Cavandoli (Lega): “Comune rimuova via Tito”. “Risponde” la Ferraris nel 2013: “Troppo caro”

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“Nel 2018 a Parma c’è ancora via Tito Josip Broz, responsabile tra l’altro della pulizia etnica anti-italiana negli anni successivi al secondo conflitto mondiale”.

Laura Cavandoli e il Gruppo della Lega in Consiglio Comunale hanno predisposto una mozione per impegnare Sindaco e Giunta a commemorare annualmente il Giorno del Ricordo con una cerimonia ufficiale che coinvolga il Consiglio Comunale e a modificare l’intitolazione di via e Largo Tito Josip Broz.

“Una questione che sembra non toccare minimamente l’Amministrazione Comunale che ha scelto di non commemorare ufficialmente la Giornata del Ricordo che è stata istituita con legge dal 2004 quale solennità civile nazionale per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Personalmente, ritengo anche sarebbe molto bello che i ragazzi delle scuole di Parma potessero vedere il commovente spettacolo teatrale “Magazzino 18” di Simone Cristicchi dedicato alla tragedia delle Foibe. Il Comune, portandolo a Parma, farebbe un regalo a tutta la città”.

La mozione è aperta alle sottoscrizioni dei cittadini presso i banchetti della Lega in città. I cittadini potranno sottoscrivere la mozione al banchetto in via Mazzini sabato 10 febbraio dalle 10 alle 18 e domenica 11 dalle 15 alle 18, o al gazebo dei Giovani Padani a barriera Repubblica sabato 10 febbraio dalle 15 alle 18.

La proposta di celebrare a Parma la giornata della memoria per le vittime delle foibe è portata avanti da anni anche dagli esponenti di Casapound.

ANCHE NEL 2013 AVANZO’ LA PROPOSTA- Il Comune di Parma non si è ancora espresso a oggi, la mozione non è ancora stata depositata, ma negli archivi della cronaca locale questo tema non è nuovo. Già nel 2013, quando a detenere la delega Toponomastica era l’assessore Laura Maria Ferraris, era emerso un dettaglio che aveva troncato sul nascere il cambiamento di nome della via.

Nel 2013 l’assessora Ferraris spiegava alla stampa locale: “E’ una questione etica e civile. In commissione Toponomastica ci siamo interrogati su come intervenire, anche perché non è stato certo sufficiente creare largo Foibe per “compensare” la presenza di via e largo Tito Broz. Ma il cambiamento avrebbe avuto un costo troppo pesante per i residenti, per cui abbiamo deciso di soprassedere. Un costo di circa 400 euro a famiglia, nonostante le agevolazioni che il Comune avrebbe potuto dare per le certificazioni di propria competenza”. Spese che sarebbero ulteriormente lievitate nel caso di professionisti con attività nella zona. Costi elevati visto il numero di abitanti della zona, costi che il Comune nel 2013 non ha potuto assorbire.
Ora la delega è passata al vicesindaco Marco Bosi ma le valutazioni potrebbero non essere troppo discordanti anche se la situazione patrimoniale del Comune di Parma non è più, fortunatamente, quella del 2013.

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