Sant’Ilario 2018: le FOTO dei premiati e il discorso del sindaco Pizzarotti

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Conferite, come ogni anno in occasione del patrono della città, le civiche benemerenze ai parmigiani meritevoli: il “Premio Sant’Ilario”.

Dopo l’esecuzione dell’inno nazionale da parte del coro delle voci bianche della Corale Verdi di Parma, diretto dalla maestra Beniamina Carretta, ha preso la parola il presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Tassi Carboni, che ha ricordato Sant’Ilario da Poitiers, patrono della città di Parma, concludendo: “Parma ha un cuore d’oro e dobbiamo conservarlo”. Enrico Maletti ha invece letto la poesia di Bruno Pedraneschi, “Il ritorno di Sant’Ilario” ringraziando il presidente del Consiglio per la sua genuina R moscia parmigiana.

Sono seguite le premiazioni a: San Leo, Paolo Colombo, Gianni e Vittorio Ferrarini, la famiglia Romani, Snupi onlus, Teatro delle Briciole, Svoltare Onlus.

Medaglia d’oro è andata all’imprendore Alberto Bormioli: “Complimenti al sindaco, per avere messo sotto occhi della comunità la realtà della Bormioli Luigi. Dedico la medaglia a mio padre, senza di lui non ci sarebbe la Bormioli Luigi, e a tutti quelli che hanno lavorato per la Bormili. La nostra è una storia vincente”.

Arriva poi il discorso del sindaco Federico Pizzarotti: “Oggi si apre una nuova stagione della vita e della politica di Parma, il cui bilancio vede successi ma anche tante criticità su cui intervenire. Oggi è il secondo tempo di una sfida aperta cinque anni fa. Nel 2012 abbiamo preso una città in grande difficoltà: bella e ribelle ma vulnerabile e fragile, piegata dai suoi stessi errori. Ma è seguita la volontà di rialzarsi. Abbiamo messo in fila i fantasmi di Parma e lo abbiamo affrontati uno a uno: debito pubblico, divario strutturale e arretratezza tecnologica delle scuole, cementificazione selvaggia, crisi del Teatro Regio, dispersione del prestigio della città, isolamento politico e istituzionale. L’obbiettivo del 2018 è fare di Parma una città internazionale, laboratorio di modelli all’altezza delle più importanti città d’Europa. Il primo atto è stata la candidatura a capitale italiana della cultura 2020. Ma la cosa più importante è che la città si sia stretta attorno a questa idea.  Invito a dimenticare i litigi politici e le contrapposizioni a prescindere”. 

“Saranno almeno due i cambiamenti di Parma: rigenerazione urbana e riforma dei servizi e qualità della vita. I cambiamenti a partire dalle periferie ma tutti i quartieri saranno coinvolti. Ci sarà anche il ritorno alla vita degli edifici monumentali e dei luoghi della tradizione: ospedale vecchio, cittadella, parco ducale. Per diventate città europea partiremo dalla mobilità: centro più pedonalizzato, agevolazioni per auto elettriche, limitazioni al traffico più stringenti, incremento delle piste ciclabili intelligenti”.

“La politica deve tornare ad avere il coraggio di fare scelte nette. E di evitare quei populismi che alimentano solo le paure. Parma stia dalla parte della civiltà e mai la dimentichi. Non abbiamo bisogno di eroi o di salvatori ma di chi raccoglie una cartaccia per strada, chi si alza per far sedere un anziano sul bus, chi paga le tasse, chi non parcheggia in doppia fila. Abbiamo bisogno del buon esempio”. Il sindaco ricorda così i recenti fatti di cronaca che hanno visto il giovane Gianluca picchiato da una gang di coetanei solo perchè aveva osato raccogliere una cartaccia gettata a terra in viale Toschi per buttarla nel cestino.

(in fondo all’articolo il discorso integrale del sindaco Pizzarotti)

Nelle foto di Gianmario Boscolo per Parmapress24, la gallery dei premiati.

MEDAGLIA D’ORO- ALBERTO BORMIOLI L’ingegner Alberto Bormioli è Presidente dal 1994 della Bormioli Luigi Spa., società fondata dal padre nel 1946. Durante il periodo della sua Presidenza il Gruppo Bormioli Luigi è cresciuto di oltre sei volte, incrementando il fatturato da 70 a 460 milioni di euro circa.

Oggi il Gruppo é leader mondiale nel mercato del vetro per profumeria e quarto produttore mondiale nel mercato del vetro per la casa, avvalendosi di 7 filiali commerciali e di impianti allocati in 7 stabilimenti (di cui uno in Spagna ed uno in Francia), che occupano 2.300 persone e producono oltre mezzo miliardo di pezzi all’anno.

Secondo una filosofia ampiamente collaudata e vincente, il business dell’azienda si fonda su una strategia autonoma, libera da condizionamenti, nonché sulla prolificità di una innovazione globale, culturale, tecnologica, radicata sul territorio locale ed in terzo luogo sull’entusiasmo propulsivo delle risorse umane impiegate.

ATTESTATI DI CIVICA BENEMERENZA

SNUPI ONLUS – SNUPI (Sostegno Nuove Patologie Intestinali) è una associazione di volontariato, riconosciuta come onlus dal 17.07.2006, anche se già presente a Parma dal 2001. L’Associazione è nata spontaneamente per espressa volontà dei genitori di pazienti, per lo più in età pediatrica, affetti da patologie intestinali croniche e seguiti dal Prof. Gian Luigi de’Angelis presso l’Unità Operativa Semplice di Gastroenterologia della Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, già da anni Centro di eccellenza a livello nazionale sia in termini assistenziali che di ricerca. Al reparto afferivano per lo più pazienti affetti da Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, poliposi geneticamente determinate, alterazioni congenite intestinali, tutte patologie potenzialmente invalidanti e con delicati risvolti assistenziali e sociali.

