Graffiti sì, graffiti no. E’ polemica tra Lega e amministrazione…anche se l’amministrazione risponde “velatamente”.
Il consigliere del carroccio Maurizio Campari aveva giusto ieri denunciato alla stampa cittadina che da quasi un mese capeggiava sulle colonne della cinta muraria della scuola Cocconi di piazzale Inzani un evidente e tronfio simbolo antifascista. Lì, nel cuore dell’Oltretorrente, dove a pensarci bene non pare essere il solo, a memore di storie di guerra che gli anziani parmigiani di sinistra ricordano bene e con orgoglio, e che ancora qualche giovane ne ascolta gli insegnamenti. E li ricorda, oggi, anche con il colpo di una bomboletta spray.
Vandali? Certo. Anche il Comune ne condanna il gesto. Per i privati che non puliscono i loro muri imbrattati entro una settimana scatta anche la multa, un centinaio di euro. “Ma per gli edifici pubblici? – si chiede il leghista Campari – Il Comune non rispetta la scadenza?“.
Ed ecco che già il mattino dopo arriva una bella – più che bella, celere – verniciata. Ma sotto lo spirito antifascista resta, forse più impertinente di prima, a dispetto chiaro di chi l’ha accusato di minaccia. E’ forse la chiara risposta dell’amministrazione Pizzarotti? Che velatamente ricorda il suo orgoglio di essere di Parma, dove è stata fermata l’avanzata dell’esercito di Balbo? O forse è stato solo un imbianchino distratto che di quel simbolo non si è curato molto bene? A voi la sentenza.
Ma tralasciando le diatribe politiche e i richiami ideologici, si arriva alla domanda cruciale per il consigliere Campari che oggi, a lato di una conferenza stampa, torna sull’argomento: “Ma cosa sta facendo il delegato al decoro urbano? Se questo è il risultato del suo lavoro che costa alle casse comunali 47 mila euro all’anno…”
Ps. vittima della censura comunale, tanto che si era lì, anche il simbolo anarchico per eccellenza.
