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Alluvione del Baganza, il sindaco rinviato a giudizio per disastro colposo

Alluvione del 13 ottobre 2014: rinviato a giudizio per disastro colposo il sindaco, Federico Pizzarotti, e altri cinque imputati. 

Era un pomeriggio grigio, fresco, di pieno autunno quello del 13 ottobre 2014. Le strade, piene di acqua per le copiose piogge, all’improvviso si riepirono di fanghiglia. Una parte della città finì sommersa dal fango esondato da un Baganza incontrollato, crudele, che abbattà il Ponte della Navetta insieme a ricordi, oggetti, stanze e mobili delle case parmigiane che incontrò lungo il cammino.

Ne rimase un paesaggio spettrale, di auto che vagavano come fantasmi gallegiando senza guida e sbattendo come all’autoscontro, ne rimase una città costretta a riscoprirsi solidale e forte per spazzare via tutto e ripartire.

Da subito la Procura di Parma ha aperto un’indagine per disastro colposo, indagine chiusa a gennaio: ora è in arrivo il rinvio a giudizio per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e per altri quattri degli indagati.

I cinque imputati, oltre al sindaco, l’ex dirigente della Protezione Civile della Provincia Gabriele Alifraco, il direttore dell’Agenzia Regionale della Protezione Civile Maurizio Mainetti, l’ex Comandante della Municipale Gaetano Noè e il responsabile della Protezione Civile Comunale Claudio Pattini.

Secondo il Pubblico Ministero Paola Dal Monte il sindaco Pizzarotti non avrebbe attivato la fase di preallarme, ne quella di allarme, ne aggiornato il Piano di Protezione Civile. Stralciate invece le posizioni di Gianfranco Larini, ex direttore del serivizio tecnico dei bacini del Po, deceduto, e di Francesco Puma, ex segretario generale, che avrebbe chiarito la propria posizione.

IL COMMENTO DI FEDERICO PIZZAROTTI –  “La procura chiede il mio rinvio a giudizio per i fatti dell’alluvione avvenuti nel 2014. Un atto dovuto che, ancora una volta, apprendo dai giornali e non dagli organi preposti. Forse la procura crede che le persone siano individui privi di emozioni da sbattere in prima pagina. Recentemente, noi parmigiani abbiamo visto a quali conseguenze può portare questo scarso rispetto. Dico solo che è ingiusto.

Veniamo a noi. Due considerazioni.

La prima è che mi sento tranquillo. Parlo ai miei concittadini: il sindaco ha messo in campo tutte le energie, tutte le forze, tutti poteri, tutti gli strumenti necessari prima, durante e dopo l’alluvione. Non dormirei la notte se sapessi che non fosse così. È stato fatto tutto ciò che era necessario fare in quel momento, e nessuno ha il potere di fermare l’acqua con le mani. In estrema sintesi, la procura non contesta le operazioni che abbiamo messo in campo per superare la crisi alluvionale, ma alcuni passaggi normativi sui quali mi sento a posto con la coscienza.

La seconda è che il sindaco è l’unico politico in Italia con il massimo delle responsabilità e il minimo dei poteri. Oggi ci vuole solo un pazzo per fare il sindaco. Ma si sappia che rifarei ogni singolo passo compiuto in questi anni, passando pure dalle accuse e da tutti gli esposti verso di me archiviati dai giudici, pur di contribuire assieme a tutti i miei concittadini a fare di Parma una città più onesta e solida. Quindi, avanti sempre”.