Via Ognibene: 24enne albanese si butta dal 5°piano per scappare dalla Polizia. Un ladro professionista, trovato bottino di oltre 40mila euro

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Due fratelli, ladri professionisti, si rifugiavano a Parma perché ricercati dalla Polizia di Modena. Ma ora è carcere per uno dei due, un 24enne di origine albanese che non è uscito fisicamente incolume dall’ultimo tentativo di fuga dalle forze dell’ordine.

Eduart Nazha, già gravato da precedenti penali per reati contro il patrimonio e furti in appartamento, è stato arrestato lo scorso dicembre per ricettazione e furto in un appartamento nella periferia di Modena. Gli agenti della squadra Mobile di Parma hanno eseguito il mandato nel dicembre dello scorso anno, recuperando il soggetto nell’abitazione di uno zio, T.D., residente in via Ognibene, a Parma. Lì il ragazzo aveva già scontato la pena degli arresti domiciliari, ed era presumibile che lo zio lo stesse ri-ospitando.

All’arrivo degli agenti, ad aprire la porta, lo zio mentre stava uscendo per andare a lavoro, i due fratelli stavano invece dormendo nell’altra stanza. Svegliatisi di soprassalto, e capendo di essere alle strette, i ladri hanno letteralmente preso il volo, giù dalla finestra. I due giovani, aiutati dalla grondaia, si sono calati dal quarto piano del condominio, dal lato del cortile interno, con i garage, tuttavia, l’altezza è paragonabile a quella di un quinto piano. Ostacolati tuttavia dalla grata installata a un piano da terra sullo scolo, proprio quella che serve per scoraggiare i ladri a salire, si sono feriti, atterrando malamente e lasciando al suolo numerose tracce di sangue.

Gli agenti dalla finestra hanno visto che uno dei due fuggitivi era steso a terra mentre il secondo cercava di alzarlo. Allarmato il collega poliziotto, rimasto in strada, è scattato un breve inseguimento terminato a un centinaio di metri di distanza dove Nazha tentava di nascondersi dietro a una siepe, visibilmente ferito in modo grave. Dalla precipitosa fuga giù dalla finestra del quarto piano, infatti, il giovane ha rimediato fratture multiple agli arti superiori, inferiori e al bacino. Trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso è stato operato e messo sotto osservazione sino all’ok del trasferimento nel carcere di via Burla dove ora è ospite in attesa di processo.

In fuga il fratello, N.E. di 22 anni, indagato per ricettazione insieme allo zio, T.D. e la sorella di quest’ultimo che risiede nella stessa casa. Quattro in tutto quindi gli indagati, un arresto. In quell’appartamento di via Ognibene sono stati infatti ritrovati numerosi preziosi oggetto di furto e attrezzi da scasso: orologi di marca, collane d’oro, denaro in contante, accendini, fermabanconote, una intera raccolta di monete antiche, gioielli, grimaldelli e trapani a mano, torce, walkie talkie e pinze. 

A permettere l’arresto del 24enne di origine albanese che, nonostante la giovane età è risultato un professionista del mestiere, il ritrovamento di una impronta digitale su un’auto rubata trovata sul luogo del furto di Modena.

Nella notte dello scorso 4 novembre tre uomini si erano introdotti in una villa della periferia modenese, sul posto era giunta la Polizia scattato l’allarme di sicurezza. Il vicino di casa aveva segnalato che i tre ladri si erano allontanati a bordo di un’Audi S4. Scattate le ricerche l’auto è stata intercettata da un’altra volante. Il conducente sull’Audi non aveva esitato però a sfondare il posto di blocco rischiando di ferire, se non uccidere, un agente, rimasto incolume solo saltando il guardrail pochi secondi prima dello schianto. Il capopattuglia ha lanciato due colpi di pistola all’indirizzo delle ruote dell’auto facendo perdere al conducente il controllo del mezzo che ha finito la corsa contro l’auto di servizio della Polizia.

I tre occupanti, a quanto pare abbastanza incolumi, erano riusciti tuttavia a scappare a piedi, favoriti dal buio della notte.

L‘Audi S4 è risultata rubata a settembre a Monza, mentre la targa ritrovata è stata ricondotta a un altro mezzo rubato a Padova, una Ford Focus. All’interno dell’Audi abbandonata dai ladri sono stati trovati diversi oggetti da scasso come un disco per tagliare il metallo e altri attrezzi oltre a denaro e preziosi oggetti di furto per un valore totale di oltre 40 mila euro: nel bottino infatti diversi rolex e gioielli. Non tutta la refurtiva era tuttavia riconducibile al furto appena commesso nella villa, da lì le indagini che hanno portato all’identificazione di Nazha attraverso l’impronta digitale rilevata sul portellone posteriore dell’auto.

 

 

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