Perché i giovani preferiscono il mobile banking?

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Il crescente processo di digitalizzazione non si è limitato a introdurre alcune importanti novità nella vita di tutti i giorni, ma ha cambiato in maniera notevole anche alcune delle abitudini più radicate degli italiani. Lo conferma il fenomeno dell’online banking e il fatto che il 73% dei correntisti ha cominciato ad avvalersi del web per gestire i movimenti del proprio conto. Ciò è stato possibile sia grazie alle piattaforme telematiche accessibili via browser sia tramite le app per smartphone. Sono stati soprattutto i giovani ad abbracciare questa rivoluzione e il motivo sta nel fatto che ha offerto loro l’opportunità di essere decisamente più autonomi per quanto riguarda le operazioni bancarie di base ma anche per quelle più complesse, affermandosi come una via alternativa conveniente e pratica.

Chi sono i correntisti italiani? Perché puntano sul mobile banking?

È l’Istituto Qualità e Finanza a fornirci uno spaccato del mondo dei correntisti italiani e un vero e proprio identikit del correntista medio. La maggior parte degli utenti appartiene a una fascia d’età superiore ai 41 anni, arrivando infatti al 48,5%; la fascia mediana è quella che va dai 26 anni ai 40 anni, corrispondente al 43,3% dei proprietari di conti correnti; l’8,2% è invece composto da giovani di età inferiore ai 26 anni, percentuale apparentemente bassa ma che risulta essere in costante crescita. Perché i giovani amano così tanto il mobile banking? Perché conviene in termini di costi, risponde in maniera soddisfacente alle loro aspettative ed esigenze “hi-tech” e perché tutto risulta veloce e a portata di smartphone, un’alternativa pratica ed efficace alla tradizionale filiale bancaria.

L’avanzata degli investimenti via app

La notizia potrà sorprendere i più, ma anche i giovani pensano a come ottenere un guadagno dai propri risparmi. I modi più gettonati per farlo negli ultimi anni sono tramite app, soluzione scelta dai più intraprendenti, oppure aprendo un conto deposito online con istituti di credito come CheBanca, sicuramente meno rischioso del primo ma che garantisce comunque un buon guadagno. Non a caso, il 68% degli investitori sceglie delle forme di investimento passive, anche a causa dei costi più bassi. Un altro dato interessante riguarda non tanto il canale o il prodotto, quanto piuttosto la natura dell’oggetto dell’investimento: sempre più spesso, infatti, i giovani studiano con cura le società nelle quali investire, selezionando quelle caratterizzate da un’etica che trovano condivisibile e che abbiano un impatto sociale positivo.

 

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