Business manager e professionisti ICT: le figure più richieste dal mercato del lavoro nel 2017

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Il 2017 si chiude con una nota molto positiva: tutti gli indicatori economici confermano la stabilizzazione della ripresa, con un PIL che a fine anno tocca quota +1,5% e che, secondo le recenti stime diffuse dal Centro Studi di Confindustria, nel prossimo biennio continuerà a crescere con lo stesso ritmo (+1,5% nel 2018 e +1,3% nel 2019).

A testimoniare il consolidamento del rilancio dell’economia italiana sono i dati relativi alle esportazioni (cresciute in media del 7,4% nei primi nove mesi dell’anno) e all’andamento della produzione industriale (in aumento del 3,1% ad ottobre, rispetto allo stesso mese del 2016), ma soprattutto quelli riguardanti l’occupazione.

Mondo del lavoro: la ripresa dell’occupazione e il nodo giovani

Il mercato del lavoro italiano, nonostante le tante criticità che ancora permangono nelle regioni del Meridione e non solo, torna a girare, registrando una stabilizzazione del tasso di disoccupazione, fermo all’11,2%, ma anche un saldo positivo per quanto riguarda i nuovi occupati, pari a ben 246mila assunzioni nell’arco dei dodici mesi considerati.

Due gli ambiti professionali che, stando a quanto rilevato da uno studio condotto da Censis e Confcommercio e confermato dai dati pubblicati dal portale Infojobs, avrebbero registrato la crescita più importante della domanda nel corso del 2017: quello dei consulenti manageriali e quello degli operatori del settore ICT, che, da soli, coprono rispettivamente il 27 e il 16,2% degli annunci di lavoro.

Specie per i più giovani, la fascia di popolazione in cui si registra ancora un tasso di disoccupazione pari al 34,7% e una preoccupante quota di NEET (ovvero di ragazzi che non sono impegnati né in attività formative né lavorative), investire in percorsi formativi capaci di aprire la strada al settore Business e Information and Communication Tecnologies è indubbiamente la scelta oggi più sicura.

Il settore Business

I laureati in discipline economiche presentano uno dei maggiori tassi di occupazione in assoluto secondo le statistiche relative al 2016 prodotte da AlmaLaurea: a 3 anni dal conseguimento del titolo magistrale, ben l’80% dei laureati ha un impiego stabile, mentre il tasso di disoccupazione è inferiore al 9% e lo stipendio mensile netto pari a poco meno di 1.400 euro.

Le chance di trovare un’occupazione stabile e di beneficiare di un rapido avanzamento di carriera crescono ulteriormente per i laureati che proseguono il loro percorso di formazione scegliendo una specifica branca di specializzazione. La quota dei dottori in discipline economiche che ha partecipato o stava partecipando ad un corso post-laurea ammontava quasi al 70% degli intervistati nel 2016.

I numeri incoraggianti registrati nel settore sono in effetti legati anche all’ottimo lavoro svolto dalle Business School italiane, che alla stregua delle più prestigiose realtà accademiche internazionali propongono modelli formativi basati su un duplice approccio teorico-pratico. Acquisire metodi di lavoro e conoscenze approfondite degli strumenti – specie informatici – propri del mestiere sono i requisiti fondamentali per plasmare professionalità sin da subito spendibili nel mondo del lavoro.

Così, la proposta formativa di un corso in controllo di gestione – ambito in cui la richiesta di consulenti specialisti è in rapida crescita, sia nel settore privato che nella pubblica amministrazione – oggi non si articola più in semplici lezioni frontali, ma prevede ore dedicate all’analisi di casi di studio ed esercitazioni mirate all’apprendimento degli usi e delle potenzialità di software di base e avanzati.

Il settore ICT

Il settore relativo alle Information e Communication Tecnologies ha registrato una crescita delle posizioni vacanti superiore al 21% nei primi sei mesi del 2017, con un vero e proprio boom della richiesta di consulenti informatici, sviluppatori di applicazioni web e sviluppatori full stack.

Con una quota pari a quasi l’80% dei laureati già stabilmente occupati ad un solo anno di distanza dal conseguimento del titolo magistrale, i percorsi di studio in ingegneria informatica ed informatica sono tra quelli che maggiormente garantiscono un accesso rapido al mondo del lavoro, con buste paga mensili che al netto sfiorano i 1.500 euro.

La crescita della domanda di figure professionali in possesso di competenze digitali approfondite è uno dei principali trend previsti per i prossimi anni, con particolare riferimento alle professionalità che giocheranno un ruolo chiave nei processi di “Digital transformation” ovvero di rivoluzione in chiave digitale di tutti gli ambiti lavorativi, dal settore manifatturiero a quello dei servizi.

Cloud computing e cyber security expert, ma anche social media manager, big data e business intelligence analyst sono tra le nuove figure professionali che già oggi stanno dettando il cambiamento di paradigma nelle medie e grandi imprese di tutto il mondo.

Secondo le stime più recenti, nel 2017 il numero dei posti vacanti in relazione alle professioni ICT è cresciuto fino a raggiungere le 60mila unità in Italia.

In questo ambito, ancor più che in altri, è evidente il gap formativo presente rispetto alla media dei paesi europei. Non a caso, nell’ottica di favorire la diffusione delle competenze indispensabili per sfruttare a pieno le nuove tecnologie, con la Legge di Bilancio 2018 è stato introdotto un credito di imposta al 50% per le spese sostenute dalle aziende per la formazione e l’aggiornamento del personale.

Formazione avanzata e specializzazione continuano a rappresentare le armi vincenti per affermarsi in un mercato del lavoro che, attualmente, fatica ancora a recuperare parte dei posti persi durante la recessione, non per mancanza di domanda quanto per le difficoltà nel reperire figure in possesso delle giuste skill.

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