L’attività di questa Unità è cresciuta esponenzialmente negli anni, rivolgendosi a pazienti di ogni età; dal maggio 2009, la struttura è diventata Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, diretta sempre da Gian Luigi de’ Angelis. Contestualmente si è ampliato ed è cresciuto l’impegno di SNUPI, che attualmente promuove, come da statuto, il sostegno umano e materiale ai pazienti ed alle famiglie, specie se non residenti a Parma o provenienti da nazioni estere. Istituisce borse di studio per giovani medici che intendono impegnarsi nel campo della Gastroenterologia e dell’Endoscopia Digestiva sia pediatrica che dell’adulto, mettendo a disposizione contributi per master o stage in strutture di riconosciuto prestigio scientifico. Sono una ventina i medici specializzandi, sia in pediatria con indirizzo gastroenterologico sia in gastroenterologia, che hanno potuto effettuare soggiorni di durata minima di 12 mesi in strutture estere a partire dal 2001. SNUPI inoltre contribuisce all’acquisto di strumenti di ultimissima generazione indispensabili per l’aggiornamento tecnologico in tempo reale dell’Unità operativa di riferimento. A tale scopo si impegna nell’organizzazione di eventi pubblici volti alla sensibilizzazione delle problematiche relative alle nuove patologie intestinali e al reperimento di fondi. Grazie all’impegno professionale ed umano dei medici, del personale sanitario, dei volontari dell’associazione e alla generosità di tantissimi benefattori, SNUPI ha conseguito risultati significativi per i tanti pazienti che hanno necessità di esser curati presso l’Ospedale Maggiore di Parma e per i giovani medici che in esso si sono o si stanno formando.

A.S.D. SAN LEO 1946 – L’A.S.D. San Leo è protagonista a Parma dal 1946, ha festeggiato i 70 anni di attività nel 2016 e rappresenta da sempre una realtà importante sul territorio sia da un punto di vista sportivo, che formativo. Il sodalizio sportivo nacque da un’idea di Don Ferdinando Azzali, vicario parrocchiale di San Leonardo proprio per avvicinare i ragazzi allo sport. La guerra posticipò di qualche anno la realizzazione di quel sogno a cui contribuirono Egisto Corradi e Luciano Porcari che nel 1946 costituirono il primo gruppo di ragazzi del quartiere che partecipò ad un torneo. Di tempo da allora ne è trascorso, ma il San Leo non ha mai perso di vista la propria missione: quella di essere un punto di riferimento per i giovani di un quartiere, il San Leonardo, segnato da uno sviluppo industriale ed urbanistico tumultuoso nella seconda metà del Novecento.

Nel 1950 l’Unione Sportiva San Leo, in onore della Sampdoria, unica squadra con un “assistente spirituale”, prese i colori sociali blu cerchiati. Italo Maccarelli viene ricordato come il primo grande allenatore della storia della San Leo. E lo fu per poco meno di 10 anni: dal 1954 al 1963, vincendo diversi titoli provinciali e regionali e facendo della San Leo uno dei più floridi vivai calcistici della città. A metà degli anni Sessanta la squadra lasciò il campo storico “Baratta” e cambiò sede degli allenamenti fino ad approdare, nel 1982, all’attuale collocazione, quella definitiva, nel campo comunale di via Guastalla, sede della società.

La storia dell’A.S.D. San Leo è stata contrassegnata nel 1970 dal riconoscimento “Angiol d’or” come migliore e più numerosa società di Parma; dopo la fusione con il Cortile San Martino nel 1994 arrivò la promozione in Seconda Categoria, nel 2000. Tra gli importanti risultati raggiunti, nella stagione 1973/1974 la squadra Allievi della San Leo ha partecipato alle fasi nazionali del campionato Allievi Csi, vincendole, dopo aver fatto altrettanto nel girone emiliano.

L’A.S.D. San Leo si conferma oggi una realtà che coinvolge centinai di ragazzi con la Scuola di Calcio, Esordienti, Allievi, Juniores e Prima Squadra. Punto di riferimento nel quartiere San Leonardo, svolge la propria attività grazie al personale tecnico, accompagnatori e dirigenti che si dedicano quotidianamente alla formazione dei giovani sportivi e si avvale di diversi volontari. Le squadre coinvolgono circa 280 giovani, il personale tecnico e dirigenti sono circa 90.

GIANNI E VITTORIO FERRARINI – Vittorio Ferrarini si è diplomato Maestro d’Arte all’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma. Ha iniziato a dipingere dall’età di 23 anni, e, in seguito, per motivi di lavoro, ha vissuto molti anni all’estero. Ha ripreso a dipingere nel 2004 e nel 2005 ha tenuto la sua prima personale. Ha tenuto diverse mostre sia in Italia che all’estero ed ha esposto in luoghi e cornici prestigiose. Nell’agosto del 2013 ha vinto il primo premio al “Concorso di Arti Visive Goliardo Padova” promosso dal comune di Tizzano (Parma). All’estero ha esposto a Praga all’Istituto Italiano di Cultura, (2008, 2010 e 2015) al Castello di Bratislava sede del Parlamento Slovacco (2009), all’Istituto Italiano di Cultura a Vienna (2009), in Francia a Parigi al Carouselle du Louvre, (2009) ed al Centro Culturale Christiane Peugeot (2009). Ha partecipato alla Biennale d’Arte Internazionale di Malta, (2009 e 2011) conseguendo nel 2009 lo “Special Distinction Award”. Ben 115 delle sue opere, la maggior parte di grandi dimensioni e sotto forma di donazione, sono entrate a far parte del patrimonio artistico di Associazioni Culturali, Aziende private ed Enti pubblici, quali l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma con ben 52 quadri, varie AUSL, Casa di Cura Città di Parma, Hospice Piccole Figlie, Hospital Val Parma, Poliambulatori Dalla Rosa Prati, Casa della Salute, Avis, Progetto Itaca, Anffas, varie Case Protette di Parma e Provincia ed Aziende come Paolo Barilla Spa, Dallara Costruzione auto da competizione, Camera di Commercio di Parma, Cariparma Crédit Agricole, Banca di Piacenza, Comune di Parma, ENIT di Vienna, Federazione Italiana Rugby di Roma, Ambasciata Italiana di Praga, Istituto Italiano di Cultura di Praga e molti altri ancora.

