“No privatizzazione dell’asilo di Carignano”: gruppo genitori chiarisce e chiede passo indietro del Comune, rette troppo alte

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Carignano lotta per impedire la chiusura dell’asilo monetessoriano Albero Parlante. Lo scorso 31 gennaio un gruppo di cittadini aveva organizzato l’incontro tra la comunità, la parrocchia proprietaria dell’asilo e alcuni rappresentanti politici locali, l’assessora Ines Seletti. Dall’incontro è stato confermato che al parroco sono arrivate 3 proposte di interesse da privati che potrebbero continuare l’esercizio della struttura. A opporsi però i genitori che chiedono che il Comune non lasci la totale privatizzazione dell’asilo di Carignano che andrebbe ad aumentare le rette. 

Il “comitato” volontario che si sta muovendo, anche attraverso la raccolta di oltre 500 firme, per la chiusura ci tiene a sottolineare che: “L’asilo era comunale fino al 2015, anno in cui il Comune lo ha trasformato da comunale- gestione indiretta a privato con posti in convenzione. Negli anni i posti in convenzione sono diminuiti e le famiglie sono costrette a spostarsi perché non si possono permettere rette private. Per questo motivo i bambini sono sempre meno.

L’asilo è gestito da ParmaZeroSei e non da Proges direttamente. Parmazerosei è partecipata del Comune per il 49%. Inoltre il quartiere Vigatto ha una copertura di scuole dell’infanzia più basso dell’8% rispetto alla media della città“.

 

LA STORIA DELL’ASILO ALBERO PARLANTE- Nato nel 1934 come asilo parrocchiale, è  passato poi sotto la gestione comunale fino al 2015 quando, all’interno della ristrutturazione di tutti i servizi educativi di Parma, il Comune aveva deciso di chiuderlo e trasferire i 26 bambini che dovevano proseguire ad Alberi. Come specificano inoltre i genitori e cittadini di Carignano sulla pagina Facebook “Per fare un bambino ci vuole un asilo”: “Si suppone che la decisione sia stata presa vista l’apertura dell’Origami a Corcagnano, ma l’Origami era già aperto da un anno ed era anche a pieno regime“.

A quel punto Proges – spiega il gruppo di cittadini – aveva deciso di provare a tenere aperto l’asilo come privato trovando il favore del Comune che in quel modo dava continuità ai bambini che dovevano proseguire. Nei primi due anni di gestione privata però non ci sono stati nuovi posti in convezione. Il terzo anno Parmazerosei (gestore ufficiale) ha partecipato al bando chiedendo 10 posti in convenzione e ottenendone 3.

La retta privata non è sostenibile dalle famiglie che si vedono costrette a spostarsi (in auto o in autobus) o a rinunciare al servizio. Nelle nostre frazioni l’autobus passa una volta all’ora. Questi aspetti non sono mai stati considerati da chi ha deciso di ridistribuire sul territorio i servizi educativi.”

Ora Parmazerosei si trova con soli 3 posti convenzionati e l’incognita dei privati. Condizione che ha spinto la partecipata comunale Parmazerosei a comunicare che a Dicembre chiuderà il servizio da Settembre 2018.

Il gruppo di cittadini si era già mosso ad ottobre 2017 chiedendo un incontro con l’Assessore Ines Seletti. Come raccontano i genitori: “L’abbiamo incontrata l’8 gennaio. Ci ha spiegato che l’asilo, ancorchè gestito da una partecipata del Comune, è privato e non possono assegnare posti in convenzione fuori da bandi o dare contributi di alcun tipo. Ma la retta sarebbe comunque alta e il problema non sarebbe risolto“.

“Nessun gestore privato, dovendo sostenere i costi di gestione in autonomia, si può permettere di applicare tariffe alle famiglie sulla base del loro reddito. Questa è la differenza tra servizio pubblico (dove ognuno di noi contribuisce tramite il versamento delle tasse) e un servizio privato (dove la singola famiglia si fa carico del costo totale del servizio). Per far questo, stiamo valutando l’idea di fare un fondo di comunità per aiutare le famiglie del territorio ad accedere al servizio con i vantaggi della tariffa puntuale.

Stiamo valutando anche la richiesta di statalizzazione, ma sappiamo che dovrebbe essere il Comune a farla e che i tempi sono lunghi. Chiederemo comunque un incontro all’ufficio scolastico Provinciale.”

 

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