Illuminato, in carcere col cellulare: ordinava estorsioni e spedizioni punitive anche a danno di imprenditori di Parma

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Dal carcere di Bologna, dove sconta la pena dell’ergastolo per omicidio, il 49enne Mario Illuminato continuava a far prevalere la sua forza: impartiva ordini ed estorsioni a imprenditori e commercianti, non risparmiava neanche i famigliari per avere soldi e vivere nell’agio anche dietro alle sbarre. Illuminato sperava anche di poter un giorno uscire, magari con la semilibertà come il suo compagno di cella. Quest’ultimo, grazie alla possibilità di uscire su permesso riusciva a portare dietro alle sbarre, grazie a prestazioni vietate ai 18, un cellulare da cui il suo capo faceva lunghe telefonate.

Ma a far saltare i piani dell’Illuminato le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Parma. Per lui l’arresto nella giornata di ieri insieme al socio S.V., anche lui 49enne. Estorsione e tentato incendio, entrambe le fattispecie aggravate ed in concorso, i reati contestati dalla Procura della Repubblica parmigiana ai due.

Le indagini sono iniziate nel mese di aprile 2017, a seguito della denuncia di incendio di un’abitazione a Medesano. Le fiamme erano state appiccate in occasione delle festività pasquali quando i proprietari si ne erano allontanati per festeggiare.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di risalire ad una utenza telefonica mobile in uso, evidentemente contra legem, nel carcere di Bologna a Mario Illuminato che sconta la pena dell’ergastolo per l’omicidio di Guarino Raffaele, l’ex rass ella camorra, avvenuto a Medesano nel 2010.

Nel dettaglio i Carabinieri hanno ricostruito l’attività criminale dell’uomo che, sebbene in vinculis, ordinava ai suoi collaboratori all’esterno il compimento di attività estorsive, di spedizioni punitive che prevedevano il pestaggio nei confronti di vittime restie ad aderire immediatamente alle richieste di denaro, l’incendio di attività commerciali e di autovetture di persone cui egli attribuiva responsabilità in ordine al suo stato di detenzione ed alla confisca dei suoi beni nella provincia di Parma.

 

L’altro arrestato, il complice, S.V. classe 68, era un condannato che beneficia della misura alternativa alla detenzione della semilibertà; costui, nelle ore trascorse fuori dal carcere, provvedeva ad acquisire i telefoni cellulari illecitamente introdotti, aggirando i controlli, nell’istituto di pena, a recapitare le “ambasciate” estorsive. Avrebbe anche dovuto impartire “lezioni” a suon di sprangate alle persone segnalate dal suo capo: eventi – questi ultimi – scongiurati solo dalla casuale presenza dei Carabinieri nelle immediate vicinanze delle abitazioni delle vittime designate.

Nel medesimo contesto investigativo, la Procura della Repubblica di Parma ha indagato anche altre tre persone di Napoli. Su di loro le indagini sono ancora in corso.

Le estorsioni, come detto, avvenivano anche ai danni di esercizi commerciali e sono state accertate sia a Parma che a Napoli. Durante una delle intercettazioni, i militari hanno ascoltato l’Illuminato dare consigli ai suoi esecutori. Aveva chiesto di ordinare dei dolci in un bar pasticceria per capire quale fosse l’auto in uso al negozio. Per quell’auto sarebbe poi partito l’ordine di incendio. Anche su questo aveva sempre consigli: meglio le pistole d’acqua dei bambini, o quelle per la vernice, che permettono di spargere meglio il liquido incendiario sulle pareti di cartongesso dei locali o all’auto.

A Parma, oltre ad essere responsabile dell’ordine di incendio doloso di una abitazione di Medesano, Illuminato stava cercando di portare in atto un’altra estorsioni a i danni di un imprenditore che vive nella zona nord di Parma. Minacce che non andate a termine grazie alle indagini  dei Carabinieri che l’hanno portato prima all’arresto.

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