Gianni Ferrarini è scomparso, a 71 anni, nel luglio del 2017. La sua dipartita ha segnato un grave lutto per il mondo imprenditoriale e il baseball di Parma. Giannni Ferrarini è stato il fondatore della Farma ascensori e presidente del Crocetta Baseball, passione di una vita. Per decenni è stato una figura di rilievo nel mondo imprenditoriale e sportivo parmigiano. Nel 1968 ha fondato, assieme al fratello Vittorio, la Farma Ascensori di cui è stato presidente, oltre a ricoprire le massime cariche nella Federazione di settore in Italia ed in Europa. Il suo è stato un impegno costante sia in campo imprenditoriale che sportivo. Nello sport locale, Gianni Ferrarini è stato l’anima del Crocetta Baseball, società consolidata e punto di riferimento del “batti e corri” a Parma. Gianni Ferrarini, quando prese in mano le sorti del Crocetta Baseball, mantenne la promessa di riportare la squadra nella massima serie in pochi anni. In 30 anni di impegno si è adoperato per promuovere le potenzialità di questo sport nella formazione giovanile e sono stati ben 10 gli scudetti Giovanili conquistati dal Crocetta con lui. E’ stato attivissimo nel Panathlon, passione che ha condiviso con il fratello Vittorio che ha ricoperto la carica di presidente dal 2003 al 2007. Con il fratello Vittorio ha, inoltre, dato avvio all’azienda Ferrarini Porte Blindate, fondata nel 1978.

TEATRO DELLE BRICIOLE – Il Teatro delle Briciole vanta una storia quarantennale che ha trasformato radicalmente l’immagine, il vocabolario e il concetto stesso di teatro per l’infanzia. Fondato nel 1976, primo in Italia a dar vita a un Centro Stabile di Produzione, Programmazione e Ricerca Teatro Ragazzi e Giovani, il Teatro delle Briciole ha rinnovato negli anni la propria identità affermandosi come un moderno centro di produzione teatrale radicato a Parma e nel territorio, ma proiettato fortemente anche fuori dai confini locali. Dal 1987 il Teatro delle Briciole ha trovato sede stabile nel Teatro al Parco (di cui si è festeggiato nel 2017 il trentesimo anniversario), al centro del quartiere Oltretorrente, nella splendida cornice del Parco Ducale, regalando alla città di Parma una ricchissima offerta e uno spazio aperto alla domanda di produzione e fruizione culturale della città e del territorio. Un teatro in ascolto dei sommovimenti e delle trasformazioni sociali, che negli anni si è fatto sempre più curioso di tutte le espressioni artistiche, di tutte le arti come danza, poesia, cinema, arte: è in questo contesto pluridisciplinare che nasce la collaborazione con Solares Fondazione Culturale, che ha dato origine a progetti di respiro internazionale e che nel 2007 è sfociata nell’unione tra le due realtà, con la nascita di Solares Fondazione delle Arti.Nel 2015 il Teatro delle Briciole è stato riconosciuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo come Centro di produzione: sono centinaia gli spettacoli realizzati a Parma che girano in Italia e all’estero, in un sistema di collaborazioni artistiche e organizzative con diversi Paesi, dalla Francia al Portogallo, dal Canada alla Russia. La relazione con la città si esprime attraverso la realizzazione di iniziative strutturate e continuative nello spazio storico del Teatro al Parco: la rassegna “Un posto per i ragazzi” è un marchio storico che da decenni ha fatto scoprire il teatro a generazioni di giovani studenti. Profondamente radicate nel territorio sono anche le rassegne “Weekend al Parco”, di grande richiamo per le famiglie che trovano qui la possibilità di vivere insieme l’emozione e la scoperta dell’arte della scena, e “Serata al Parco”, stagione di teatro contemporaneo dedicata al carattere “sociale” delle performance, ponendo sempre più in connessione l’attore e lo spettatore. L’intensa attività del Teatro delle Briciole si sviluppa anche nella organizzazione di cicli di incontri aperti al pubblico con gli artisti, in progetti dedicati alle opere di giovani talenti, ma anche negli spettacoli, incontri inediti, esplorazioni urbane per adulti e bambini che compongono l’“Insolito Festival”, che dal 2014 si svolge ogni estate, e infine attraverso l’ideazione di progetti speciali come “S-chiusi”, itinerario con cui il Teatro delle Briciole ha riportato la vita negli spazi abbandonati dalle attività commerciali del centro storico.

PAOLO COLOMBO – Paolo Colombo, professore emerito dell’Università di Parma, docente e ricercatore in Biofarmaceutica e Tecnologia Farmaceutica, si è laureato in Farmacia a Pavia nel 1968 e lì ha iniziato la sua carriera accademica, con studi di fisica della compressione focalizzati soprattutto sulle forme solide di somministrazione dei farmaci.

Nel 1983 è diventato professore associato e nel 1986 professore straordinario all’Università di Parma, dove è rimasto sino alla data del pensionamento e dove è stato tra l’altro delegato del Rettore, fondatore del Consorzio interuniversitario di tecnologie farmaceutiche innovative TEFARCO Innova, Direttore del Dipartimento di Farmacia e Preside della Facoltà di Farmacia.

