appena iniziata. La vicenda kafkiana, di cui il Parma è vittima incolpevole, stride per la sua insussistenza e contrasta, invece, con i fallimenti, le inchieste giudiziarie, le mancate iscrizioni ai campionati che si moltiplicano da Nord a Sud. In Figc prevedono tra il 15 e il 20 luglio il primo verdetto della giustizia sportiva sugli sms. Per fortuna del Parma, la società è solida e onora tutti gli impegni, anche se le banche ritarderanno l’erogazione della quota dritti tv. Tuttavia, la campagna abbonamenti e il mercato subiranno un rallentamento. La domanda è: ma che razza di calcio è questo che butta melma su una società modello, capace di risorgere dopo un fallimento e di passare dalla D alla A in tre anni? Non mollare, Parma. Non mollare.

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