Chi ha chiuso i Giardini di San Paolo? Problemi di ordine pubblico ma il mistero si infittisce

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Il mistero sulla chiusura dei Giardini di San Paolo si infittisce.

Lo scorso 13 dicembre, dietro segnalazione di un cittadino, Parmapress24 aveva riportato la notizia, confermata dall’assessore alla sicurezza Cristiano Casa e dal presidente dei CCV, Andrea Coppola. I Giardini di San Paolo venivano chiusi per motivi di sicurezza. In particolare si riteneva necessaria la chiusura del portone dal lato di via Giordani. Ma il cancello da via Melloni? Non era stata richiesta la chiusura. Ora è aperto sì, ma fino all’ingresso del Castello dei Burattini, poi il lucchetto. Nessun accesso ai giardini.

Lo spazio storico, da sempre aperto ai cittadini, frequentato da bambini e padroni con cane al seguito, era ultimamente preso d’assedio da gang di giovanissimi e spacciatori che ne hanno fatto diventare un prato di rifiuti e disordine. Zona nota alle forze dell’ordine, è stato teatro di risse, disordini e scambi di droga. Due in particolare gli episodi recenti di violenza.

Dal CCV Parma Centro, presieduta da Andrea Coppola, all’interno dell’ultima assemblea pubblica a tema commercio e sicurezza tenutasi il 28 novembre scorso all’Oratorio dei Rossi, con l’assessore Casa e il delegato alla sicurezza Fontanesi, era emersa la richiesta dei residenti di una chiusura degli accessi lato borgo Giordani, al fine di un miglior controllo e cessazione dello spaccio. A richiederlo quindi i cittadini consiglieri volontari. Decisione amministrativa approvata dopo gli accertamenti della Polizia Municipale. Si continua a parlare però dell’accesso da via Giordani.

Un ordinanza prefettizia sarebbe invece stata emessa da via Repubblica per chiudere tutti gli accessi. La motivazione? Sempre di ordine pubblico. Una baby gang in particolare avrebbe preso di mira i giardini, tenendo comportamenti distruttivi e aggressivi. Un uomo era stato anche preso a bottigliate durante una rissa. Ed ecco quindi che i cancelli sarebbero stati chiusi su direzione del Prefetto? Ma il Comune? Non pervenuto. O meglio, pervenuto ma non coinvolto nei fatti. A essere di competenza gli assessori alla sicurezza Cristiano Casa e l’assessore al verde pubblico, Michele Alinovi, che non hanno dato nessuna direzione per la chiusura del secondo cancello su via Melloni. Una comunicazione sarebbe arrivata dal Comune agli addetti del servizio di sorveglianza IVRI, ma non è chiaro neanche a chi l’abbia inviato, forse l’assessorato alla cultura di Michele Guerra? L’assessorato alla cultura infatti si era già mobilitato, ai tempi della Ferrarsi, ma l’ordine è arrivato senza informare gli altri assessorati di competenza?

I primi a protestare sono i residenti, soprattutto padroni di cani.

I cittadini sono divisi tra chi ritiene che la zona sia diventata invivibile “meglio chiuso per adesso. Anche se fa male vedere un gioiello così bello di Parma non aperto al pubblico, non valorizzato” e chi accusa di mal gestione del fenomeno insicurezza sempre più sentito anche a Parma. “Come è possibile che invece di intensificare i controlli di polizia vengano chiusi gli spazi verdi? – si chiede in un lungo post sui social Simona Tosoni Pizzetti, attivista del Pd parmigiano – E questi delinquenti pericolosi si sono spostati in piazzale Salvo D’acquisto? Dunque il problema vi pare risolto?“. A sollevare la questione degrado nei giardini anche i consiglieri del Pd, Lorenzo Lavagetto, di Parma Unita, Fabrizio Pezzuto, di Parma Protagonista, Pier Paolo Eramo.

Ecco un video che mostra il degrado nella prima parte dei giardini, ancora aperti al pubblico. Numerosi rifiuti, lattine e sporco tra le foglie cadute.

A gestire l’area, dal 2015, era un gruppo di cittadini volontari che hanno organizzato eventi, incontri e giornate di pulizia. Era, infatti, intenzione dell’amministrazione e in particolare dell’ex assessora alla Cultura, Laura Maria Ferraris, riqualificare questo spazio storico e riconsegnarlo ai parmigiani. Nel maggio del 2015 vennero infatti coinvolti, oltre ai cittadini, i CCV e l’associazione I Nostri Borghi, l’assessore Alinovi, WWF, Fruttorti e Manifattura Urbana. Dall’incontro tra le parti nacque un report contenente un indirizzo all’amministrazione che chiedeva panchine, tavoli, angoli ristoro, recupero della grotta, area cani, progetti e iniziative per bambini, la riapertura dell’accesso dalla biblioteca, precedentemente chiuso perché si era scoperta della droga nascosta nei bagni dagli spacciatori.

Dal 2015 tuttavia nulla è sostanzialmente cambiato, se non un aumento delle male frequentazioni che hanno portato alla situazione attuale.

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