Le sue attività di ricerca si sono concentrate principalmente sulla tecnologia farmaceutica, con indirizzi come “Drug delivery”, ionoforesi, somministrazione nasale e polmonare dei farmaci, micro e nanoparticelle farmaceutiche: tutti ambiti nei quali il gruppo del Prof Colombo ha contribuito allo sviluppo di tecnologie innovative.

Paolo Colombo ha pubblicato più di 260 lavori scientifici e depositato 42 brevetti su prodotti farmaceutici, molti dei quali sono diventati prodotti registrati in diversi Paesi. Uno di questi brevetti, di titolarità dell’Università di Parma, ha recentemente consentito di fondare con alcuni suoi studenti la “start up” PlumeStars srl, che ha ottenuto da EMA (European Medicines Agency) e FDA (Food and Drug Administration) la designazione orfana di due medicinali per il trattamento delle infezioni in fibrosi cistica e per la prevenzione delle recidive da mesotelioma pleurico.

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Tra questi Colorcon Award 1991, AAPS Fellow 1996, Premio Maurice-Marie Janot per le Scienze Farmaceutiche 2004, Premio CRS Reiner Hofman 2007, CRS Founders Award 2014 e IPEC Ralph Shangraw Award 2014.

Nel 2010 l’Università di Atene gli ha conferito il Dottorato Honoris Causa in Farmacia. Nel 2015 l’Università di Salerno gli ha consegnato il sigillo dell’Ateneo come Premio alla Carriera.

FAMIGLIA ROMANI – Romani, un cognome che nel campo della ristorazione è diventato nel tempo un simbolo indiscusso di tradizione culinaria e di buona cucina parmigiana ma che è anche sinonimo di solidarietà e di attenzione verso il prossimo. Una vita tra cibo, fornelli e famiglia, quella di Silvano e Ugo Romani, portata avanti dal figlio Fabio. Ugo, appena diciottenne, nel 1965 inizia la sua avventura nel campo della gastronomia: insieme alla mamma Bruna, al papà Severino apre una bottega di alimentari a San Lazzaro, la storica “Rocca San Lazzaro”. Il fratello minore, Silvano, cresce respirando la passione di Ugo per il lavoro e, una volta adulto, lo affianca, imparando il mestiere.

Silvano ha trasformato negli anni la sua bottega di alimentari in una vera e propria gastronomia, dando, poi, vita ad una catena di rivendite di prodotti tipici alimentari ducali, pensati non solo per chi vuole fare la spesa, ma anche per coloro che vogliono sostare per un veloce pasto o una degustazione di vini e salumi. Ugo, nel frattempo, aprì una macelleria che gli permise di apprendere le tecniche della macellazione e sviluppare una costante ricerca sulla qualità delle materie prime.

Nel novembre del 1991, Ugo Romani ha fondato il ristorante di Vicomero, con la moglie Margherita. Realizza, così, un sogno e apre, dopo aver ristrutturato il vecchio casale di famiglia, il ristorante Romani con l’intento di creare una trattoria accogliente in cui offrire la tradizione della grande cucina di Parma. Dopo pochi anni i posti a sedere non sono più sufficienti. Ugo amplia il locale passando dai 50 ai 230 posti e chiama il figlio Fabio a dargli man forte in cucina. Il ristorante diventa un punto di riferimento per i parmigiani; nel 2015 con Decreto del Presidente della Repubblica, Ugo Romani viene nominato Commendatore della Repubblica Italiana. Romani ha dedicato la propria vita alla ristorazione di qualità, lanciando anche l’idea del Consorzio Parma Quality Restaurants che ora è una realtà affermata e condivide questa passione con il figlio Fabio. Per quindici anni, Ugo Romani è stato presidente della Ccepp (Cooperativa Commissionario Esercizi Pubblici Pasticceri) e fino a due anni fa della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Regionale.

Ha dedicato il proprio tempo libero agli altri, soprattutto ai meno fortunati, ed ha portato avanti, in prima persona, numerose iniziative a scopo benefico. E’ stato consigliere e presidente del Circolo ARCI Aquila e tra i fondatori del Circolo Aquila Longhi. Ha ricoperto per due mandati l’incarico di presidente del Lions Club Colorno “La Reggia” di cui fu uno dei fondatori. In questi anni ha ricevuto anche due titoli Melvin Jones per aver supportato azioni di sostegno a persone in situazione di fragilità. Dal giugno scorso ha ricoperto anche la carica di presidente dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia di Parma.

SVOLTARE ONLUS – “Svoltare onlus”, nata nel 2015, offre un modello di solidarietà innovativo e dalla qualità certificata ISO 9001, per fornire una risposta concreta alle condizioni di disagio generate dai continui mutamenti evolutivi della società.

Problemi fisici, psichici, economici, sociali, familiari, di tossicodipendenza, di alcolismo o di status, come essere profughi, immigrati non abbienti o senzatetto, non sono visti come diversità da discriminare, ma opportunità di cambiamento per una “Svolta di vita”.

La promozione della “cultura dell’accoglienza” avviene attraverso un’esperienza evolutiva unica nel suo genere che ha come fine prioritario, secondo le istanze perseguite dall’Associazione, quello di influire positivamente sulla qualità della vita delle persone svantaggiate, attraverso un progetto d’accoglienza in grado di integrare gli aspetti materiali di base ad una molteplicità di servizi interdisciplinari e con percorsi d’inclusione sociale che consentano ad ogni accolto di ritrovare un’autonomia individuale.

