INTERVISTA- Dopo Parma 2020, Michele Guerra porterà il Festival del Documentario e un nuovo “sguardo” al Cinema

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Intervista di  Marco Rossi

Parma e il cinema di ieri, oggi e domani. L’assessore alla cultura del Comune di Parma, Michele Guerra, svela nuovi progetti e iniziative in vista di Parma 2020 e oltre…

“Quest’assessorato ha voglia di tornare a lavorare sul cinema, nel senso che esiste un ufficio cinema che va valorizzato ed esiste la possibilità di programmare qualcosa di forte in ambito cinematografico” afferma l’assessore alla cultura Michele Guerra. Altre parole, infatti, non ci si sarebbe potuti aspettare da lui, essendo prima di tutto un docente universitario e un grande appassionato della settima arte. Lo “star war” di Parma 2020, l’assessore che ha portato alla nomina di Parma prossima capitale della cultura italiana.

Attraverso questa breve chiacchierata sulla condizione del cinema a Parma, che per decenni ha avuto un ruolo trainante nel dibattito culturale cittadino, l’assessore ha rievocato un passato glorioso e ha tracciato un auspicabile futuro.

Assessore, lei ha dichiarato in precedenza che “Parma ha una tradizione del cinema molto profonda che poi si è persa un po’”, che cosa ha significato questa tradizione per la città?

Il cinema a Parma è stato, per molti decenni, un’occasione per un discorso culturale molto alto, grazie a figure come quelle di Attilio Bertolucci, Giovannino Guareschi, Luigi Malerba, Pietro Bianchi e, forse il più importante di tutti, Cesare Zavattini, che qui ha molto lavorato pur non essendo della città. C’è stata una Parma che, come ha detto Bernardo Bertolucci nell’intervista a Barilli in Poltrone rosse, “sapeva tanto di cinema”, intendendolo non soltanto come sapere, ma anche come profumare. Si andava in giro nei caffè e si percepiva questa cultura cinematografica.

Quali intenzioni ha l’assessorato nei riguardi delle sale “storiche” di Parma?

In città sono presenti tre sale monoschermi, l’Edison, l’Astra e il D’Azeglio, che resistono e hanno vocazioni molto diverse. Bisogna potenziare la loro attività, attraverso un dialogo costante, invitando sempre più registi e creando sempre più occasioni.

Quali saranno le altre iniziative sul cinema?

Come assessorato bisogna porsi l’obiettivo di riuscire ad assumere una posizione importante in regione nel campo del documentario. In città abbiamo un corso di alta formazione finanziato da università e cineteca di Bologna, con fondi della regione Emilia-Romagna, quindi s’investono soldi a Parma in relazione al documentario: questa è un’occasione da cogliere. Non si può pensare di avere i grandi eventi, ma si può invece creare un laboratorio di riflessione sul documentario, che assuma anche la forma del festival…

Tra i progetti lo sviluppo del Distretto del Cinema, ma anche la scoperta e gli incentivi a giovani creativi e artisti. Che sia la volta che Parma si “riscopra” culturalmente oltre la tradizione?

Leggi l’intervista completa sul nostro magazine culturale Il Caffè Quotidiano

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