La stazione spaziale Tiangong-1 impatterà sulla Terra a Pasqua: ora sorvola l’Italia 4 volte al giorno. Basse pobabilità che frammenti colpiscano Emilia Romagna

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La data di rientro della stazione cinese Tiangong-1 è stimata al 1 aprile 2018, la domenica di Pasqua, attorno alle 2.50 ora di Greenwich (in Italia saranno le 4.50). Più precisione si avrà nelle 36 ore prima.

La conferma dell’area interessata avverrà con un preavviso, sull’eventuale impatto, che potrebbe essere inferiore ai 40 minuti. Attualmente la stazione sorvola il territorio italiano tre o quattro volte al giorno con una distanza temporale di 90 minuti tra un sorvolo e l’altro e ad una quota compresa tra i 200 e 220 km di altitudine.

La Protezione Civile riferisce che l’area interessata a possibili cadute di detriti della stazione spaziale è l’Emila Romagna e a sud della regione.

Essendo scesa alla quota di 220 chilometri, la stazione spaziale cinese è diventata visibile a occhio nudo di notte, anche se la sua luminosità è più debole rispetto a quella della Stazione Spaziale Internazionale,” spiega invece all’ANSA Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai).

Ma, secondo Claudio Portelli, responsabile dell’ASI, Agenzia spaziale italiana sarebbero davvero basse le probabilità che i frammenti della stazione Palazzo Celeste possano cadere sull’Italia, circa lo 0,2%.

Tiangong_1Tiangong-1 è stata la prima stazione spaziale cinese, lanciata il 29 settembre 2011. Vi arrivarono due equipaggi di astronauti negli anni successivi sino al 2013. Da allora la stazione spaziale è disabitata ma ha continuato a essere utilizzata per condurre una serie di test tecnologici, con l’obiettivo di de-orbitarla, a fine missione, con un rientro guidato nella cosiddetta South Pacific Ocean Unpopulated Area (SPOUA), una specie di cimitero dei satelliti in una zona pressoché deserta dell’Oceano Pacifico meridionale. Nel 2016 però il centro di controllo a terra ha perso la capacità, pare in maniera irreversibile, di comunicare e impartire comandi. Tiangong-1 ha perciò perso progressivamente quota, perché il continuo impatto con le molecole di atmosfera residua presenti anche a quelle altezze le ha sottratto incessantemente energia. Questo processo  naturale farà alla fine precipitare la stazione spaziale sulla terra senza controllo, non potendo essere più programmata un’accensione dei motori per un rientro guidato.

 

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