Tutto questo attraverso progetti di sensibilizzazione della società verso i problemi e le sofferenze dei poveri e degli emarginati; studi e ricerche con particolare attenzione ai problemi della emarginazione e povertà; corsi di formazione per volontari di concerto con altre associazioni, enti ed istituzioni del territorio e lo svolgimento di attività legate alla propria missione istituzionale.

L’associazione si avvale dell’apporto di aderenti e volontari che concorrono alla realizzazione di progetti, percorsi ed attività volte a promuovere l’inclusione e la crescita della persona.

Oltre 600 persone fra vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo, nuclei familiari e adulti in difficoltà abitativa e socio-economica con problemi relazionali, persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, richiedenti asilo (uomini, donne, minori stranieri non accompagnati e nuclei familiari), sono accolte dall’Associazione in strutture situate nei comuni di Parma, Fontanellato, San Secondo Parmense, Fontevivo, Langhirano e Felino.

DISCORSO INTEGRALE SINDACO PIZZAROTTI:

 

Ringrazio chi ha ricevuto la civica benemerenza e il premio Sant’Ilario, perché con la propria attività unita al sapere, all’esperienza e al grande impegno, ha contribuito a rendere Parma una città ambiziosa e vitale.

Impegno ed esperienza sono i fondamenti su cui è stata edificata la città, unite da un’ideale: fare sempre un passo oltre.

Chi possiede un’idea che nel mondo non è ancora nata; chi mette la propria scienza a disposizione di tutti; chi destina parte del proprio tempo al servizio degli altri; chi non è mai sazio di entusiasmo; chi è capace di trasformare una sconfitta nell’inizio di un nuovo cammino:

il Sant’Ilario è dedicato soprattutto a voi!

Anche oggi il tempo e la storia esigono da parte di tutti noi un passo oltre.

Oggi si apre una nuova stagione della vita e della politica di Parma.

Una stagione il cui bilancio vanta un attivo di successi, ma che registra al passivo criticità sulle quali dobbiamo intervenire.

D’altra parte, la vita di una città è un continuo progredire: come istituzioni puntiamo al progresso facendo del nostro meglio, attenti a non trascurare le aspettative delle persone che bussano alla porta del Comune.

Oggi, in ogni caso, si dà inizio al secondo tempo di una sfida aperta cinque anni fa.

Nel 2012 abbiamo preso il timone di una città in grande difficoltà: rispetto ad oggi, altre erano le sfide che ci attendevano, mentre l’epoca in cui viviamo era appena agli inizi.

Quando dico “un’altra Parma”, intendo una città che guardandosi allo specchio si era rivelata a se stessa. Certo, bella come sempre, vitale senza ombra di dubbio, ribelle e battagliera come è stata nella sua storia. Ma vulnerabile e fragile:

si era riscoperta debole e piegata dai suoi stessi errori.

Per un sindaco non è facile fare ad alta voce queste riflessioni, tanto più in un giorno di festa, ma è doveroso e necessario.

Come in ogni fase della vita avere coscienza delle proprie debolezze, delle occasioni perse, degli errori fatali, è il primo passo per rifiorire.

Molti di noi hanno vissuto il tempo in cui si cade, seguito dal tempo in cui ci si rialza.

Ecco, il primo tempo di questa sfida è stato esattamente quel momento: la caduta, seguita da una forte volontà di rialzarsi.

È stato un impatto forte, e sono stati anni davvero intensi quelli che ci hanno portato sin qui.

Se mi chiedete, se ci chiediamo, “Che cosa ci hanno lasciato?”,

rispondo senza alcun dubbio: una maggiore maturità.

Non lo dico con spirito personale, non parlo solo di me in quanto sindaco.

Parlo di tutti noi, parlo di Parma: oggi viviamo in una città più matura, consapevole delle energie individuali, collettive e culturali che è in grado di esprimere.

Parma si è fatta spazio in un mondo fatto di città competitive e in corsa per diventare centri vitali e di progresso.

Il periodo che viviamo, marchiato dalla globalizzazione, è caratterizzato dall’emergere delle città come motore di sviluppo dei popoli e delle Nazioni.

Per quanto possa sembrare paradossale è proprio così: la crisi degli Stati nazionali coincide con la fioritura e la crescita delle più competitive città del mondo.

Consapevoli di questa rapida evoluzione, abbiamo messo in fila i fantasmi di Parma. Affrontandoli uno per uno.

Rapidamente, diamo loro un nome: debito pubblico; divario strutturale e arretratezza tecnologica delle scuole; cementificazione selvaggia; crisi del Teatro Regio; lenta dispersione del prestigio di Parma in Italia e in Europa; isolamento politico e istituzionale della città.

Sono stati i fantasmi maggiori, che a cascata ne hanno alimentati altri.

Affrontandoli la città ha vinto una prova difficile che i più davano per persa: superare le difficoltà e tornare protagonista nel Paese.

Dal palco del Paganini ci siamo lasciati nel 2017 con queste parole:

Per quanto grande e complicato sia questo mondo, nessuno potrà toglierci la soddisfazione di dire: c’è ancora tanto da fare, ma questa è la strada giusta.

Ed è da quelle parole che oggi inizia il secondo di tempo di Parma, che racconta di un progetto ambizioso.

Recuperato il divario che ci separava dalle città leader nel cammino del progresso, iniziamo il 2018 avendo davanti a noi un preciso obiettivo:

Fare di Parma una città compiutamente internazionale, laboratorio di modelli all’altezza delle più importanti città d’Europa.

Portare le qualità di Parma nel mondo, e le qualità del mondo a Parma, sarà l’ultimo atto di un percorso politico decennale.

Sarà una sfida faticosa e difficile, che giocheremo oltre i confini regionali e nazionali.

