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“Il vizietto del signor Pizzarotti”: avvertimento a Calenda da Cinzia Ferraroni

L’attivista parmigiana del M5s, Cinzia Ferraroni, vice durante la campagna elettorale del candidato Ghirarduzzi, lancia un avvertimento all’ex ministro Pd, Calenda: “Pizzarotti? Ha un vizietto”. Calenda aveva infatti “corteggiato” il primo cittadino di Parma individuandolo come un leader capace di pote ricucire le ferite e unire il Partito Democratico.

“Chi ancora non l’avesse capito – scrive Ferraroni – con l’ultima uscita ne ha la certezza lampante: Federico Pizzarotti ha il brutto vizio di decapitare politicamente chi lo ha portato al successo.

E’ successo nel 2012, quando dopo aver vinto le elezioni a Parma con una lista del Movimento 5 Stelle afferma che è lui ad essere stato votato dai cittadini e che decide lui chi chiamare al suo fianco per governare la città, cercando di nominare un dirigente espulso dal movimento, tale Tavolazzi.

Da lì, 5 anni di accuse e tradimenti pubblici della linea politica del Movimento che dice di rappresentare, una leopoldina in salsa Pizzarottiana coi dissidenti e anni di prese per i fondelli di tutta la dirigenza anche regionale del Movimento, mentre stringeva accordi a tutti i livelli coi dirigenti Piddini e cercava di candidarsi in provincia.

Una corsa alla visibilità e alla poltrona che è continuata per tutto il primo mandato, con atti amministrativi compiuti od omessi da Sindaco nella più classica politica dei favori, l’ingresso nella massoneria conservatrice parmense dell’ordine costantiniano e probabilmente dell’Opus De, i “Parma io ci sto” e le salite al Ponte Caprazzucca e al Ponte Nord. Una distanza siderale dai valori del Movimento 5 stelle del quale ambisce a diventare capo politico subalterno a Grillo, del quale chiede più volte la testa.

La sua ascesa politica non corrisponde ai successi amministrativi. Parma è una città che vede aumentare i problemi legati alle infiltrazioni mafiose, all’usura e al riciclaggio di denaro sporco, col commercio in grave crisi e altri spinosi problemi legati alla sicurezza e allo spaccio, da quello che ci dicono le statistiche nazionali, ma il nostro Sindaco è osannato da quel PD oramai privo di figure politiche di riferimento uccise nella culla, e ha fame nell’era Renziana di leaderini rampanti, figura che pare tagliata apposta per Pizzarotti.

Dopo aver ricevuto l’imprimatur da Renzi e Bonaccini per il suo ingresso ufficiale tra le stampelle piddine prima delle elezioni amministrative 2017, il nostro Sindaco si occupa di fondare il suo nuovo partito, utilizzando la sua carica (e le strutture messe a disposizione per svolgere questa) e prima delle Politiche di quest’anno dichiara di votare Più Europa della premiata ditta Bonino/Tabacci/Soros, cosa mai vista per un Sindaco in carica. Ma i suoi leader di riferimento, Renzi e Bonino, il 4 marzo scorso affondano quasi come i gommoni nel Mediterraneo, e forse conviene abbandonare la nave.

E qui si arriva al dunque. Renzi è un capo politico finito, lo dichiara lui, Pizzarotti, agli houseorgan della sinistra allo sbando, quindi va sostituito. L’amo è lanciato, e con tutto il PD senza una guida, un pariolino come Calenda cosa fa? Indica lui, Pizzarotti, come fulgido esempio e ancora di salvataggio per rifondare un fronte repubblicano, dove dentro si potrebbe andare dai sostenitori di Potere al Popolo, (che a Parma lo appoggiano) fino ai massoni e ai Sorosiani.

Faccia tesoro di un consiglio il signor Calenda, da parte dei parmigiani cornuti e mazziati dal Sindaco ridens, capace di apostrofare il Presidente del Consiglio in carica Giuseppe Conte come un signor nessuno: che non c’è il due senza il tre.

Occhio alla testa”.