PD Parma: è già crisi Moroni-Cesari. E il Presidente lascia l’Assemblea sbattendo la porta

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“Punto i piedi, me ne vado, sbatto la porta”. Il Trono di Spade? No, il Pd di Parma, ennesimo capitolo di una saga senza pace all’interno del partito, sempre più frammentato.

L’ennesima pagina nera è stata scritta lunedì sera, durante l’assemblea provinciale: Fabio Moroni si è dimesso dalla carica di Presidente dell’Assemblea e ha abbondonato la sala in aperta polemica col segretario provinciale Nicola Cesari.

La causa del contendere, secondo indiscrezioni, la composizione della nuova segreteria provinciale: secondo l’accusa di Moroni, Cesari avrebbe scelto i nominativi da proporre all’assemblea senza consultarlo.

Già finita dunque la pace armata, dopo soli 2 mesi dalle elezioni avute dopo le dimissioni degli ex presidenti Lorenzo Lavagetto e Gianpaolo Serpagli, siglata dopo la nomina di Cesari segretario provinciale e di Moroni, sconfitto dallo stesso sindaco di Sorbolo, presidente dell’Assemblea. 

Secchi i commenti degli interessati. Fabio Moroni, cordialmente, rimanda a Nicola Cesari: “Non ho nulla da dichiarare, se lo ritiene opportuno parlerà lui”. Cesari si limita ad un “E’ un film già visto”.

To be continued…

PD Parma. Fabio Moroni (PD): “Smentisco alcune ricostruzioni prive di fondamento”

“Avrei preferito non dover intervenire pubblicamente sulla questione ma le informazioni veicolate dalla stampa richiedono da parte mia alcune precisazioni.

La prima: sono e rimango un iscritto e un elettore del Partito Democratico. Da parte mia non c’è mai stata e non c’è alcune intenzione di “migrare” verso altri partiti o movimenti politici.

La seconda: Il confronto tra le diverse posizioni non ha riguardato né la composizione della Segreteria Provinciale, né quella della Direzione Provinciale che, a norma di statuto, è costituita in ragione dell’esito del voto congressuale (24 Cesari, 16 Moroni). Questa la mia proposta, sulla quale per altro si era trovata una intesa informale già prima dell’avvio dei lavori e che posso citare testualmente avendo letto il mio intervento in Assemblea: “prendiamoci l’impegno di dedicare i prossimi 2/3 giorni a valutare l’opportunità di allargare questa direzione, fino ad un massimo di 10 nomi, per integrarla di comune accordo con nomi che ci consentano di dare rappresentanza anche a quelle persone rimaste escluse dal gioco dell’aritmetica congressuale”, ovvero a quelle persone che, senza aver necessariamente sostenuto Cesari o il sottoscritto, potrebbero dare un contributo utile al dibattito interno.

La terza: nessuna polemica sul rinvio dell’Assemblea già convocata per il giorno 11 dicembre in quanto tutti, e certamente il sottoscritto, hanno compreso e condiviso le ragioni che avrebbero impedito al Segretario e a diversi componenti di essere presenti. Ho evidenziato invece un ritardo nella definizione dei coordinamenti di zona e nella presentazione delle “linee di mandato” del Segretario. Per questo ho proposto la convocazione entro il mese di gennaio di una conferenza programmatica e organizzativa aperta al contributo di tutti. Con proposte concrete, condivise con i delegati che mi hanno sostenuto al congresso, ho voluto offrire al Segretario alcune idee che ritengo utili per far fronte con maggior forza agli impegni che attendono il nostro partito nelle prossime settimane. Spetta a lui decidere se farsene carico o meno.

La quarta: la mia decisione di abbandonare la riunione ha voluto rimarcare con nettezza una presa di distanza, non dal Pd, ma dai toni e dai modi a mio giudizio inaccettabili, di alcuni interventi inspiegabilmente nervosi ed insofferenti alla critica e all’ordinaria dialettica politica”.

(aribe)

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