Una sfida già iniziata, che impegnerà Parma nella sua totalità. Impegnerà tutti: la Giunta, il Consiglio Comunale, imprenditori, lavoratori, commercianti, mondo universitario e sistema sanitario, che deve mantenere alto il suo livello di eccellenza, e assieme alle istituzioni puntare a nuovi percorsi di crescita e sviluppo della ricerca e della tecnologia.

Ogni centro di vita, di cultura e di sapere;

ogni singolo atomo di questa grande e ambiziosa città sarà chiamato a esserci: è il tempo di prepararsi.

È comunque una sfida alla nostra portata: siamo nati e viviamo nella città dei duchi e delle duchesse, coi loro palazzi eleganti e sfarzosi; siamo quelli della città di Giuseppe Verdi, di Arturo Toscanini, di Pietro Barilla; ma la nostra è anche la città di Padre Lino, di Guido Picelli, di Mario Tommasini, dei borghi e delle barricate; città nobile e al tempo stesso umile e solidale: una città che ha saputo essere sempre un passo oltre.

Il primo atto è stato compiuto nel settembre scorso, quando ci siamo candidati al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020.

Presto si conoscerà il nome del vincitore. Se non dovesse essere Parma, abbiamo progetti su cui continueremo a lavorare, presentandoci agli occhi dell’Italia e dell’Europa: 32 ambiziose idee che abbracciano arte, cultura, letteratura, musica e storia, e che troveranno vita in ogni edificio storico della città.

Il succo del discorso, però, è un altro:

ancora una volta, forse la più importante, la città intera si è stretta attorno a un’unica idea mostrando coesione e maturità.

È vero: in una città ognuno vive la propria vita, ma per quanto le strade di ognuno di noi siano differenti e lontane, unite formano un percorso.

Così deve essere, soprattutto nell’epoca della “confusione globale”: la città è la somma di tante storie.

Perciò invito tutti a dimenticare i litigi della politica, le contrapposizioni a prescindere, ogni sentimento di divisione:

parliamo di Parma e facciamolo bene, perché tutti siamo chiamati a essere interpreti e protagonisti della nuova sfida:

il bottegaio che alla mattina alza la saracinesca; l’assessore che al pomeriggio studia come migliorare la vita di un quartiere; l’imprenditore che la sera rincasa dopo aver salutato i suoi dipendenti; l’operatore che la notte pulisce le strade.

Anche il Comune di Parma è chiamato a fare la sua parte, e sul piatto del cambiamento propone nuove importanti riforme:

a cominciare dal turismo e dalla promozione internazionale, porte d’accesso alla parte di mondo vivo e produttivo.

Investire sulla promozione internazionale significa dare una seconda vita a Parma: la prima è quella della quotidianità, scandita dai ritmi della vita e del lavoro della sua gente; la seconda è la vivacità e l’energia di una città con zaino in spalla, che viaggia, inventa, investe e crea, e che nulla ha da invidiare alle grandi d’Europa.

C’è poi una cosa che noi parmigiani, uniti, sappiamo fare bene:

offrire e promuovere la nostra tradizione.

Si può scegliere di rimanere piccoli vivendo della propria luce e subendo il progresso delle altre città, oppure farsi spazio governando il cambiamento in atto.

Gli ultimi passi di questo cammino sono stati importanti: a fine dicembre è stata presentata alla città la Fondazione Unesco, con il compito di promuovere attività e iniziative legate all’immagine di città della Gastronomia; si è poi dato vita a una cabina di regia legata al turismo, composta dal Comune, da nomi illustri del tessuto economico e dalle istituzioni, finalizzata a promuovere iniziative enogastronomiche di respiro nazionale e internazionale su tutto il territorio.

Siamo in marcia e non ci fermiamo, anche se c’è una questione che va precisata.

Churchill infatti diceva:

“Senza tradizione, l’arte è un gregge di pecore senza pastore. Ma senza innovazione, è un cadavere”.

Decliniamo le sue parole su Parma: la tradizione è dentro di noi, va colta ed espressa in tutta la sua potenza.

L’innovazione invece è tutta da inventare.

Per essere competitivi all’esterno dobbiamo esserlo anche all’interno, recuperando il gusto e il coraggio di provare a fare cose sempre più grandi. E il cambiamento non può avere luogo senza la garanzia di una città sostenibile e di qualità, sotto ogni aspetto.

Avere servizi più efficienti; risparmiare sull’illuminazione pubblica; riportare in vita un edificio storico, aprire una nuova scuola o creare nuovi spazi per i giovani:

sono tutti segnali di una città sostenibile, attrattiva, dinamica e inclusiva.

Se la società corre, noi non freniamo ma ci mettiamo al passo. Le nostre politiche avranno successo solo quando all’idea assoceremo la concretezza del saper fare, non avendo paura di compiere vere rivoluzioni in alcuni settori chiave.

Per questo da oggi e per i prossimi anni saranno almeno due i cambiamenti di Parma:

  1. la rigenerazione urbana, 2) e la riforma dei servizi e della qualità di vita della città, che da provincia emiliana ambisce a essere città europea.

La rigenerazione urbana sarà visibile soprattutto nelle periferie di Parma, che nei prossimi 10 anni cambieranno volto: ben quattro milioni di metri quadrati continueranno a essere suolo agricolo, mentre aree di profondo degrado diventeranno luoghi di cultura, vita e socialità, come ad esempio l’ex Star a Corcagnano, l’ex Bormioli e l’ex Manzini-Pasubio al San Leonardo. Ma come questi ultimi, tutti i quartieri avranno i loro piccoli e grandi interventi.

Al risveglio di queste strutture, infine, legheremo il ritorno alla vita degli edifici monumentali e dei luoghi di tradizione, come l’Ospedale Vecchio, il Parco Ducale, i Chiostri del Correggio, la Cittadella, e come noterete quando transitate da via Mazzini, il ponte Romano.

