Polizia gli trova mix di droghe sotto l’auto: 50enne parmigiano nei guai per vendetta, assolto dal giudice dopo 4 mesi di incubo

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La fine di un incubo per un 50enne parmigiano. Una probabile vendetta che poteva costargli anni e anni di carcere si è conclusa con una sentenza di assoluzione presso il Tribunale di Parma per assenza di prove e dopo il sorgere di ragionevoli dubbi da parte di poliziotti, giudice e pubblico ministero.

I fatti risalgono allo scorso 6 febbraio quando alla centrale della Questura di Parma arriva una chiamata anonima che denuncia il 50enne, con nome e cognome, a cui sarebbe arrivata una consegna di droga e che si trovava in un supermercato della provincia. Dettagli e accuratezza che hanno fatto scattare l’intervento dei poliziotti con un cane antidroga.

Fermato, il 50enne non oppone resistenza e non si oppone neanche all’invito di seguire gli agenti in Questura. Il cane fiuta la droga sotto al suo Pick up, all’interno di un tubo di plastica appeso con due catenelle ai bulloni della ruota di scorta, posizionata appunto sotto al veicolo, esternamente. All’interno gli agenti trovano un mix strano di droghe: hashish, cocaina, cristalli di MDMA, ketamina per circa 50 grammi e un bilancino di precisione. Alla domanda degli agenti, “Cos’è questo?”, lui risponde “Mi hanno messo una bomba?”. Nulla poi su materiali di confezionamento che quindi facciano sospettare l’intento di venderla. Ma nel portafoglio dell’uomo ci sono 600 euro, troppi contanti. Questo basta per l’arresto in flagrante e la carcerazione in attesa del processo per direttissima che si tiene 48 ore dopo.

Durante la direttissima e dopo 1 ora e mezzo di interrogatorio, tuttavia, emergono tutti i dubbi sul caso e il giudice decide di richiedere prove certe che quel tubo fosse stato posizionato dall’uomo, delle impronte digitali o tracce di Dna che tuttavia non vengono trovate. Vengono poi portati come prova che i contanti non erano provento di attività illecite, gli scontrini dei prelievi del Bancomat effettuati poche ore prima dell’arresto, la conferma anche dell’avvocato che quei soldi dovevano essere consegnati all’avvocato stesso in quella  giornata per un incarico appena consegnato.

Tutti indizi che spingono il Pm Sicilia a chiedere la scarcerazione in attesa della prossima udienza che si è tenuta nei giorni scorsi. Così, dopo 4 mesi, il 50enne è stato assolto dal giudice Zullo per insufficienza di prove, ma resta ora il mistero su chi sia stato a posizionare quelle droghe sotto l’auto, per vendetta o altre ragioni che restano oscure anche all’imputato.

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