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Aeroporto Verdi, la ricapitalizzazione è un caso di “vita o di morte”: progetti bloccati fino ad allora

Se non arriverà la ricapitalizzazione per l’aeroporto Verdi, si chiude lo scalo. Questo quanto emerso dalla commissione in municipio su Sogeap, società che gestisce l’aeroporto di Parma.

A metà gennaio era arrivata la promessa da parte dei soci di 4,5 milioni di euro durante la seconda riunione per la questione ormai di “vita o di morte”. Lo scalo perde infatti 10mila euro al giorno, pochi i voli di linea che decollano e la programmazione estiva non è ancora attuabile.

Il Comune di Parma, nonostante abbia quote nella società per il 5,9% è un ente pubblico e non è autorizzato a questo tipo di manovre, il Comune ha però promesso opere di compensazione per 2,5 milioni di euro, opere come la strada che unirà lo scalo a Fiere e Autostrada. A questo punto le opere di compensazione, e i soldi pubblici spesi, non avrebbero più senso se entro il 30 giugno non arriveranno i soldi sperati.

Il direttore di Sogeap Federico Wendler e il presidente Guido Dalla Rosa Prati erano presenti durante l’audizione in commissione.

Dal presidente Dalla Rosa Prati l’auspicio che la ricapitalizzazione della società avvenga così da poter attuare realmente i piani per il rilancio già annunciato a più riprese. Un piano che prevede la conversione a prevalenza servizio cargo, trasporto merci, e lo stanziamento di 37 milioni di euro, di cui 12 promessi dall’Emilia Romagna di Bonaccini, Pd, per l’allungamento della pista: 28mila tonnellate le merci che dovranno essere trasportate per restare in positivo, sono due aeroplani cargo al giorno per cinque giorni a settimana; e 680mila passeggeri trasportati.