Rigenerare significa ridare battito e cuore a scheletri di cemento. Per noi, in più, significherà unire la vita del centro storico con le anime della periferia, ridando valore e benessere a luoghi che rappresentano il nostro passato.

E poi il grande cammino che in parte abbiamo già intrapreso, e che in parte proseguirà dopo di noi: migliorare la qualità della vita dei parmigiani, sfruttando la carta dell’innovazione e dell’evoluzione tecnologica.

Le cosiddette smart cities, le città intelligenti, costituiscono la vera sfida che i Governi di tutto il Mondo stanno affrontando. Fino a vent’anni fa sembrava assurdo anche solo pensare di migliorare la qualità dell’aria, ridurre il cemento aumentando gli spazi verdi, utilizzare telecamere in ogni angolo delle strade, monitorare il flusso delle automobili, autoprodurre energia limitando l’utilizzo delle materie prime, connettere le periferie al centro, e le città tra loro nel più breve tempo possibile.

Non sarà una sfida semplice né breve, ma è una sfida che dobbiamo vincere.

Il primo salto avverrà a partire da quest’anno, con lo sviluppo di una nuova mobilità.

Non significa cambiare senso di marcia alle strade, o realizzare nuove rotonde, ma compiere una vera e propria rivoluzione copernicana: da provincia italiana ambiamo a essere una città europea della mobilità.

Avremo il centro più pedonalizzato, agevolazioni per l’utilizzo delle auto elettriche, limitazioni al traffico più stringenti; daremo priorità assoluta alla qualità dell’aria, alle linee di trasporto urbano elettriche; incrementeremo le piste ciclabili intelligenti, il bike sharing e il car sharing.

Una città immobile è destinata al crepuscolo: pensate, ad esempio, alla crescita di Milano e al declino di Roma. Al contrario, una città che evolve mostrando un pizzico di impopolarità per scelte coraggiose, richiama a sé interesse, attenzione e investimenti.

Nelle scelte politiche si può agire da timidi o insicuri, in modo da non scontentare nessuno. Oppure si può decidere di essere audaci e determinati: noi scegliamo questa seconda via, perché in gioco c’è il futuro di Parma.

Riassumendo, ricordo a tutti noi le tre sfide che ci attendono a partire da oggi:

  1. Essere competitivi all’esterno, mediante la promozione internazionale del turismo, della cultura, delle eccellenze del territorio;
  2. Essere competitivi all’interno, con la rigenerazione del contesto urbano, con la rivitalizzazione delle grandi testimonianze architettoniche del passato;
  3. Infine, il miglioramento della qualità della vita e dei servizi, per ambire a essere sempre più una città europea.

Ecco, finora abbiamo parlato di cosa vuole fare Parma da grande, e penso che siamo stati abbastanza chiari e netti.

Ora vorrei parlare dei parmigiani, perché una città non è plasmata solo da progetti, palazzi, strade o piazze, ma dalle sue mille vite. E parlarne è la cosa più difficile.

È difficile, perché quando la politica incontra la vita delle persone sembra sempre non arrivare alla méta. Sul piano della fiducia, per ogni passo avanti compiuto si rischia di farne tre indietro.

D’altra parte le ultime elezioni comunali hanno rappresentato un segnale forte in tutta Italia: l’affluenza ha registrato un livello basso.

Le cause superano i confini delle città, ma noi non vogliamo né dobbiamo ignorarle. Perciò liberiamo il campo dai fraintendimenti: se la politica che parla e non fa cerca sempre alibi, noi a Parma puntiamo alle soluzioni.

Le infiltrazioni mafiose nel territorio, contro cui le istituzioni si mostreranno ancora più risolute e robuste; il fenomeno migratorio non pienamente controllato; la microcriminalità negli angoli di alcuni quartieri; l’impotenza e arretratezza delle leggi italiane di fronte ai problemi del periodo storico; il grande conflitto tra occupazione e disoccupazione; la mancanza di un tetto per ogni famiglia.

Alla fine i sindaci si trovano sul tavolo più domande che risposte; più dubbi che certezze; più rabbia che serenità.

È vero, fornire soluzioni ai problemi è il compito di chi fa politica. Ma questa volta in Italia e in Europa c’è di più: una mancanza di fiducia, la convinzione che la politica non sappia più indicare soluzioni, né dire apertamente da che parte stare.

La fiducia è essenziale per fare di Parma un luogo migliore. Allora dobbiamo essere chiari. È vitale riaffermare che la politica, come il Consiglio Comunale, devono continuare a essere il terreno fertile in cui seminare il domani di ogni parmigiano: donna o uomo di ogni età, condizione sociale, cultura e orientamento politico.

A chi pensa di non avere più nulla da raccontare al mondo, a chi scappa dall’Italia perché ritiene che il Paese non abbia più niente da offrire, a chi si rifugia nel ricordo dei fasti del passato, a chi rinuncia a progettare il futuro perché tanto “la situazione non cambia”: a queste persone dobbiamo dire, insieme, che per tutti c’è sempre un domani.

Poco tempo fa mi aveva scritto una signora, che chiamerò Laura:

“Carissimo sindaco della città in cui sono nata e vissuta – scrive – io sono una tra quelle persone che a dicembre si troverà senza lavoro. Ho 60 anni, conto solo sul mio stipendio perché vivo sola, con soli 29 anni di contributi perché per 17 anni mi hanno tenuta stagionale. Ora mi troverò senza lavoro e nell’impossibilità di raggiungere la pensione. Mi trovo a piangere e a perdere il sonno. Credo non sia facile, alla mia età, poter trovare una nuova occupazione”.

Ho dovuto rispondere dicendo la verità: ci batteremo per i tuoi diritti, ma sarà dura.

