Traffico di baby -calciatori: tre minorenni inchiodano Giovanni Damiano Drago

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Hanno 13, 16 e 17 anni, e sono tra le vittime del giro d’affari del procuratore Giovanni Damiano Drago, in carcere dallo scorso dicembre con l’accusa di favoreggiamento immigrazione e falso.

I tre giovanissimi sono stati sentiti mercoledì mattina, nel corso di un’incidente probatorio i cui verbali sono stati secretati: i tre ragazzini, avrebbero confermato buona parte delle accuse mosse dalla Procura a Drago, presente, insieme al legale Filippo Federico, all’udienza.

I tre giovanissimi, atleti delle giovanili del Parma Calcio, del tutto estraneo ai fatti, attualmente sono affidati ai servizi sociali e sono sereni, non sanno nulla del grande caos giudiziario e non vedono l’ora di tornare a giocare: in città erano ospitati dallo stesso Procuratore e avrebbero confermato di essere stati scelti dallo stesso Drago nella loro patria di origine, che la loro famiglia ha ricevuto denaro e il loro nomi sono stati poi “taroccati”.

Ora, le indagini della Procura sono mirate a capire da cosa, Drago, ricavasse profitti e se fosse lui il vertice dell’organizzazione, o una marionetta mossa da livelli superiori.

L’ARRESTO E LE ACCUSE MOSSE A GIOVANNI DAMIANO DRAGO, dalle cronache di dicembre 2017 –  Prendeva  baby calciatori in Costa d’Avorio, li faceva entrare clandestinamente in Italia falsificandone identità e dati, poi li vendeva al mercato del calcio: così è finito in manette il procuratore sportivo Giovanni Damiano Drago.

Dopo le indagini della Squadra Mobile di Parma, coordinate dal servizio centrale operativo, è scattato l’arresto, nella mattina del 1 dicembre, del procuratore sportivo siciliano ma residente a Parma e di due complici di origine ivoriana per favoreggiamento dell’ingresso clandestino in Italia di 5 minorenni, dai 13 ai 17 anni, destinati al mercato del calcio professionista. Perquisizioni sono avvenute sia a Parma che Milano grazie alla squadra Mobile della metropoli.

Tra i giocatori coinvolti, vittime della traffico al solo lucro di Drago, anche un ragazzo entrato nella prima squadra dell’Inter. Un secondo giocatore invece è entrato nella primavera di una squadra di serie A.

Nei confronti dei tre si ipotizzano i reati di falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini, che al momento escludono qualsiasi coinvolgimento di società e club, sono partite in seguito ad una segnalazione pervenuta dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia riguardante proprio il presunto traffico di piccoli calciatori che sarebbe iniziato nel 2012.

Arrestati insieme a Drago, due suoi complici entrambi di origine ivoriana: Gnoukouri Yves Demoya – 43enne, ombra del boss, lo seguiva nei suoi viaggi e manteneva i contati con i dirigenti della Costa d’Avorio e si era prestato a fare da finto padre per due ragazzi entrati nel 2013 in Italia – e Abdouraman Kone, connazionale 43enne, che aiutava nella gestione dei ragazzi.

In tutto sono 9 le persone indagate, oltre ai tre arrestati, sono coinvolti altre due persone che si sono prestare a fare da “finti” genitori e tre collaboratori che si sono occupati della gestione dei ragazzi e di farli entrare sul territorio nazionale.

Il procedimento dell’organizzazione– ha spiegato in conferenza stampa il capo squadra della Mobile di Parma, Cosimo Romano – era di una semplicità disarmante. Drago vantava di essere in contatto con tutte le società calcistiche della Costa d’Avorio, e aveva diritto di prelazione nello scegliere i giocatori da destinare al mercato Italiano ma anche estero. Dopo le selezioni, Drago contattava ivoriani già regolari nel nostro territorio e grazie alla loro complicità creava finti attestati di nascita che certificavano i ragazzini come figli dei suoi complici. Partiva poi la procedura per fargli ottenere il permesso di soggiorno e farli entrare. Una volta arrivati a Parma era Drago a ospitarli a casa sua, occuparsi di loro e del loro percorso scolastico per poi venderli alle società di serie A, B e classi superiori“.

Tutt’altro che spirito magnanimo, però, quello riscontrato dalle indagini. “Il Drago ha una personalità spregiudicata“, atteggiamenti da padre-padrone nei confronti dei ragazzini. Testimonianze delle vittime hanno portato anche alla luce episodi di violenza in cui l’uomo ha alzato le mani sui ragazzi.

