Italia in Comune, il tour parte da Parma. Pizzarotti: “Nel mirino le amministrative del 2019”

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“Non perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili. Allora osiamo”. (Seneca)

Cosi si chiude il programma di “Italia in Comune” presentato sabato 5 maggio allo Starhotels Du Parc di viale Piacenza, lo stesso hotel scelto da Matteo Renzi per chiudere il tour emiliano del PD lo scorso febbraio.

Parma dunque ancora laboratorio nazionale con la prima apparizione pubblica della nuova entità politica italiana voluta da Federico Pizzarotti e formata da diversi sindaci dello stivale?

Dopo essere stata la prima città capoluogo ad esprimere un sindaco pentastellato riconfermato a giugno dell’anno scorso nonostante l’espulsione dal movimento di Grillo, ora Parma lancia un nuovo contenitore che tende a “dare voce a chi nn si sente rappresentato, a chi per troppo tempo ha votato turandosi il naso” dice Pascucci sindaco di Cerveteri e primo firmatario del progetto Pizzarotti.

Ma quali sono gli interlocutori di “Italia in Comune”? A chi si rivolge? Al di la’ degli slogan un po’ ruffiani del tipo ‘né di destra né di sinistra ma con i cittadini’ che sembra non voler scontentare nessuno e nello stesso tempo uccidere definitamente la bellezza della politica fatta di idee e di progetti condivisi, leggiamo sulla carta dei valori del nuovo movimento quali sono i punti centrali.

“Centralità delle persone” e vabbè..recuperare un po’ di fiducia dei cittadini sembra imprescindibile.

“Uguaglianza e sussidiarietà” ovvero non ci interessano razzisti e sovranisti, “etica e legalità” mah..far tornare di moda la questione morale è difficile ma apprezzabile.

“Laicità” niente democrazia cristiana.

“Tutela dell’ambiente”  è così trendy che è come dire ‘viva la mamma’.

Seguono “cultura e bellezza”, per amanti traditi dei congiuntivi in disuso, “territorialità e autonomia” con una strizzatina di occhio ai nostalgici di una lega popolare e cialtrona ma pur sempre genuina e infine ‘Europeismo’ ovvero il coraggio di avere un’idea non populista e lievemente controcorrente in tempi in cui è più facile il no del sí a qualcosa.

Che sia il nuovo contenitore per orfani di sinistra utile ad arginare l’emorragia? O una casa per pentastellati reduci da ustioni nei forni di gigino? O entrambi, quindi la ricostruzione di un polo attrattivo per chi negli ultimi anni ha aspettato in vano di sentire dire ‘qualcosa di sinistra’ di morettiana memoria e alla parola uguaglianza e dignità mette mano al fazzoletto?

Comunque sia benvenuto a chi osa.

Le parole di Federico Pizzarotti –  “L’obiettivo è quello di formare un gruppo e, soprattutto, un consenso solido per le amministrative dell’autunno del 2019 ma nel dibattito di oggi è entrata anche la situazione politica nazionale che potrebbe anche portare ad una accelerazione nella prima discesa in campo della nuova formazione politica”.

“Credo sia presto, almeno questo è un mio parere, pensare di presentare una propria lista nel caso si torni presto alle elezioni politiche – ha commentato Federico Pizzarotti -: il tempo che ci eravamo fissati, che è già breve, è quello del 2019, poi sarà l’assemblea direttiva ha decidere i passi da fare, anche in base a quanto succederà”.

Quindi il presidente di Italia in Comune spera nella formazione di un governo? “L’ho sempre detto, voglio proprio vedere alla prova Movimento 5 Stelle e Lega con le loro proposte populiste da mettere in pratica – risponde Pizzarotti – Dal reddito di cittadinanza alla Flax Tax sarà interessante vedere cosa saranno capaci di fare. C’è da dire poi, più seriamente, che c’è la necessità di evitare che si vada a provvedimenti che sarebbero deleteri per il paese come l’aumento dell’Iva, quindi io mi auguro che si possa trovare una soluzione”.

Poi “tutto questo potrebbe anche servire a tanti cittadini per rendersi conto che le proposte fatte in campagna elettorale da alcuni partiti sono assolutamente irrealizzabili, mentre noi stiamo costruendo un programma serio, concreto e non basato su sogni”.

Contrario ad anticipare l’appuntamento con le urne anche il cooordinatore di Italia in Comune. “Saremo coerenti con la scelta già fatta in questa tornata elettorale di non candidarci – dice Alessio Pascucci, noi siamo diversi dagli altri partiti: non cerchiamo poltrone, incarichi bensì costruire un nuovo modo di fare politica. Per fare questo serve tempo».

Francesca Devincenzi eTitti Duimio 

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