Ci batteremo, avevo pensato, perché è lì che la politica deve essere: con le mani immerse nel fango, ma con lo sguardo rivolto verso gli ideali per i quali ci battiamo ogni santo giorno.

La politica, infatti, non è “privilegi, promesse e utopie”, ma “cultura del realizzabile” al servizio della gente.

Se Parma non lo comprenderà, sarà anche responsabilità nostra. Se Parma continuerà a ritenere inutile e immobile il suo agire politico, sarà anche responsabilità nostra.

Ma certo, ancora non basta: la cultura del realizzare, unita alle speranze di un futuro migliore, non è più sufficiente.

La politica deve tornare ad avere il coraggio di assumere posizioni nette, dichiarando da che parte stare: non si può pretendere la fiducia dei cittadini quando si agisce timidamente, o quando si spendono mezze parole. Viviamo un momento della storia su cui è scesa l’ombra di un inquietante passato, mosso da rabbia ed esasperazione, perciò non c’è più tempo per essere indifferenti o restare a guardare, è il tempo di fare la propria scelta:

se dall’oggi al domani un’azienda licenzia madri e padri di famiglia, guardate in direzione dei suoi cancelli perché è lì, assieme ai lavoratori, che ci troverete;

se c’è chi si arroga il diritto di dividere le persone tra italiani e stranieri, io sento il dovere di dire loro che l’errore è esattamente nel concetto: dividere le persone;

se ancora oggi vi sono ostilità nei confronti dei diritti civili, ciò avviene perché ci si scorda che i diritti non sono concessi, ma sono qualcosa che nessuno ci può togliere;

Infine, a chi vorrebbe erigere nuove cortine di ferro ai confini esterni e interni d’Europa, rispondo che continuo a sentirmi un italiano europeo, e un europeo italiano.

La fiducia dei cittadini non è cosa scontata: si guadagna goccia a goccia dicendo sempre le cose come stanno, non avendo mai timore di sostenere le proprie idee;

si conquista facendo il massimo possibile per realizzare i sogni dei parmigiani, contrastando le loro ansie e paure, pur nei limiti dei potere di un sindaco.

Perciò, l’appello che rivolgo è diretto a tutte le forze politiche: si ritorni a parlare alle persone come cittadini e non come fossero elettori, e si lasci il populismo in soffitta: il populismo è l’arma di chi inchioda i cittadini alle proprie paure.

Sentiamoci invece chiamati, tutti noi, a questo dovere: ridare fiducia, valore e impegno alla politica. Se non lo facciamo, se falliremo, accadrà ciò che temeva Piero Gobetti: assisteremo impotenti alla “tomba delle coscienze civili”.

Da ultimo, mi sia consentito di uscire per un attimo dal ruolo istituzionale per parlare da parmigiano: la politica è importante, ma non è tutto. Come ho affermato il giorno del mio secondo insediamento, prima della politica c’è la vita, e la politica ha un senso se è al servizio della qualità della vita.

Prima della politica ci siete voi che siete figlie e figli, madri e padri di Parma. Il futuro della città non è monopolio delle sue istituzioni. Giunta, Consiglio Comunale, il sindaco stesso, sono solo strumenti.

Il futuro della città, come il vostro futuro, è nelle vostre mani: di voi che vi alzate presto la mattina, che portate i figli a scuola, che con fatica e passione cogliete ogni giorno il frutto del vostro lavoro; di voi, che scegliete chi ci governa.

A noi spetta il compito di rappresentare Parma in Italia e nel mondo, e cerchiamo di farlo ogni giorno con onestà e dignità. A voi il dovere di essere buoni cittadini.

Abbiamo certamente bisogno di ambiziosi progetti e nuove idee, ma anche di buoni esempi contro l’analfabetismo civico.

Non abbiamo bisogno di eroi né di salvatori. È sufficiente che ci sia chi raccoglie una cartaccia per strada; abbiamo bisogno di chi sull’autobus si alza per far posto a una signora, a un anziano, a un disabile; di chi ci dà una mano a ripulire le pareti imbrattate della città; di chi paga le tasse, di chi non parcheggia la macchina in doppia fila.

Abbiamo bisogno del buon esempio, perché la civiltà è la misura di tutte le cose.

A tal proposito ci tengo a citare una persona: ringrazio qui e ora, a nome della città intera, Gianluca, il ragazzo che alla fermata dell’autobus ha raccolto una cartaccia per strada, e che a causa di questo è stato picchiato da un vigliacco prepotente.

Ho profonda stima di Gianluca, del gesto semplice che ha compiuto: lui rappresenta l’essere pienamente cittadino, rappresenta la civiltà; chi lo ha picchiato rappresenta l’ignoranza profonda del bullismo e dell’inciviltà.

Parma stia dalla parte della civiltà e mai la dimentichi. Bastano piccoli gesti per fare di Parma una città civile.

Da qui, infine, si riparte. Inizia oggi l’ultimo mandato di un percorso politico e di vita complesso. Difficile ma entusiasmante; la chiusura del cerchio di 10 anni di riforme progettuali e sostanziali, caratterizzati dalla voglia sincera di riconsegnare ai parmigiani una città migliore di come l’abbiamo trovata.

Un cammino che faremo insieme, come i passati cinque anni e in misura maggiore nei cinque che ci restano. Ne sono convinto.

Non c’è una città che guarda solo al progresso e una città che guarda solo alla tradizione. C’è Parma. Non c’è una città di italiani e una città di stranieri, o una città di anziani e una città di giovani, o una città di operai e una città di imprenditori. C’è Parma.

È un cammino che faremo passo dopo passo.

E credetemi: ogni nostro passo sarà sempre un passo oltre.

Grazie.

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