Già pregiudicato e condannato ai domiciliari, che aveva finito di scontare, era “considerato un free lance, il procuratore poteva contattare società e club nazionali ed estere. Si permetteva di promettere quel giocatore con particolari caratteristiche per la società che ne aveva bisogno anche senza averlo “in casa”“. Alcuni club esteri – come confermato dalle indagini partite da Parma – hanno deciso invece di interrompere l’acquisto di alcuni giocatori da Drago proprio a causa di perplessità sulla liceità dei documenti presentati dal procuratore.

I profitti per la vendita del cartellino – parla di centinaia di migliaia di euro –  poi, andavano nelle tasche di Giovanni Damiano Drago, gli investigatori hanno dubbi su passaggi di denaro, “percentuali”, versate ai piccoli calciatori o ai “finti genitori”. Testimoniate invece tensioni in questo senso tra i vari coinvolti. Ne consegue che non solo l’identità ma anche l’età di questi calciatori è incerta. Le società sportive si trovano ora con giocatori irregolari sul territorio. E questi ragazzi si trovano invece con il disintegrarsi di un sogno, di un futuro brillante.

Tra di essi, Assan Gnoukori, transitato dal Parma prima di debuttare con l’Inter in serie A: oggi sappiamo che questa non è la sua vera identità.

IL PROFILO “CRIMINALE” DI DRAGO –  Giovanni Damiano Drago, 31 anni, procuratore sportivo, a Parma dal 1995, non è nuovo alle vicende giudiziarie.

Ex coordinatore dei giovani dell’Italia dei Valori piuttosto noto a Parma, se l’era cavata coi domiciliari con divieto di comunicare all’esterno nell’ambito dell’operazione Borderland lo scorso novembre. Ieri, 1 dicembre, Drago è stato tratto in arresto invece per favoreggiamento dell’ingresso clandestino di 5 giocatori tra i 13 e i 17 anni dalla Costa D’Avorio. Ne intascava poi centinaia di migliaia di euro dalla vendita dei cartellini a società di serie A e B, club italiani ed esteri.

In quel caso doveva rispondere di un episodio di violenza privata, aggravato dal metodo mafioso, avvenuto nel 2014: avrebbe incaricato Colosimo Massimo affinchè un cittadino extracomunitario rinunciasse ad un credito vantato nei suoi confronti per una somma di 200 €, e questi, accompagnato da Richici Giuseppe, lo avrebbe violentemente picchiato imponendogli di non avvicinarsi.

In quell’occasione, in manette erano finiti in tre.

Dalle cronache dell’epoca, 30 novembre 2016  – “I tentacoli della piovra su Parma. Dopo la maxi operazione Aemilia, torna prepotentemente in prima pagina l’ombra dell’ndrangheta sulla nostra città.

Nella notte tra lunedì e martedì sono finiti in manette in due, un terzo ai domiciliari, con l’accusa di organizzare a Parma l’attività di potenti cosche della ‘ndrangheta operanti tra Catanzaro e Crotone, i clan Trapasso e Tropea.

Si tratta di  Massimo Colosimo e Antonio Bianco, due cugini calabresi, da tempo residenti a Parma, arrestati dalla Squadra Mobile nell’ambito della maxioperazione “Borderland”, della Dda di Catanzaro, che ha portato in manette 48 persone.

Ai domiciliari è finito Giovanni Damiano Drago, procuratore sportivo originario di Siracusa, residente a Parma, molto noto in città per la sua attività”.

Per rileggere l’intero approfondimento: ‘Ndrangheta, maxi operazione Borderland: tre arresti a Parma. C’è anche l’autista del rapimento del piccolo Tommy – approfondimento – VIDEO

 In un’intervista al settimanale Parma Ateneo, Drago diceva di stimare Mino Raiola, “per il rapporto che instaura con i giocatori”, e Jorge Mendes per l’efficenza. 

Il suo primo grande colpo, proprio Assane Gnoukouri, transitato anche da Parma prima di arrivare all’Inter, dove ha già debuttato in prima squadra. Specializzato nel “mercato” con l’Africa, di sé Drago al settimanale parmigiano raccontava: “Il mio lavoro è l’assistenza al giocatore nella stipula dei contratti con squadre e da qualche anno anche con sponsor, ma personalmente non mi limito a questo. A me piace scoprire talent aiutarli lungo tutto il percorso che facciamo insieme…. anche con un vero e proprio supporto psicologico”.

Tra i suoi, ad oggi crediamo ormai ex, assistiti,  Ilya Kutepov, attualmente in Russia, Abdul Lamine Ouattara, in Tunisia, Hervé Diedhiou,  terzino destro al Fidenza, il trequartista Samba Diallo militante in Marocco, così come Franck Engonga Obame, e Mahamane Cissé, in Congo.

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