Approvato Reddito di Solidarietà Comunale: accesa discussione in Consiglio. Rossi: “Un sistema meglio distribuito”. I dettagli

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Dibattito in Consiglio Comunale su quella che può essere definita una piccola riforma del Welfare a Parma che amplierà il sostegno alle persone bisognose. Nelle parole dell’assessora alle politiche sociali Laura Rossi l’entusiasmo di dare il via al Reddito Garantito Comunale con la delibera che viene discussa e realizzare così quanto promesso in campagna elettorale da Effetto Parma. Tra i voti astenuti dell’opposizione di sinistra di PP e Parma Unita, contrari di Lega, favorevoli di Effetto Parma, Pd con riserve e Roberti la delibera passa.

La misura si pone in linea con la politica dell’Emilia Romagna del Reddito di Solidarietà ma mira a rendere meno rigidi i paletti e requisiti necessari per accedere al sostegno economico. Si predisporrà così un operatore unico per tutte le richieste di contributi alleggerendo la burocrazia. “In un panorama che vede il sistema welfare frammentato in tantissimi e diversi contributi – spiega l’assessora Rossi – ci sono persone che si presentano gli sportelli con i requisiti ma finiscono deluse o dal rigetto della domanda o dall’erogazione di molto inferiore a quanto in teoria spettabile. Questo perchè il RES è mirato ad integrare contributi già esistenti”. Il Comune di Parma e l’lamministrazione Pizzarotti approverà quindi un nuovo regolamento che andrà a eliminare il requisito di residenza in regione e nel Comune di almeno due anni, “il sostegno alle persone bisognose crediamo che vada concesso a chi ha realmente necessità a prescindere dagli anni sul territorio”. Un secondo limite che verrà ammorbidito sarà l’Isee inferiore ai 3 mila euro, “noi andremo a guardare tra chi viene escluso da questo paletto molto basso”. Per i sigle, ad esempio, il sostegno previsto dalla regione è di 80 euro al mese, “Parma lo amplierà ad almeno 180 euro”.

Lo sconto sui consumi viene dato con un Isee fino a 700 euro e in questo regolamento viene ampliato fino a 1000 euro. Il regolamento amplia la platea non destinando sconti  a chi gode del Res e dal Rei e destinandoli a chi viene escluso in un senso di maggiore equidistribuzione delle risorse.

“In questi anni – continua Rossi – abbiamo già sperimentato integrazioni straordinarie ai contributi per le persone in difficoltà ora però vogliamo fare ordine e andare a supplire a quelle mancanze“.

Sono infatti proporzionalmente poche le domande che vengono accettate per il RES, il REI e SIA, il nuovo contributo nazionale. Su 350 domande nel solo comune di Parma per il SIA ne sono state ammesse 120. Sono 11mila, a febbraio, le domande presentate per avere il Res in tutta le regione, – a Parma erano quasi 500- esse rappresentano lo 0,47% del totale di quelle residenti in regione ma la percetuale di non accettazioni sono simili a quelle del SIA. Nel 65% dei casi si parla di persone con età superiore ai 45 anni, nel 69%, di famiglia senza minori a carico.

Come spiega Rossi: “L’aspettativa già bassa di 400 euro per una famiglia con 3 o 4 persone viene dopo le valutazione di Inps viene ancora ridotta e noi ci trovamo con le persone arrabbiate perchè sono nuclei in estre difficoltà il reddito ha proprio l’obiettivo di realizzare queste aspettative che sono legittime. Un reddito continuativo mese per mese andando a integrare il reddito per quelle eprsone già ritenute già idonee. Siamo in anni in cui stanno arrivando cambiamenti nazioali sul sistema welfare e noi dobbiano non solo stare al passo ma anche esaudire le aspettative includendo per alcune misure chi è al momento escluso dal Res. Siamo in una sitazione confusa e questo regolamento potrebe subire altre modifiche in futuro”.

A quanto ammonta il contributo economico garantito dal RES? L’ammontare del Reddito di Solidarietà, in ragione della numerosità del nucleo familiare beneficiario è definito in una tabella ed è erogato con cadenza bimestrale: 1 membro € 80; 2 membri € 160; 3 membri € 240; 4 membri € 320; 5 o più membri € 400. Ma grazie agli stanziamenti del Comune, a Parma si amplierà il range delle persone che ne potranno beneficiare. Le coperture ci sono, conferma Rossi, nel bilancio recentemente approvato il settore welfare ha disposto 2,2 milioni di euro, la previsione è di arrivare a 2,6 milioni e integrare poi con i bandi e finanziamenti nel corso dell’anno.

IL DIBATTITO- La consigliera di Lega Marù osserva come a differenza deglia ltri regolamenti il Reddito Garantito Comunale non preveda il limite di 2 anni di residenza sul territorio andando così a favorire gli ultimi arrivati e rendendo vani i buoni propositi de regolamento e chiede che sia inserito il limite di 5 anni di residenza, emendamento poi respinto al voto. “Secondo noi – spiega Marù-  il comune non riuscirà a farsi carico di tutta questa spesa perchè al momento non si può quatificare. Per noi differenziare è corretto”. La replica dell’assessora Rossi: “In nessuna normativa italiana c’è un limite all’aiuto nell’emergenza, non si specifica gli anni di residenza, regione e stato mettono 2 anni ma non sono il territorio e noi come territorio decidiamo come principio di non mettere quesoto parametro. Questo è unico parametro discriminatorio del panorama italiano. Deve prevalere l’effettivo bisogno. Gli anni di residenza possono colpire anche uno che si trasferisce da Parma a un altro comune del parmense per esempio, senza coinvolgere gli stranieri. L’emergenza è emergenza. Il tempo fa poca differenza se noi guardiamo al bisogno”.

