Parcheggiava con un permesso per disabili intestato a un morto: denunciata napoletana a Felino

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Se ne andava in giro lasciando tranquillamente l’auto negli stalli per disabili con un permesso falso, fotocopiato da uno vero ma intestato a un morto e scaduto chissà da quanto. Che fotocopiatrici e scanner possano fare miracoli non è certo una novità, ma fino a un certo punto, tant’è che M. T. S., una donna residente a Felino originaria della provincia di Napoli, oltre a dover pagare una multa da 85 euro e a subire la decurtazione di due punti della patente, è stata denunciata per falsità materiale su autorizzazione e uso di atto falso.

A scoprire lo stratagemma, che non fa certo onore alla civiltà, sono stati gli agenti della Polizia Locale dell’Unione Pedemontana Parmense, che alcuni giorni fa, attorno alle 15, hanno controllato gli stalli di sosta riservati ai disabili in largo Brigate Alpine, davanti ad un centro commerciale. Guardando attentamente il permesso posizionato sul parabrezza dell’auto della donna, si sono accorti che qualcosa non quadrava. Oltre ad essere di un arancione troppo sbiadito, era di un tipo vecchio, sostituito da tempo con un nuovo modello europeo. Ma non solo. La data di scadenza era scritta con caratteri leggermente diversi, anche nel colore, e mancava un ologramma anticontraffazione. Nel mentre, è arrivata la conducente alla quale un’agente ha chiesto la consegna del permesso chiedendole se fosse contraffatto. La donna ha subito ammesso che si trattava di una fotocopia e che la data di scadenza era stata alterata. Ha inoltre confermato all’agente di non essere a conoscenza dell’identità del vero intestatario, un napoletano risultato poi morto da tempo, e che il permesso le era stato dato da una sua conoscente.

Gli operatori di polizia l’hanno subito informata che l’utilizzo del titolo di sosta taroccato avrebbe comportato, oltre alla sanzione amministrativa, ad una denuncia penale. Un “piccolo” particolare che ha sorpreso la donna che d’ora in avanti dovrà cambiare la cattiva abitudine di “rubare” il posto per disabili a chi ne ha veramente bisogno.

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