Battaglia sui graffiti, Campari (Lega) rilancia su Pizzarotti: “E l’offesa a Salvini in via Mazzini?”

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In merito al post pubblicato dal Sindaco di Parma contro le scritte e i manifesti comparsi dietro il circolo  Mario Lupo interviene il Segretario della Lega Nord Parma e Consigliere Comunale Maurizio  Campari. Pochi giorni fa la sua denuncia anche per il simbolo antifascista davanti alla scuola Cocconi.

“Sono pienamente in accordo con quanto scritto dal Sindaco – afferma Campari – sulla totale assenza di rispetto per la città da parte di chi la deturpa con scritte e affissioni abusive. Giusto quindi perseguire i colpevoli, se possibile. Bisogna mantenere alta l’attenzione verso comportamenti fascisti (motivo per cui subito dopo aver punito i responsabili di queste “decorazioni”, andrebbero chiusi praticamente tutti i centri sociali) e contro chi inneggia a persone responsabili o coinvolte in fatti di sangue. Sono delinquenti pericolosi.”

 “Allo stesso modo – continua il Consigliere della Lega – stupisce la rapidità con cui Pizzarotti ha preso posizione sulle scritte comparse dietro il Mario Lupo quando per cancellare “alla bell’è meglio” i simboli di estrema sinistra sulla scuola  Cocconi sono serviti un mese di tempo e la presentazione di una nostra interrogazione. Tutto questo slancio (che condividiamo e troviamo giusto) contro scritte inneggianti alla violenza stride anche con la presenza da almeno 3 anni sotto i portici di via Mazzini di un disegno raffigurante la faccia di Matteo Salvini con un mirino rosso in fronte, e non credo che Pizzarotti non passi da via Mazzini.”

“Ha ragione il Sindaco sul singolo caso – concordano gli altri consiglieri leghisti Cavandoli, Occhi e Marù – ma allo stesso modo sbaglia a girarsi lui per primo dall’altra parte quando le offese vanno verso idee che non condivide.”

E’ la battaglia dei graffiti. Da un lato Pizzarotti che più che denunciare l’atto di inciviltà denuncia l’avanzare di estremisti che si rifanno all’ideologia fascista, dimenticando la storia. Dall’altra Campari che denuncia come ogni tipo di offesa debba essere arginata, anche quella che colpiscone i nuovi volti nazionalpopolari, diventati, per quelli che stanno dall’altra parte, simbolo di razzismo. Più che la battaglia dei graffiti, anche a Parma viviamo la battaglia delle ideologie: due mondi inconciliabili che comunicano a suon di accuse.

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