Secondo i consiglieri Lavagetto di Pd e Eramo di Parma Protagonista “in pratica si cambia la forma ma non la sostanza“. Eramo ritiene che questo regolamento possa diventare controproducente, “non ci sono poi dati analitici per fare un osservatorio sulle reali necessità della comunità di Parma, gli unici dati sono nazionali o fatti dalla Caritas.  Per ora sono 3 mila e 300 famiglie a carico ma non sappiamo quanti saranno i possibili beneficiari”. Eramo dichiara inoltre che oltre il 45% delle persone che si rivolgono all’Emporio di Parma, che dona materiale scolastico e alimentare alle famiglie con figli in difficoltà economica, non siano note agli uffici del Comune di Parma.

Rossi replica ad Eramo dicendo che “non è un gioco a somma zero, lo sarà per il bilancio ma la ridistribuzione amplierà per forza la platea di benificiari. Emporio collabora con noi e noi coordiniamo evitandoci di dare contributi doppo. Inoltre nessuna stima di povertà è certa infatti sono stime. Sono anni di cambiamento e lo so che i nostri operatori sono in affanno. Anch io temo l’effetto dell’afflusso agli sportelli, ci saranno rallentamenti ma diamoci il tempo. Io dal 2012 dico che serviva la riorganizzazione degli sportelli e uffici e questo è successo. la mia riorganizzazione è andata a rilento perchè ogni cambiamento è faticoso ma adesso viene fuori che questo era quello che serviva. Questo basta? No”.

Secondo l’opposizione di Jacopozzi, Pd, l’aumento previsto per i singoli sembra eccessivo considerando che il singolo può accedere agli altri contributi. Secondo Jacopozzi per gli sconti sui consumi il Comune dovrebbe fare accordi con Iren per evitare che le famiglie non siano inadempienti alle bollette nonostante i contributi.

Secondo il capogruppo di Effetto Parma, Cristian Salzano, accetta l’emendamento di modifica del Pd per cambiare il nome in reddito di soldarietà e che questo sia una risposta concreta, le altre sono solo “parole”. “Significa che quello che prima era un “minimo garantito” rivolto alle sole persone con più di 65 anni, da ora sarà esteso a tutti gli adulti in difficoltà, sembra poco? Significa che il nuovo reddito comunale, laddove necessario, integrerà REI e RES (di cui in pochissimi di fatto beneficiano pur avendo i requisiti, i consiglieri d’opposizione s’informino in merito) per riconoscere un contributo minimo di sussistenza dignitoso a chi ne ha tutto il diritto. Sembra poco?”. Secondo la consigliera di Effetto Parma Sartori “la novità sostanziale è solo fare ordine a un sistema che c’è già oltre a ampliare gli aiuto. Differenziare è corretto, dice la consigliera Marù di Lega, è vero, ma infatti il nostro intento è equità per rispondere ad esigenze precise e non generiche. Inutile concentrarci sugli stessi paramentri di Res e Rei, ma serve ad ampliare anche a stranieri che vivono nella nostra città ed hanno le stesse necessità”.

Il consigliere Pezzuto di Parma Unita ringrazia per questo dibattito e ringrazia l’assessora Rossi per portare questo regolamento in sintonia con la storia di solidarietà di Parma. Pezzuto osserva però “che la coperta è sempre la stessa, sempre le stesse sono le risorse”, sollevando così il dubbio sulla reale capacità economica di far fronte alle domande che arriveranno. “L’aspettativa si alza ma poi anche a livello comunale arriva la smentita e delusione. Secondo i dati forniti in commissione sarebbero 35 mila le persone sotto al reddito di 10mila euro annui. C’è una grossa fascia di persone in difficoltà. Vorrei anche evitare che scattesse un fenomeno di immigrazione in città per questo motivo”.

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  1. CASAPOUND PARMA- “Una misura poco chiara, ma che già dai presupposti sembra l’ennesimo impegno della giunta a discapito dei parmigiani e a favore degli stranieri”. Con queste parole Luca Furlotti, responsabile cittadino di CasaPound, boccia il reddito di solidarietà varato dal comune nel corso dell’ultimo consiglio.
    “A quanto ammonterà l’assegno? A chi andrà e per quanto tempo? Con che criteri? E quanti fondi sono previsti per il suo finanziamento?” sono le domande che si pone Furlotti, evidenziando come “nonostante i fallimenti già sperimentati in altre esperienze analoghe in Italia, l’amministrazione Pizzarotti decide comunque di varare una misura dal sapore molto assistenzialista”. Furlotti porta come esempio il caso di Livorno, “dove a pochi anni dal varo di una misura analoga, i risultati sono pressoché inesistenti ma nel frattempo centinaia di migliaia di euro sono stati sottratti alle spese per il sociale”.
    “Non solo Parma, che già da anni deve fare i conti con tasse al massimo e servizi in continuo calo, si appresta a seguire questa china – aggiunge – ma i nostri concittadini saranno ancora una volta penalizzati perché la giunta ha deciso di non riconoscere alcuna precedenza ai residenti da più anni in città”. In questo modo, prosegue Furlotti, “a beneficiare della misura saranno ancora una volta i cittadini stranieri, tanto più che per l’ennesima volta non sono previsti, a dispetto di quanto prevede la legge, controlli sulle loro autodichiarazioni”. Con il rischio, conclude, “che Parma diventi un porto franco per chiunque voglia trasferirsi qui a spese della collettività”.

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