Caso Laminam- Aria del Borgo non partecipa al Tavolo regionale, le motivazioni: “Un documento pasticciato”

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Si sono conclusi negli scorsi giorni i lavori per l’instaurazione di un Tavolo di Garanzia della Regione Emilia Romagna, coordinato dall’assessore all’ambiente Gazzolo, per mantenere alta l’attenzione e il monitoraggio delle emissioni dell’azienda Laminam di Borgotaro. Le emissioni maleodorose e alcuni episodi di reazione cuaneo e affaticamento a respirare tra i residenti aveva fatto scoppiare il caso.

Al Tavolo di Garanzia tuttavia non parteciperà il comitato Aria del Borgo, il gruppo di cittadini che si è organizzato, fin dai primi episodi, come parte di interesse nella situazione. La decisione è avvenuta  dopo che il comitato ha votato di non sottoscrivere il Protocollo per il Tavolo di Garanzia regionale.

Queste le motivazioni del comitato, scritte in una nota dal gruppo di cittadini:

L’Assemblea degli iscritti al Comitato L’Aria del Borgo, riunitasi domenica 20 maggio, alle ore 20:45,  presso la Sala Imbriani, ha deciso all’unanimità di non sottoscrivere il protocollo di intesa.

Si tratta di un documento pasticciato che, nelle intenzioni dell’Assessore Regionale Gazzolo doveva essere prodromico ad una delibera della Giunta Regionale, con la quale sarebbe stato istituito il Tavolo di Garanzia, per lo studio e la ricerca delle motivazioni del perdurare dei disagi lamentati da una parte consistente della popolazione.

Il testo originale è stato rimaneggiato più volte, nel tentativo di mettere d’accordo i diversi attori: Istituzioni, Enti e azienda, e portatori di interesse.

La defatigante trattativa per arrivare ad un testo condiviso non è servita a rimuovere quelle parti che, per i nostri iscritti, sono risultate incongruenti e inaccettabili.

Nella vicenda Laminam esistono delle responsabilità che noi abbiamo individuato in ARPA, AUSL e nel Comune di Borgotaro. già in sede di screening per la concessione dell’AIA.

Non c’è stata, a nostro avviso, sufficiente attenzione ai delicati equilibri dell’ecosistema vallivo, in ragione dell’orografia complessa e dei problemi che si sarebbero potuti verificare per la salute della popolazione, a fronte dell’installazione di una fabbrica insalubre di prima classe.

E’ stata autorizzata a produrre una fabbrica che, secondo quanto dichiarato dalla stessa, ha emesso in atmosfera 19.000 unità odorigene/ora, già nella prima fase di produzione; adducendo come motivazione autorizzativa che l’azienda in questione era dotata di BAT.

Dopo le proteste della popolazione e l’installazione dei filtri a carboni attivi, le U.O. sono passate da 19.000 a circa 1.000, una concentrazione comunque di molto superiore a quello che in molte Regioni è considerato il limite accettabile, ovvero 300 UO.

Fatto che, tuttavia, non ha risolto il problema, in quanto, alle manifestazioni odorigene, non del tutto scomparse, si sono sommate  manifestazioni cutaneee di tipo orticarioide e in disturbi a carico di naso e gola ed altri sintomi; come documentato dai medici di famiglia, pediatri di libera scelta e Pronto Soccorso.

I Controlli di ARPAE, piuttosto rarefatti, secondo quanto previsto e programmato in AIA, si sono fatti via via più frequenti, sulla scorta delle segnalazioni dei cittadini. In ogni caso, trattandosi di sopralluoghi di tipo ispettivo non sono classificabili come un disegno sperimentale rappresentativo, in grado di monitorare l’intera produzione di Laminam, per il quale occorre un monitoraggio in continuo!

A noi è apparso subito inaccettabile un protocollo, come quello proposto, nel quale si esclude l’esistenza di correlazione tra effluenze e malesseri della popolazione. La correlazione va ricercata ma senza studi appropriati è assai difficile trovarla o escluderla.

Ma altri elementi, più di merito, hanno spinto l’Assemblea a rigettare la proposta di protocollo, che riassumiamo:

1)      Nel testo si parla di problemi – odorigeni e sanitari – riscontrati a Borgotaro, si coinvolge nel percorso l’azienda Laminam ma la si scagiona dalla responsabilità di aver arrecato disagio: tanto che abbiamo chiesto alla Regione se non fosse il caso di lasciare fuori l’azienda dato che, in base a quanto scritto nel protocollo, non risultava direttamente riconducibile al problema sanitario. Un’altra evidente incongruenza è riscontrabile, nel documento, quando si parla di misure prescrittive adottate per evitare/ridurre i problemi, ma poi si afferma che i provvedimenti sono stati presi in modo volontario dall’azienda.

2)      L’antefatto riportato nel protocollo è stato valutato incompleto, poiché non fa riferimento alla procedura di sospensione comminata all’azienda, né alle innumerevoli conferenze dei servizi, di cui l’ultima ci risulta ancora aperta da diversi mesi; e inesatto – anche a detta dei medici di ISDE e di alcuni professionisti locali – quando parla di sintomi aspecifici e non di vere e proprie patologie, come avevamo proposto in accordo con Legambiente. Può sembrare una questione lessicale di poco conto, ma in realtà la scelta delle parole determina una valutazione su quanto accaduto.

3)      Inoltre, non si capisce quali siano i poteri del Tavolo di Garanzia e quali potrebbero essere gli esiti, in caso di votazioni su aspetti dirimenti e qualificanti. Si voterebbe per peso specifico di ogni sottoscrittore del protocollo o per gruppo di appartenenza ( ciascuno un voto?) Per intenderci: L’Aria del Borgo che conta più di mille iscritti, avrebbe avuto un voto come una associazione di categoria che rappresenta una dozzina di associati?

4)      Quali poteri reali di indirizzo avrebbe il Tavolo, per esempio nei confronti della Conferenza dei Servizi, la quale sarebbe vincolata alle decisioni concertate in sede di Tavolo di Garanzia, oppure avrebbe sempre piena autonomia di azione, anche in contraddizione col Tavolo medesimo?

5)      Non sono chiari nemmeno i compiti del Comitato tecnico Scientifico. Per esempio, le sue decisioni sarebbero vincolanti per Laminam circa il monitoraggio in continuo, la produzione di documenti indispensabili per studiare la correlazione, oppure la ditta potrebbe sempre e comunque riservarsi, trincerandosi dietro al segreto industriale?

6)      Quali poteri di indirizzo avrebbe il CTS per la predisposizione dello SIA da parte del proponente, vista l’imminenza della VIA?

7)      Nel CTS, in caso di discordanza tra pareri tecnici, quale spazio sarebbe assegnato alle opinioni di maggioranza e di minoranza?

8)      Quale disponibilità di portafoglio avrebbe il CTS per studi e ricerche ritenute necessarie, al fine della comprensione dei fenomeni importanti per la definizione di scenari causa/effetto?

9)   quali impegni sono previsti nel protocollo, da parte della Regione, per quanto concerne la dotazione di strumentazione fissa, di monitoraggio degli inquinanti primari e secondari a Borgotaro; anche in considerazione del fatto che l’appennino parmense è del tutto sprovvisto di strumentazione di questo tipo?

Tutte domande alle quali sarebbe stato bene dare delle risposte.

Noi non abbiamo escluso la nostra partecipazione al Tavolo di Garanzia e neppure al CTS; abbiamo solo ritenuto non sottoscrivibile il protocollo, nella sua veste definitiva, e di conseguenza la Regione ha ritenuto di procedere senza di noi.

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