Dibattito acceso su legge Ius Soli in Consiglio Comunale: Fratelli d’Italia protesta in sala

0

In Consiglio Comunale si discute della mozione unita di Effetto Parma, Pd e Parma Protagonista per l’approvazione della legge sullo Ius Soli. Una mozione che – come ricorda la capogruppo di Lega Nord, Cavandoli – non ha potere legislativo ma è solo indirizzo politico.

Una delegazione di Fratelli d’Italia – AN, per manifestare il proprio dissenso ha disposto un presidio contro lo Ius Soli, fuori dalla sala consigliare con striscioni e bandiera tricolore. Quando è iniziato il dibattito consiliare i manifestanti hanno avuto attimi di scontro per tutta la durata del dibattito con il presidente del Consiglio, Tassi Carboni che ha cercato di richiamare l’ordine e il diritto di parola.

Il consigliere di Lega Nord, Emiliano Occhi, ha ricordato le posizioni della destra che ritiene che questa legge provocherebbe un aumento dell’immigrazione soprattutto da quei paesi come la Nigeria, i cui profughi sono considerati economici e più spesso ricevono il rifiuto alla richiesta d’asilo. “Sarebbe uno specchietto per le allodole, a prescindere dalla realtà o meno, anche se qua non c’è lavoro per loro. Voteremo no compatti e convintamente contro questa follia che impegnerà il Comune di Parma”. Maurizio Campari, Lega Nord, ritiene invece che le leggi attuali per la concessione della cittadinanza siano sufficienti, ossia la possibilità di richiederla al 18 esimo anno di età ed entro il 19esimo compleanno, sostenendo che “non si dimenticano in un anno di fare richiesta, se la vogliono la richiedono”. “Avete deciso di portare una mozione solamente politica e senza applicabilità” ha concluso.

A replicare il vicesindaco Marco Bosi che ha ricordato come la legge sia “Ius Soli” ma temperato, “se si guardano i limiti previsti sono anche troppo restrittivi”. Otterrebbero la cittadinanza solo i ragazzi nati in Italia che abbiano genitori residenti nel paese da almeno 5 anni e che abbiano permesso di soggiorno di lungo periodo. Anche i ragazzi devono dimostrare di aver frequentato le scuole italiane. “La radice della questione, – continua Bosi – è “cosa significa essere italiano”. Questi ragazzi nascono in Italia, crescono qui, vanno a scuola con i nostri figli, parlano il nostro dialetto. Mi sembra assurdo non considerarli italiani. Sono molte le discriminazioni che possono subire a causa di questo mancato riconoscimento, prendo ad esempio lo sport dove ho conosciuto dei ragazzi stranieri che non possono partecipare alle partite di calcio perché è previsto un numero massimo di stranieri partecipanti. Bisogna chiedersi cosa è giusto nei confronti di queste persone”. Posizione sostenuta dal capogruppo Cristian Salzano, in nome di tutto il gruppo di Effetto Parma.

Ribatte Occhi che commenta: “Se il problema sono i regolamenti sportivi allora facciamo qualche piccola modifica, senza scomodare la legge italiana”.

“Problemi concreti ci sono e se nessuno ha pensato di modificare quei regolamenti e difficoltà vuol dire che questa legge serve” commenta il consigliere Pier Paolo Eramo di Parma Protagonista. “Meglio fare questo passaggio invece che non farlo, anche se questa legge non è perfetta”.

Intervenuto anche Marion Gajda, consigliere aggiunto in rappresentanza degli stranieri che vivono a Parma: “Io penso a quei ragazzi che vogliono costruirsi un futuro qui, che il paese dei suoi genitori non lo conosce neanche. E’ una sofferenza per questi bambini non essere riconosciuti.

Il consigliere Marco Maria Freddi, Effetto Parma, ha ribadito che si tratta di una “battaglia di civiltà, arma migliore per la sicurezza”.

Della stessa opinione i consiglieri del Pd, Lorenzo Lavagetto, Daria Jacopozzi e Sandro Campanini. La consigliera del gruppo misto Roberta Roberti, ha ricordato, in qualità di insegnante, le difficoltà nel portare in gita i ragazzi stranieri delle sue classi. “Anche i loro compagni di classe italiani fanno sempre fatica a capire il perché di questa disuguaglianza e ingiustizia”.

Il consigliere di Parma Unita, Fabrizio Pezzuto, non è voluto intervenire al dibattito chiarendo, attraverso un post su Facebook, solo dopo la chiusura del consiglio, che “mi lascia quantomeno perplesso, non per l’argomento in sé ma per l’evidente inutilità di un voto che in un caso o nell’altro non inciderà minimamente sull’iter di una legge. Ho sempre trovato poco sensato che il Consiglio comunale di una città, pur se capoluogo di provincia, si inerpichi nel trattare temi che con tutta evidenza sono ben al di fuori delle proprie competenze. Personalmente ritengo la legge in discussione una legge da migliorare, d’altro canto sono convinto che una risposta a questa gente va data e va data in fretta. Da cattolico quale io sono ritengo si debba andare necessariamente verso un’integrazione, regolata fin che si vuole, ma pur sempre integrazione”.

Il Consiglio Comunale si è concluso, dopo questa lunga discussione, alle 22:30, col voto non favorevole dei soli consiglieri di Lega Nord.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here